Una città - anno VI - n. 48 - marzo 1996

B Un'industrializzazione del tutto fallita che ha devastato il territorio, un'agricoltura fiorente e creato conurbazioni simili, per tanti aspetti, a quelle del Terzo Mondo. Aree di sviluppo anche intenso. La produzione di tutto, compresi falsi e imitazioni di ottima qualità. Una creatività e un'imprenditorialità da recuperare. Intervista a Giuseppe Biasco. Giuseppe Biasco, sindacalista. ha fauo parte della segreteria regionale della Vii-Campania. Quando si parla del sud, si parla sempre di disoccupazione crescente, di gap crescente con il nord, addirittura di sacche di povertà, mentre, contemporaneamente, si fa riferimento a una ripresa, a situazioni di sviluppo. Puoi descriverci a grandi linee la situazione reale del sud'? Direi che nel Mezzogiorno, a partire dal dopoguerra, si sono veriute sviluppando grandi aree metropoa litane a fortissima conurbazione e terziarizzazione, che, sicuramente, assomigliano molto alle conurbazioni delle grandi realtà europee, avendo, però, tutti i problemi e le contraddizioni delle realtà urbane del Terzo Mondo. Sono realtà metropolitane dentro le quali si è sviluppato moltissimo il settore del- ! 'edilizia, con tutto quello che ad esso è collegato: speculazioni sulle aree fabbricabili, cambiamento delle destinazioni d'uso dei suoli, problemi ambientali gravissimi. A ciò si deve aggiungere, in vastissime aree del Meridione, un'industrializzazione completamente fallita , che ha lasciato dietro di sé la distruzione di intere zone agricole con un'erosione costante e continua della ricchezza agricola, delle acque, dei fiumi. La distruzione ciel territorio. il consumo del territorio, sono stati enormi. E' così che un territorio bello di per sé, con un clima accettabile, un ambiente ricchissimo di una fauna e una flora estremamente variegate, è divenuto la risorsa cui tutti hanno attinto nel modo più sconsiderato. Per esempio, chiunque, storicamente, abbia progettato qualcosa a Napoli, ha progettato sempre costruzione di case, abbattimenti cli alberi, ristrutturazioni urbanistiche che · allontanassero i poveri dal centro · cittadino per ammassarli in quartieri dormitorio alle periferie. Questo è il quadro a grandissime linee. Ora, la questione della povertà riguarda il sud come tutte le grandi realtà del degrado, della disperazione nelle grandi realtà urbane, dove lo sviluppo convive con l'assoluta mancanza di una qualsivoglia solidarietà sociale. Tutto questo si è accompagnato alla distorsione della vita di masse di persone che si sono dedicate ad attività illegali, semi-legali, clandestine o delinquenziali. Ma, per quanto strano possa sembrare, contemporaneamente nel Meridioneabbiamozone a grandissimo sviluppo economico: tutta la piana pugliese per l 'agricoltura, ad esempio, come alcune zone del salemitano. La stessa realtà provinciale napoletana è estremamente contraddittoria: a Napoli passi dalla realtà disumana della 167 di Secondigliano,cheèunquartiere estremamente a rischio dal punto di vista dei minori,delledonne, degli anziani, della clelinq uenza organizzata e quant'altro, a realtà ricchissime e terziarizzate, come San Giuseppe Vesuviano, che sono addiritt.ura leader in una serie di attività commerciali e produttive, quali, ad esempio, i blue-jeans oppure come Arzano e Casoria, dove ci sono aziende leader nel settore delle scarpe, e così via. Insomma, abbiamo realtà produttive che possono misurarsi benissimo con livelli internazionali accanto ad altre realtà che sono veramente degradate. E' uno sviluppo a macchia cli leopardo. Quindi, la situazione non è disastrosa ... Diciamo che nel Meridione, volendo parlare in termini puramente economici, ogni persona concorre per 70 unità di valore al prodotto interno lordo italiano. Ora. devi immaginarti che il valore medio europeo è I00-1 O I, il massimo di valore pro-capi te per uno Stato nel la sua completezza è quello della Danimarca, che è 125, mentre la Germania ha 11 O. Dentro la realtà italiana, la realtà della Lombardia è ben 137; questo vuol dire che la Lombardia è una realtà regionale che è al di sopra di ben 30 punti della media europea, ed è al di sopra anche del paese che ha il massimo del valore. Allora, quando noi misuriamo la realtà del Meridione con la realtà della Lombardia, la distanza è del doppio, due a uno. e risulta perciò incolmabile. Non raggiungi chi va a 200 chilometri all'ora se vai a 150. Detto ciò, va anche riconosciuto che 70 è una buona media di partenza per raggiungere la media europea. le kimberland non sono da meno dell'originale Se noi potessimo avere un piano politico generale, un'efficienza della