Alessandro Ademollo - Alessandro VI, Giulio II e Leone X nel Carnevale di Roma

6o .Alessnllflro VJ, Giulio 11 l' Lrout X Nel modo pur, che lor si contentavano, Cosa ecce llente a ,·cdcr questa c qudla. Passorno l'uno poi l'altro in or,linanza, Qual richi~de !.t FestJ. e loro usama. Giovini tutti con gentili aspclti, Gio,·e il Pinccrna si scordò quel giorno; Venne a Ja cinto di strani sospetti, Vedendo Febo a lor sempre d'intorno. Le chiome spa n c alli giovini eletti, Che molti ad J\bsalon si si111igliorno, Era cosa mirabile a gmrd:ugli Non nlli umani, ma a' divin somigliargli. E se qualcuno. lo :1spetto a,·c difforme ~è ben proporzion.lto a' degni Ludi, Mutorno con le maschere !or forme Per fare i v:>lti benigni, e non crudi, Tanto che ognun nel volto fu conforme, Che tra roman i non son gl' ingegni rudi. Gli aspetti fissi ognun stava a guardalli, Tanto che andò invisibil loro Cav:;lli (s ic). Adosso avcno conte3te a set.l et auro, Gioie di gr.m valuta, fama, e pregio, Che ciascheduna valeva uno Tesauro, Degne da ogni Cavaliere egregio. Nell'Erario mai nè l' lndo, o 'l Mauro Nè in ornamento pontificio o regio Tante se ne trovò, nè Cleop:ltra Nè loro quando gli usaron l'Idolatra.

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