Quaderni di cultura repubblicana

indipendenza a ll'Italia con una formula unitaria, perché l'unità avrebbe fatalmente condotto verso la monarchia e verso una formula di governo autoritario, mentre la repubblica sarebbe più facilmente nata da una concezione statale federalista. Certamente va rimproverato a Ferrari, quand"cgli faceva queste affermazioni, scarso senso politico, perché egli non comprendeva - al contrario di Mazzin i - che l'Italia non avrebbe mai potuto acquistare l'indipendenza, senza mirare con tutte le sue forze alla unificazione dei vari Stati italiani , e non comprendeva che il principio federalista avrebbe disperso qualsias i tentativo di all ontanare I"Aust ria dal Lombardo-Veneto. A Ferrari va rimproverato inoltre scarso senso storico, quando considera le vicende storiche come qualcosa di eternamente ricorrente. Egli crede a ncora alla historia magistra vitae, mentre è vero proprio il contrario, dato che le vicende s toriche non si ripetono mai e, se pur possano apparire uguali , si muovono sotto condizioni sempre nuove e sempre differenti. Dobbiamo tuttavia riconoscere che, nella cr itica a ll 'unitarismo mazziniano, v'era anche qualche elemento da accettarsi. Ferrari, cioè, vedeva giusto quando affermava che l'uOItarismo gravitava inesorabilmente verso la monarchia, mentre la repubblica nasceva più facilmente da una visione federalista. Il filosofo repubblicano Giovanni Bovio r ilevò infatti la stessa cosa, pur convenendo che, nella situazione storica italiana del secolo scorso, difficilmente avrebbe potuto affermarsi una politica differente da quella mazziniana. Vive, comunque, in ques t'opera di Ferrari, un ininterrotto anelito verso la libertà, e l'avversione contro ogni forma di dispotismo e di tirannide. L'altra grande opera d i Ferrari è indubbiamente la Filosofia della rivoluzione, comparsa per la prima volta nel 1851.

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