Quaderni di cultura repubblicana

esasperazione, consente meglio di definire quello di Ferrari come una sorta di anarchismo pratico. Visto in prospettiva, il suo pensiero poli tico non si dis tacca, quanto si potrebbe superficialmente ri tenere, da quello di Mazzini, perlomeno nelle finalità che l'uno e l'altro si prefiggono. E. vero che i due pensatori hanno idee different i su molti punt i : basterebbe pensare al modo opposto che essi hanno di considerare la religione. L'uno e l'altro sono tuttavia concordi nel volere la collaborazione fra le classi, per sostituire alla lotta l'azione di classe; l'uno e l'altro sono contrari ad ogni forma di statolatria ed esaltano l'uomo e la sua individuali tà; l'uno e l'a ltro infine sono convinti della importanza dell'azione educativa, come mezzo per condurre ad una maggior coscienza dei problemi social i cd alla ugua· glianza dei cittadini d i fronte all 'opera comune. Non è pertanto sulle finalità che il loro pensiero discorda; essi divergono soprattutto quando precisano come giungere alle posizioni di arrivo. l:l qui che Mazzini sceglie l'unitarismo (un unitarismo - si badi bene - che non gli impedisce di voler organizzare lo S tato italiano sulla base di comuni, province e regioni autonome), mentre Ferrari sceglie una forma di federalismo esasperato che, nel secolo scorso, non avrebbe potuto essere attuata, e che comunque non avrebbe potuto dare la libertà agli italiani: quella libertà che Ferrari cercò e per la quale lottò durante tutta la sua vita. Quando s 'insiste tanto sul dissidio tra Ferrari e Mazzini, bisogna intendersi bene: il loro è soprattutto dissid io sui mezzi, non sulle mete da raggiungere. Pertanto, ambedue possono benissimo essere posti accanto tra gli esponenti della scuola repubblicana italiana. In questa scuola Ferrari, per la sua indole particolarissima, occupa un posto poco appar;- scente torse, ma non per questo poco importante. 2!

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