Una città - anno V - n. 44 - ottobre 1995

storie di ragazzi B Il bar preferito, le quattro discoteche, il russo obbligatorio a scuola, i boy scout albanesi, la Tv satellitare, i 22 canali italiani captati. I ripetuti tentativi di un giovane albanese per raggiungere Rimini, dopo essere sbarcato clandestinamente in Puglia. 1 O ore al giorno per un milione e duecentomila lire. La sensazione di libertà. Intervista a Altin Musta. AltinMusta, 18anni, è un rifugiato albanese che vive in Italia dall'estate 1994. Quando eri in Albania eri studente oppure lavoravi? Insomma che vita facevi prima di venire in Italia? Quando stavo in Albania ero studente, non ho mai lavorato, il mio impegno è stato sempre questo: studiare. Sono sempre andato bene a scuola, ma mi ero stufato di restare in Albania; alla nostra età gli ordini non ti piacciono mica tanto, ti dicono sempre: "fai questo, fai quest'altro", mentre tu vuoi fare le cose a modo tuo. Così, in verità, non mi trovavo più bene. L'unico posto dove mi trovavo bene era la mia compagnia, i miei amici. Anche in famiglia stavo bene: c'erano i miei genitori, mio padre è un muratore e mia madre un' infermiera, e poi mio fratello che non sta più in Albania. Siamo due fratelli, e adesso stiamo tutti e due fuori. Così a casa sono rimasti solo i miei genitori. Li sento ogni tanto, mi dicono che stanno bene, ma non hanno i figli a casa e hanno voglia di vederli, allora dico a mia madre di non preoccuparsi perché un giorno tornerò. _Sonoin Italia per mettere da parte qualcosa di utile per continuare a vivere, cioè i soldi, ma non è solo per questo. L'Italia mi è sempre piaciuta, ho studiato l'italiano perché mi pacciono le lingue straniere, ho studiato anche l'inglese, sono capace di parlarlo. Ma non ho studiato italiano e inglese a scuola nelle ore di lezione, c'erano piuttosto dei professori che ci davano lezioni private. A scuola, invece, ho studiato russo, perché era obbligatorio, ma non mi piaceva proprio per niente. Io frequentavo la scuola generale, il ginnasio; sono arrivato fino alla terza superiore, poi ho smesso perché sono venuto qui. Dovevo fare un altro anno e poi avrei finito ed avrei avuto il diploma. E mi dispiace moltissimo di non aver potuto finire la scuola. La mia città è Valona, il punto più vicino all'Italia, sono solo 75 miglia marine. E' una città molto bella e uno dei motivi per cui sono qui e per cui questa zona mi piace è perché assomiglia un po' alla mia città: c'è il porto, il mare e soprattutto le belle ragazze. Quando stavo là per me la cosa più bella erano le amicizie. Finita la scuola andavo a casa e dopo mangiato studiavo, e anche se a scuola andavo abbastanza bene devo dire che studiavo poco, questa è la verità. Mia mamma mi diceva: "come fai a prendere questi voti se non studi?". Dopo aver finito di studiare, per un'ora, un'ora e mezzo anGROUP INTERNATIONAL davo a fare allenamento di calcio; ho giocato a calcio per tre anni nella mia città con la squadra under 18, e lì passavo il tempo perché il calcio mi è sempre piaciuto, è un mio hobby, insieme alla musica. Poi tornavo a casa, mi facevo un po' bello e uscivo fuori con gli amici la sera. C'è una cosa: di solito le mamme là non ti fanno stare fuori fino a mezzanotte, da noi si dice che alle IOsi contano le scarpe, dopodiché si chiude la porta e non entra più nessuno in casa, chi c'è c'è, chi manca sta fuori, per dirti ....Io di solito ero sempre puntuaie, a parte qualche serata particolarè. Insieme agli amici -eravamo in otto, dieci, un piccolo gruppo- andavo nel nostro bar preferito, ci raccontavamo com'era andata la giornata, scherzavamo, facevamo battute, poi magari qualcuno raccontava com' era andata con la sua ragazza, o con quella che gli piaceva, perché di solito alla nostra età si fanno quei discorsi lì. una