Quaderni di cultura repubblicana

UN CARATTERE BATTAGLIERO Cessate queste nuove fatiche di guerra, i due sposi si ritirarono a Lendinara nella serenità della casa e del brolo ereditati dalla famiglia di Alberto. Questi entrò a far parte del consiglio comunale e provinciale. Francesco De Sanctis osservò che Mario era una di quelle nature tendenti a tornare idilliche dopo le occasioni eroiche, e a riposar soddisfatte nel loro orticello. Ma, sebbene amasse la natura e l'arte, Mario non conobbe mai l'idillio e una tranquilla soddisfazione, perché, anche quando non combatteva alla baionetta, conduceva acri battaglie e polemiche con scritti e discorsi, o perfino minacciando duelli. Il suo temperamento era piuttosto portato all'estremismo, anche se l'intelletto, lucido e sveglio, gli dettava regole di equilibrio. Egli aveva il senso e l'interesse dell'arte, ma non è detto che l'arte sia sempre idillio: se si vuoi fare un accostamento psicologico con figure di poeti, bisogna pensare a Foscolo e a Carducci, i più vicini a Mario. Ma egli non era poeta e andava oltre nella disposizione alla lotta: la stessa cultura era per lui un'arma di lotta, non nel senso volgare che la usasse come strumento, ma nel senso che essa costituiva per lui la palestra ideale per la più appassionata difesa di quanto gli stava a cuore, ad un livello di lotta civile e aristocratica, come era la sua natura, e tuttavia veemente al pari di essa. UN DEMOCRATICO INDIVIDUALISTA Altro lato importantissimo nel carattere e nella concezione della vita di Alberto Mario fu il forte individualismo; 22

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