Alessandro Ademollo - Alessandro VI, Giulio II e Leone X nel Carnevale di Roma

11tl Carnevale di Roma 63 E cosi tutt i si rappresentorno Alla onorata piazza di N:l.Vone, E i Giocatori niente si provorno Di far coll' asta di lor paragone, E questo avvenne perchè mancò il giorno. Cosi ciascun tornò a sua magione, E l'alt ro giorno li Caporioni Si fecer fa r di molti maccheroni. Questo fu il vcnerc anzi al Ca rni sprivio, Che dette pranzo alli !or Conistavoli; Credi, al mangiar ciaschcdun si (è cxiv io, Che ' l cibo era altro che biete o C:t\·oli. ~on Yirgilio, Lucano, Orazio o l.ivio I ges ti scrisson nn i di questi dia\·oli ; Basta che ognuno a' maccheron si uniscano E molto ben col vino ancor chiariscano. Fuor di Roma andar poi, se Dio mi valia, Ciascun per prendere un gagliarJo toro, Che ogni rione ne mette uno iu b:l.ttalia; E in questo giorno senz:t far dimoro Si corse un palio coll'animai che ralia, Cioè il somaro, ovYcr l' asin decoro Di panno bello c azzurro colore; Ebbon le mosse da Campo di Fiore. E l'altro giorno, s:tbb.i tO chiamato, Al Campidoglio ogni caporione Un toro mena per corno legato, E quivi in caccia ciaschedun lo pone,

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