Quaderni di cultura repubblicana

Diremo dunque, per concludere, che il Cattaneo fiero avversario di ogni idealismo, sostanzialmente ignaro di Kant e di tutta la filosofia post-kant iana, abbia fini to con lo sfiorare, col suo esasperato storicismo, con la parte di primo piano affidata all'Io quale creatore di verità e di libertà e perciò col suo volontarismo intellettualistico, con la stessa concezione di progresso quale scontro e sintesi di termini opposti , proprio una visione dialettica della storia? A rigor di termini , certamente no, ché alla base della sua o t tica filosofica resta pur sempre il sensismo di un Locke, restano induzione ed esperienza pratica, cosi come il sostrato più profondo della sua concezione politica riposa sull'illuminismo settecentesco italiano, sia nella accezione giuridica di un Romagnosi, d 'un Filangieri, di un Beccaria, sia in quella economica di un Verri. Ma, premesso questo, è lecito senz'alrro dire che nella cultu ra italiana egli rappresenta quasi il punto di equilibrio tra Settecento e O ttocento; o meglio, il prodotto di una cultura che, partita appunto da un Verri e da un Romagnosi, e arricchitasi con l'apporto del radicalismo inglese, si è incontrata, attraverso il Vico, col più maturo pensiero dello storicismo romantico e ne è stata - sia pure suo malgrado e pur restando tenacemente fedele a quelle generose ide~­ lità riformatrici -necessariamente fecondata . l L PENSIERO POLI TICO: l t I'EDERALTSMO Se la visione cattaneana della storia è fondata - l 'abbiamo visto - sull'idea di un continuo « progresso, insieme causa ed effetto della attività della ragione umana », in ultima analisi su un volontarismo intellettualitisco, come si determinerò, proprio alla luce di questa filosofia, il suo pensiero politico? Abbiamo accennato già al Romagnosi e alla rappresentazione pluralistica, quasi meccanicistica che egli dà della 19

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