Quaderni di cultura repubblicana

in quel momento dominavano la Francia c l'I talia. E quest•' disprezzo che condividevano, com'egli stesso ebbe ad afle,. mare, li rendeva • più liberi che non fosse lo stesso Luigi Napoleone •. Proprio in quel periodo scrisse l'opuscolo : L'Italia dopo il colpo di Stato del 2 dicembre, in cui riaffermava la sua convinzione che la sorte italiana fosse intimamente unita a quella della vicina Francia , alla cui libc.rt.\ repubblicana egli si sentiva profondamente legato. LE OPERE MAGGIORI Una delle opere maggiori del Ferrar i è senza dubbio l'His toire des Révolutions d'ltalie de Guelfes et Gibelins, uscita in 4 volumi nel 1858. Nella S toria delle rivoluzioni egli cercò di studiare l'origine generatrice della s toria ita· liana, dominata da un numero elevatissimo di rivoluzioni. Dall'anno mille fino all'epoca di Martin Lutero, Ferrari ne conta, infatti, settemila. Egli cerca di valutare e di classificare tali rivoluzioni , le raggruppa e le suddivide, secondo schemi cari alla storiografia positivistica, e conclude con l'affermare che lo snodarsi delle rivoluzioni italiane era generato dalla • lunga deduzione • del partito guelfo e di quello ghibellino, • i quali si rinnovano e si oltrepassano di continuo •. Studiando le vicende della storia italiana, Ferrari approfondisce il significato che in tali vicende assumono le città. Egli comprende che sarebbe st~to errato • imprigionare le quattrocento città della penisola in una formula mendicata ai trattati politici » e che la s toria ita liana sarebbe stata del tutto fraintesa, se ~i fo sse voluto • sottomettere questa furibonda epope'l all'w.::i•à di un governo, fosse pure que llo dei Cesari », Ferrari comprese che, studiando le vicende del medioevo italiano, bisognava respingere • le incompetenti analogie pre11

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