Romolo Murri - La Chiesa e il collettivismo (contraddittorio Murri-Bertelli)

- 47 - non deve neppur mangiare > dice San Paolo. « Chi non lavora non ha pur diritto di sedare alla tavola comune >. V' ha di peggio: « L' uso di tutte le cose che si trovano in questo mondo deve esserecomunea tutti gli uomini. Solola pih manifest:i.iniquità ha potuto far dire all'uno: - Questo è mio; e ad un'altro: - Questo appartienea me. Da ciò soloè nata la discordia infra i mortali. > (Questo è San Clemente, 1 P. Act. eone.). Vi è anche di più. Dice S. Ambrogio: « La natura fornisce i suoi beni a tutti gli uomini in comune. > (Si va più avanti del colleltivismo): « Dio realmente ha creato tutte le cose, affineche ·ne sia comune il godimento a tutti gli esseri viventi, ed affinchè la terra divenga un possesso comune di tutti. Egli è adunque la stessa natura che ha generato il diritto della comunità, mevtre la sola usurpazione è quella dessache ha prodotto il diritto dellaproprietà. » (Serm. 64 in Luc cap. 16.)Vi è ancoraquesto di San GregorioMagno, di cui potrei citarvi il Sermone intero, ma questo basterà : « Che essi lo sappiano, esclama, che la terra da cui essi sono stati tratti, è comune a tutti gli uomini, e che perciò i frutti, che essa produce, appartengonoa tutti indistintamente. > (San Gregorio, Past. voi. 3°). Sant'A.gostino dice nel Tract. 9 capo 2°: Chiunque possiede su questa terra è infedele alla legge di Cristo. » Ora il mio contradittore mi domanda in qual,i società è possibile che nessuno possa vivere senza lavorare: Nella società cristiana. Riguardo ali' umanità, parte che produce e parte che consuma, io credo che non ci sia bisognodi aver passati molti anni sulle panche delle nostre Università per vedere,anche senza essere studiosi e sociologi,che la parte di umanità che lovora è tutta altra cosa di quella varte che consuma. Perchè se coloro che lavorano fosseroquelli che consumano, allora vorrebbe dire che, per es., le setaiuole vestirebberodi seta, i muratori avrebbero assicurata la dimora, i sarti sarebbero tutti vestiti bene, mentre c'è un proverbio comun~ nella. nostra Toscana, che dice: « Ognuno soffredel suo mestiere ». Tutti i calzolaihanno le scarpe rotte, tutti i sarti difettano di vestito, il che vuol dire che la parte che consuma non è la stessa di quella che produce. Nel socialismoogni attività non cessa per il fatto che viene ridotta collettiva la proprietà, perchè bisogna intendersi bene; non è vero che un uomo, il quale per es. studia per giungere a risolvere il problema della dirigibilità dei Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==