Quaderni di cultura repubblicana

del suo sbocco nazionalista e imperialista di fine secolo. Qui si ritrova di nuovo il punto di contatto con la storia europea - ed è punctum dolens - qui ti spieghi come il saggista che ha esaminato con tagliente lucidità i nodi più aggrovigliati del passato, abbia poi potuto, nel presente, rinserrarsi in un << integralismo liberale >> apparso ai più del tutto inadeguato. Se è certo infatti che una tale soluzione sarebbe risultata insufficiente, è altrettanto certo che essa, se applicata, nulla compromettendo e, al contrario, aprendo la strada a nuovi, più maturi esperimenti politico-sociali, avrebbe risparmiato all'Europa infinite iatture. L 'EREDITÀ DI CATTANEO Gaetano Salvemini , nella sua prefazione all'antologia Le più belle pagine di C. Cattaneo, dibatte a fondo il quesito: era possibile, nel 1860, nelle condizioni economico· politiche dell'Italia meridionale, applicarvi soluzioni federaliste piuttosto che quelle unitarie a cui, sia pure con riluttanza, si risolvette Garibaldi ? Era possibile, in altri termini, creare centri di autonomia politica locale in mancanza assoluta di una tradizione di autogoverno? Sostituire la pur grettissima burocrazia sabauda, ottusamente livellatrice, lontanissima dalla comprensione dei problemi delle popolazioni meridionali, con qualcosa che non fosse l'assai peggiore burocrazia borbonica? Era realistico, dopo l'esperienza del '99, affidare alle sole ed esigue forze del liberalismo meridionale la responsabilità di guidare quelle regioni da un semifeudalesimo agrario a livelli di vita svizzeri o inglesi? Peggio, era pensabile di consegnare armi, perché proteggessero l'ordine pubblico e difendessero la patria in caso di guerra, alle plebi sanfediste della Calabria o del Molise, nel momento stesso in cui già apparivano le manifestazioni del brigantaggio? La risposta d i Salvemini 34

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