Quaderni di cultura repubblicana

secondo Ferrari , non può esser lecito vivere di rendita, s~ prattutto quando vi siano tanti uomini che muoiono di fame. Anche l'eredità è per lui una fonte di ineguaglianza vera e prop ria, che va abolita o a lmeno limitata. Approfondendo il problema della proprietà, Ferrari afferma che essa deve essere giuridicamente non per il privato interesse, ma - come anche Platone affermava - per l'interesse pubblico. Il pubblico interesse - afferma allora Ferrari - conduce verso la comunanza; quindi se la proprietà, come diritto naturale, è illimitata in ogni individuo, questo diritto deve affermarsi fortemente in tutti. Egli non vuole pertanto sovvertire il principio della proprietà; non vuole abol irla, ma intende !imi tarla. La trasformazione del concetto di proprietà p otrà essere raggiunta non mediante ;) liberalismo, ch'egli considera oppressore, ma con la federazione repubblicana, che è la sola formula capace di attuare al massimo la democrazia e la giustizia sociale. Tra le proprietà che per prime dovranno essere t rasformate Ferrari indica quelle agricole. La Rivoluzione frances e aveva tolto la terra ai latifondisti per darla ai contadini. Anche in Italia, a suo avviso, si deve real izzare « una r iforma agraria indefinitamente progressiva », capace di realizzare veramente l'uguaglianza. Con la federazione repubblicana deve essere attuata li massimo la democrazia, e deve essere realizzata una form :-. di Stato in cui non vi siano accent ramenti d i sorta, da cui sia bandita ogni forma di statalismo, in cui governi il popolo sé reggente. Quella di Ferrari, pertanto, non è affatto una posizione marxista, impossibile, tra l'altro, in un periodo in cui Marx e il suo pens iero erano ancora molto scarsamente diffus i, e non appare nemmeno una formula gener icamente socialista. Il suo popolo sovrano, il suo popolo sé reggente, il suo concetto di autogoverno, condotto fino alla 20

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==