Quaderni di cultura repubblicana

sionale, non aveva affatto per essa quella repulsione schifiltosa propria di tanti intellettuali e artisti. Il pensiero politico di Bovio non aveva nulla dell'idillio, ma si materiava di una osservazione pensosa della politica reale, le cui asprezze sentiva e veniva spiegando alla gente comune, incline a rifuggire da esse e perfino a considerar male chi vi naviga in mezzo. Assai indicativo a questo proposito è quanto Bovio disse nella commemorazione di Cairoli, tenuta nel 1890 : « Un colpo di telegrafo può innalzare o sprofondare gli uomini politici; una frase sbagliata, una parola inopportuna li espone al riso e all 'invettiva; sono, nel terribile giuoco della politica, come gladiatori nel circo. Cinismo, apatia, indifferenza non esistono lasstt ; non ci credete: si piange, si esulta, si trepida. Come può essere apata o cinico un uomo che ha sopra di sé lo Stato, la Chiesa contro, attorno le potenze gelose, di fronte emuli inesorabili, giù i desiderosi di stato nuovo, e in fondo il quarto stato urlante pane e diritti per milioni di bocche affamate? • . Un uomo così equanime ed obbiettivo verso i governanti non era nato per sedere sui banchi di opposizione estrema di un Parlamento come quello italiano, travagliato dai tumultuosi riflessi di aspri e quasi insanabili contrasti di fondo, propri di una società immatura e piena di contraddizioni. Ciò non perché fosse un uomo privo di nerbo polemico e troppo mite per affrontare i duri scontri politici, così come ce lo presentano, in un interessante vecchio articolo della Voce Repubblicana, i r icordi di un discepolo, F. Bernardini. In realtà, la mitezza può anche stare in un uomo politico democratico. Diremo piuttosto che Bovio era nato per sedere in un Parlamento di tioo anl!losassone o scandinavo, dove le polemiche. oer quanto forti, son sempre sovrastate e concluse da un superiore e concorde interesse sociale e nazionale. Bovio sentiva un intenso desiderio di placare le dur e polemiche e trovare con gli avversari una suoeriore e r azionale concordia; ciò soprattutto in materia di politica esterna, « nella quale "• così si espresse una volta, « il più 15

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