seguendo la sua aspirazione politica di indipendenza assoluta del suo regno, curava con particolare attenzione l'esercito su cui non si era riversata la paura degli anni più tardi, conseguenti al tentativo di Agesilao Milano. Le Due Sicilie si stendevano fra l'acqua santa e l'acqua salata, cioè, erano chiuse fra lo Stato Pontificio, l'Adriatico, il Tirreno e lo Ionio. Molte volte però, attraverso la frontiera pontificia erano scesi gli eserciti stranieri, come nel 1798 e nel 1821. Cura del governo era in quegli anni rinforzare le fortezze di confine, che erano Gaeta sul Tirreno e Civitella del Tronto sull'Adriatico. E così verso il 1842 il giovine ufficiale del genio fu spedito a Civitella per lavori di rincalzo a quella fortezza, estremo limite c difesa dell'antico reame. La cittadina di provincia non era accogliente e non aveva, per dire cosi, risorse, ma il Pisacane non era tipo da perdersi nella solitudine paesana. Giovane, bello, pieno di vita, avventuroso, assuefatto alla grande e immaginosa Napoli, aveva di quella metropoli nel sangue l'istinto cavalleresco. E a Civitella si imbatté in una vicenda amorosa che gli procurò noie e fastidi gravi, che ebbero il loro strascico doloroso davanti all'autorità giudiziaria. Il giovane uffi· ciale vi ebbe in conseguenza gli arresti e successivamente venne richiamato nella Capitale, ove subì una aggressione, forse ad opera di chi era stato implicato a motivo delle lamentate avventure giudiziarie, e alla quale felicemente sfuggi. Legato da vincoli di affetto con una donna bellissima, ma coniugata, a nome Enrichetta Di Lorenzo, trascorse ancora ulteriormente una esistenza agitata e inquieta fino al momento in cui si decise a interrompere la carriera mi· litare nell'esercito napoletano, nel quale aveva servito con molto successo. È questo, fra i tanti della non lunga e non facile vita di Carlo Pisacane, uno dei momenti più oscuri. perché non siamo in possesso di dati sufficienti ad accertare se furono &li eventi strani della sua vita privata agitata a fargli 6
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