Via Consolare - anno I - n. 2 - gennaio 1940

Discussioni e pokmiche, invocanti giustizia sommaria, roghi e auto-da-fè, hanno accompagnato la innegabil,e parabola ascendente della Radio italiana, una delle istituzioni di divulgazione del pensiero più accordate coi tempi che viviamo. Oggi la Radio, come chi è sicuro del fatto suo, ha fatto un gesto di coraggio affrontando non solo gli oppositori e gli uomini dei « ma ", confondendoli anzi nell' infinito numero dei suoi abbonati, col lanciare un grande plebiscito tra l,efolle italiane. Tra poco sapremo che cosa sarà venuto fuori da questo appello al popolo che richiama un poco (ma è solo molesta assonanza ; meglio ancora è una interferenza che non c'entra !} certi sistemi parlamentari. Ognuno dirà la sua.. Pro e contro. E pare che il numero non debba spuntarla sulla qualità, perchè occorrespifferare età, professione e sesso. Se le risultanze del referendum verranno rese note, il mondo degli studiosi e degli psicologi avrà a propria disposizione un materiale non disprezzabil,e per comprendere il mondo moderno e trarne oroscopi. Noi ora ci chiediamo una cosa: L'E.I.A.R. è intenzionata di dare retta ai suoi abbonati o ha lanciato il referendum a solo scopo di studio, oppure malignamente . per provocare la confusione delle lingue per cui, dimostrando quanti siano i dispareri, venga naturale la conclusione che l'unica cosa possibi/,e è che la Radio faccia il comodo suo e trasmetta quel diavolo che le garba ? 22 FondazioneRuffilli- Forlì P A.TTUOLI.A. DI PUNTA. LA RADIO Ci asteniamo dal commentare l'ultima ipotesi. Ci interessa la prima. Accontentare. Sta bene. Il pubblico paga e deve rimanere soddisfatto ; almeno questo dicono gli impresari di teatro. Ma, al di sopra della massa, esistono degli interessi che la superano, pure essendo in defi• nitiva rivolti al suo vantaggio, interessi nazionali, morali, artistici ..... Che farebbe l' E.I.A.R. se il referendum risultasse nettamente contrario all'opera lirica o votasse l'ostracismo per la musica da camera? Li abolirebbe forse? Così dovrebbe fare, per essere coerente a se stessa, se col re• f erendum ha inteso di ammettere implicitamente la sovranità popolare. I più vogliono così. I più di quella categoria sociale che rappresenta il gusto medio. Si deve fare così? Occorre che l' E.I.A.R. tenga sempre presente che alle classificazioni in superficie corrispondono altre classificazioni in profondità. E che non tutti i professori la pensano allo stesso modo. Che non tutti hanno la stessa intelligenza, la stessa cultura, lo stesso senso di responsabilità. E così pure che non tutti quelli che vanno dai venti ai trent'anni, posseggono lo stesso i111; yaBBia gusto standardizzato e che anzi, per ragioni lunghe da spiegare, proprio fra i giovani occorre diffidare dai pareri di quelli che parlano troppo allo stesso modo. Questa opera di cautela, di sondaggio della scheda di votazione va fatta inflessibilmente, anche a costo - se ciò potesse darsi - di scontentare de.finitivamente certo pubblico. Ci rendiamo conto delle esigenze del nostro Ente radiofonico che deve essere realistico e non prescindere clalle vere condizioni ed esigenze del popolo - non tutte buone - per riuscire a qualche cosa, per infondere pensieri sani nelle coscienze, come già ha fatto sotto l' impulso del Regime, e fa. Ma questo noi diciamo perchè non sia indotto a svalutare troppo certe minoranze nel conto assoluto e dare la giusta importanza a certe voci isolate che chiederanno intensificazione della propaganda artistica, cura della austerità anche morale che i tempi impongono ecc. ecc. Altrimenti la Radio invece di mettersi sulla strada del definitivo perfezionamento si sarebbe data la zappa sui piedi e si sarebbe lasciata chiudere in gabbia da un pronunciamento popolare da lei stessa provocato. SCHIFAM0NDO VIA CONSOLARE

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