macchina pubblica, vale a dire la funzionalità di regioni, provincie e comuni, se buona parte dell'imprenditoria del Meridione fosse convinta del ruolo del!' impresa nel vero senso della parola, che è di sfida e di rischio economico, non mirando solamente ad essere assistita com 'è successo negli anni passati, se noi avessimo una qualità professionale ben caratterizzata nei giovani che escono dalle nostre scuole, probabilmente nel giro dei prossimi dieci anni potremmo recuperare completamente il gap con l'Europa. Non quello con Milano, ma questo non è un problema di particolare ri Iievo. Quanto "sommerso" contribuisce allo sviluppo economico del Meridione? Effettivamente, sono le centinaia di piccolissimi laboratori che sfuggono completamente a qualsiasi regola e a qualsiasi governo, sprofondati nei vecchi "bassi", che una volta erano abitati e ora sono in gran parte occupati da laboratori di scarpe, di guanti, di camicie, di pantaloni, di jeans, ecc., a rappresentare la nostra Indonesia. Qui si vendono camicie per 18-20 mila Iire che possono benissimo concorrere con quelle che costano 50-60 mila. Perché? Perché oggettivamente questi laboratori abbattono tutti i c6sti di produzione, abbattono i costi di pubblicità, di merchandising, cioè della possibilità cli imporre la propria merce sul mercato. Quindi, con tuui i soldi dell'intervento straordinario, con i 40 anni di Cassa per il Mezzogiorno, con le migliaia di miliardi che sono comunque arrivati, si è sviluppato un inizio di capitalismo meridionale, che è identico, per molti aspetti, al capitalismo che si è sviluppato in Inghilterra, Francia e Italia nella seconda metà dell'Ottocento e che oggi comincia a mandare i suoi primi vagiti in una serie di realtà come Hong-Kong, l'Indonesia, l'Argentina, il Messico o che comincia a intravedersi, pur se in modo estremamente contraddittorio, nei paesi del l'ex "blocco sovietico". Il tutto ad un livello più avanzato, perché qui si è in grado di produrre di tutto, anche prodotti ad altissimo Iivel lo tecnologico, come pezzi di ricambio per computer, computer, videocamere, ecc., con nomi estremamente fantasiosi. Si è in grado di copiare tutto; qui è molto fiorente l'industria dell'imitazione: invece di Timberland si chiamano Kimberland, ma sono, in qualche caso, addirittura migliori delle Timberland originali e sono vendute ad 1/3 del loro valore. Oppure c'è l'industria del falso vero e proprio: le Timberland si chiamano proprio Timberland, e così si produceArmani, Versace, il Charro. Napoli in questo senso può produrre veramente di tutto. Accanto a questo c'è, poi, una realtà che comincia ad avere un proprio marchio, una propria identità. Basta girare per i mercatini, quelli più attrezzati, e lo si vedrebbe fisicamente: c'è chi vende roba usata e chi, invece, vende roba nuova a prezzi estremamente concorrenzia1i, prodotta nel Meridione non solo attraverso un meccanismo di violentissimo sfruttamento dei minori, ma anche, e qui sta la novità, attraverso l'appropriazione di una serie di sistemi tecnologici molto importanti. In questo senso oggi si sta verificando anche la trasformazione di camorra, delinquenza organizzata e quant'altro. Chiaramente tutto questo ti dà il senso di una povertà che, però, non è più la povertà di chi non ha soldi, ma di chi ha molto meno soldi di una realtà normale. Alla fine si riesce ad avere una condizione in cui la gente, attraverso stranissimi meccanismi, riesce a produrre un reddito che arriva al milione e settecento, al milione e ottocento mila lire al mese. Attraverso il lavoro della figlia, del padre, della madre, si possono permettere, in alcuni momenti, di andare in vacanza il mese di agosto, anche se l'anno dopo non lo possono fare. In breve, seguono i cicli di un mercato che è completamente, totalmente loro e che può essere addirittura in antagonismo con il mercato nazionale: se il mercato nazionale tira, loro hanno una grave crisi; se non tira, vanno bene, perché i consumatori, non avendo molti soldi, si orientano verso un prodotto di diverso valore. Ecco perché nel sud ci sono pochi hard-discount e, invece, molti mercatini: perchéc 'è addirittura un rapporto diretto tra la bancarella e il produttore. Quello che fa Stefanel con i propri prodotti, cioè venderli attraverso i propri negozi, loro lo fanno ad un livello molto, ma molto più piccolo, anche se notevolmente articolato. Quindi, possiamo parlare di povertà solo se la rapportiamo ad una società consumistica che non c'è proprio. Se noi dovessimo vivere secondo una nostra concezione della vita, che è una concezione meno

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==