doccia, un pasto e due ceffoni Nella mia città, che non è piccola, è la terza dell'Albania, c'erano tre cinema e noi ci andavamo sempre. davano i film americani: ho visto tutto Schwarzenegger, Van Damme, ho visto tutti i film d'azione che mi piacciono, i film di Bruce Lee... Andavamo, però, in uno solo dei tre perché negli allri due davano solo film pornografici che facevano proprio schifo, per parlare senza guanti. A volte andavamo in discoteca: c'erano quattro discoteche abbastanza grandi e belle, ma una in particolare era una cosa straordinaria. Quando l'hanno costruita c'era un albero che aveva una curva, un eucalipto credo, e l'hanno fatto entrare nella discoteca e usciredall'altrapartedel muro, una cosa stupenda, la fine del mondo. Lì ci andavo sempre, d'inverno tutti i weekend, stavo lì fino al mattino e non mi fregava niente di cosa dicessero i miei. A me piaceva star seduto sotto quell'albero, da solo, in pace, vedere i miei amici che si divertivano, perché ho un carattere così, quando vado in discoteca non è che parlo troppo, mi piace stare un po' in pace in quel mezzo buio a pensare alle mie cose. Poi facevamo delle feste tra amici: per esempio c'erano dei giorni in cui mio babbo e mia mamma andavano in ferie, come fanno tutti i genitori, e io, che volevo divertirmi, avendo la casa tutta per me, stavo da solo a casa per una decina di giorni, e tutte le sere venivano gli FORLI' P.zza del Lavoro, 30/31 Tel. 0543/31363 Fax 34858 Corriere Executive: già consegnato. amici. Facevamo un casino ... E quando mia madre tornava non capiva più niente, lasciava la casa in ordine perfetto e trovava un disordine altrettanto perfetto, non puoi immaginare. Mangiavamo, bevevamo ... c'era tutto perché lì la vita è un po' meno cara di qui, ognuno metteva la sua parte e si divideva tra amici. Avevo uno stereo grosso e grande, mettevo le mie cassette e tutti i vicini a mezzanotte si lamentavano, urlavano: "Basta, Alt in! Smettila!". Da noi, poi, le ragazze d'inverno le trovi fino alle otto di sera, le vedi andare in giro con qualche vicina, con la cugina, la madre, non vanno mai in giro da sole, scherziamo ... magari! Con i maschi escono accompagnate solo quando vanno alle feste, per esempio le ragazze della mia classe venivano quando c'era qualche festa di compleanno, in un caso così non ci sono problemi, perché lemamme si fidano, tanto ci conoscono. Questa era una cosa buona, che a me è sempre piaciuta molto, però questi momenti erano pochi. Quindi, nel gruppo eravamo tutti maschi, anche perché nei bar è di fficile trovare le ragazze. Ultimamente è un po' cambiato perché anche là hanno aperto dei posti belli, comodi, dove c'è tutto, come qui, ma ci sono posti dove trovi ubriaconi dalla mattina alla sera, non so dove trovano i soldi per bere. Se sei un maschio puoi entrare tranquillamente, ma alle ragazze non conviene. Da noi è una cosa fuori legge dire le parolacce, è la legge della famiglia, no11succede mai, come invece capita qui, che una figlia dica alla madre: '·ma vaffanculo ...", da noi non esiste proprio; io sono un maschio ma al mio babbo o alla mia mamma non ho detto mai, ma mai, una parola del genere perché se lo avessi fatto, anche avendo ragione. mi sarebbe arrivato uno scapaccione in testa ... Figuriamoci le ragazze. Il rispetto per i grandi è al massimo. Per cui quando entri in un bar dove ci sono solo maschi ... a volte se la barista è una donna magari tieni un po' la bocca chiusa, non dici parolacce, ma se il barista è un uomo, tutti sono uomini. capirai cosa succede, "porco qui, porco là..."'