La rivoluzione invocata da Ferrari avrebbe dovuto applic'lrc concretamente i due princlpi filosofici della scienza e dell'eguaglianza. Tali princìpi erano stati applicati dalla Rivoluzione francese: • La Rivoluzione dell'89 •, affermava Ferrari, • combatte ogni religione armata... distrugge ogni privilegio; cbe cos'è essa dunque, se non la guerra dell'irreligionc e dell'eguaglianza? Lottando per la giustizia presagita dal Campane lla, essa atterra il pontefice, l'imperatore, Cristo e Cesare, le quattro tirannie che Machiavelli aveva additato all'odio dell 'Italia •· Tuttavia Ferrari riconosce che l'azione rivoluzionaria venne meno, • perché inviluppò la dichiarazione dei diritti dell'uomo in un triplice equivoco che la paralizzava, sui tre punt i della rel igione, della proprietà c del Governo •- Ferrari rilevava che la religione • è una soluzione piena del destino e comprende interamente l'uomo, lo stato, l'uman ità •. La religione spiega tutto, dirige tutto, non v'è nulla che si sottragga al suo dominio. Chi conosce il prete - continua Ferrari - sa come egli non possa mai rimanere circoscritto a lla sua Chiesa. La libertà della religione - egli conclude - è il suo impero. Pertanto la rivoluzione francese avrebbe dovuto abolire la religione, mentre la Costi tuzione repubblicana del 1891 aveva sancito irragionevolmente - secondo Ferrari - la libertà dei culti. Per quanto riguarda l a proprietà e il lavoro, Ferrari era convinto che la Costituente francese avesse agito lodevolmente sopprimendo i diritti feudali e abolendo i vincoli feudali, che soffocavano l'industria. Anche in questo caso, tuttavia, si era rim<asti a mezza s trada, finendo pe r riconoscere solo astrattamente b libertà del povero e del ricco. l n ogni modo la Rivol·,-._ione fra:-~cese ebbe il merito di aprire una strada nuova, che .._vn:bbe dovuto essere interamente percorsa, chiedendo • la trasfon.1azione economica della so-- cietà, un nuovo equilibrio della r irchezza, un altro r ip«rto
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