Quaderni di cultura repubblicana

GLI ANNI DELLA GIOVINEZZA A Trani, cittadina della provincia di Bari, che si affaccia sull'Adriatico con un antico porto, il 6 febbraio 1837 nacque Giovanni Bovio. Il padre, Nicola, era un modesto impiegato di cancelleria, invalido della campagna napoleonica in Russia; la madre si chiamava Chiara Pasquini. Giovanni era il penultimo di sei figli, e rivelò fin da giovinetto mente pronta ed acuta, pur non seguendo studi regolari, sia per dHficoltà familiari, sia per la natura piuttosto anarchica dei suoi interessi intellettuali. Chi si mette da giovane per una tal via conclude spesso la sua esistenza nella confusione e nel fallimento, man· cando di seria disciplina negli studi e del riconoscimento di essi da parte della società, che chiede la garanzia di titoli chiari e legali; ma Giovanni Bovio, sorretto da due qualità notevoli - la severità verso se stesso e la comunicativa verso gli altri - seppe evitare quei pericoli. Nell'elogiarlo bisogna pure tener conto dei tempi in cui egli visse: tempi in cui gli studi erano in generale meno diretti e coordinati dallo Stato. Fatto sta che Giovanni Bovio, dopo essersi fatto scuola da sé, fece scuola agli altri con la medesima originalità, che piacque ed ebbe successo. Ben presto gli giunse, in provincia, l'eco delle battaglie risorgimentali, cui rispose con la sua voce tonante e con animo deciso di patriota mazziniano. Alla nuova Italia sorgente Bovio ventisettenne porse un dono col suo libro Il Verbo Novello, che intendeva come un poema filosofico della nazione. L'opera, scritta con intonazione assai enfatica, designava mediante denominazioni astruse e bizzarre tutte le sfere della vita naturale ed umana, cercando di definirle nella loro essenza: l'Universo vi era conside5

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