Quaderni di cultura repubblicana

' nità all'unisono con le lancette di quel grande ed esatto orologio costituito dalla Storia e da una laica Provvidenza: il retrivo è fermo allo ieri, quando già suona il domani; il conservatore occupa stabilmente l'oggi, ma ha l'occhio volto al moto recente delle lancette e n on a quello prossimo, non è rapido a spostarsi, è l'uomo dell'oggi-ieri; l'anarchico e il socialista precorrono i tempi, e si sbandano, alla ricerca di un'ora perfetta che non è ancora tracciata sul fatale quadrante; il progressista e repubblicano è invece - per seguire e concludere la me tafora, con cui abbiamo cercato di avvicinarci visivamente al pensiero di Bovio - l'uomo di un oggi tendente al domani, di un oggi più mObile, pronto a sfogliarsi e integrarsi nel domani, un oggi avanzato. Di fronte all'apparente realismo solido del conservatore senza sogni, il progressista repubblicano sembra un utopista; tale si dichiarava Bovio, con modestia o ironia quasi socratiche, di fronte agli avversari politici, che magari prendevano alla lettera l'intelligente confessione. Ma questa pretesa utopia era nient 'altro che un realismo previdente, capace di scorgere e preparare il futuro senza scavalcarlo. l L FILOSOFO E IL LETI'ERATO Naturalmente, non si pretende che il suo panorama filosofico della realtà, pur così interessante, sia perfetto e privo di unilaterali presupposti o astruserie, come del resto quello di ogni filosofo. La filosofia di Bovio non può essere per noi antonomastica, come per Dante era AristOtele; non è già la filosofia ma una filosofia; non vincola a sé il repubblicanesimo, che può trovare in altri pensatori altri sostegni spirituali, ma gli offre una guida e certi utili sostegni; gli offre, come si è visto, una prospettiva di pensiero. A parte il giudizio di fondo sul suo determinismo filo. sofico, su cui si può non consentire, è certo che vi sono 2 1

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