. E questo non è affatto divertente, a me non è mai piaciuta questa cosa. In discoteca invece le ragazze le trovi perché una viene con il suo ragazzo. una con il fratello, una con il cugino, oppure vengono insieme alle amiche, però stanno fino alle IO, non di più. Ho anche fatto per due anni il boy scout, sono stato una specie di capo, capo squadra; due estati fa sono venuti nellamia città 700 boy scouts italiani, i gruppi di Roma, Napoli e Firenze mi sembra. E' così che ho cominciato a imparare l'italiano. Fare il boy scout è una cosa bellissima, abbiamo fatto dei campeggi in montagna e al mare, sono stato in posti nel mio paese che li puoi vedere solo se vai, che so, in Arizona: sono dei posti stupendi, una magia secondo me. Puoi raccontarci dei tuoi tentativi di venire in Italia? Devo dire che prima che mi venisse quest'idea non avevo mai pensato di lasciare la mia casa; l'Italia mi era sempre piaciuta, ma per farci un viaggio, non per viverci. Ormai, però, era diventata un'ossessione, mi ero fissato che volevo venire in Italia e basta. Prima di arrivare l'anno scorso, avevo già tentato tre volte di attraversare l'Adriatico: le prime due mi avevano beccato sulla costa albanese, la terza, invece sono riuscito a superare la sorveglianza albanese. lo non ho pagato nulla a nessuno, perché se avessi avuto quei soldi che servono per il trasporto dei clandestini, avrei viaggiato seduto per bene. Non sono mai passato attraverso chi organizza il traffico dei clandestini. Sono sempre passato da solo. Sono arrivato a Otranto sotto un camion per nave. ma quella volta le guardie di finanza mi trovarono, perché non fu un cane a guardare sotto il camion, ma furono le guardie stesse. Mi hanno beccato e mi hanno tenuto nel loro ufficio al porto, mi hanno dato da mangiare e da bere, mi hanno fatto fare una doccia e dato due ceffoni, perché li ho fatti incazzare: mi hanno chiesto delle cose che non sapevo, delle cazzate, e non erano cose che riguardavano me o loro, così uno di loro si è incazzato e mi ha dato due ceffoni, mentre il superiore lo ha rimproverato. Dei quattro che erano presenti, solo uno ce l'aveva con me, gli altri tre si sono comportati benissimo; infatti, dopo abbiamo scherzato e guardato la tv insieme, ma il mattino dopo alle 11 ho dovuto riprendere il traghetto per Valona, lo stesso con cui ero arrivato: viaggia ogni giorno. Quando sono arrivato in Albania. mi hanno preso le guardie albanesi e loro mi hanno dato dei bei ceffoni; infatti lì il modo di comportarsi è brutto con la gente, non gli interessa se sei minorenne o meno, ti possono dare schiaffi o calci e tu non puoi denunciarli. lì è molto diverso. lì non c'è legge. Un'altra cosa che non mi piaceva in Albania, e che mi ha spinto a partire. era che la libertà per i giovani è inesistente, devi fare sempre come dicono gli altri. i grandi. Io credo che noi giovani albanesi per riuscire a fare qualcosa, -i cazzi SOFTWARE- SYSTEM HOUSE CENTRO ELABORAZIONE DATI CONSULENZE INFORMATICHE CONSULENZE DI ORGANIZZAZIONE CEIMS: - CORSI DI FORMAZIONE Soc. Coop. a r.l. Via A. Meucci, 17 - 47100 FORLI' Tel. (0543) 727011 Fax (0543) 727401 Partita IVA 00353560402 no1.1ri,per dirla in maniera brutta-. runico modo è ~lato ~capparc. La prima cosa che manca ai giovani, ed è la cosa più utile, sono i soldi. Anche se hai molta fantasia, se ti mancano i soldi non puoi far nulla e non è che i soldi per me siano qualcosa di troppo importante. Poi se per esempio volevo andare in giro con i pantaloni strappati, i capelli lunghi o un orecchino, visto che a me piace I' heavy metal e volevo imitare Axl Rose, il cantante dei Guns ·nRoses,questonon era possibile non solo in casa con i miei, ma neppure a scuola con i professori: mi dicevano continuamente di cambiare abbigliamento e di tagliarmi i capelli. Ma io sono un po' testardo e facevo lo stesso come volevo io. Ti faccio questo piccolo esempio personale perché vi sia chiaro il clima soffocante in cui vivono i ragazzi albanesi. Per il quarto tentativo, invece, mi ero accordato con un mio amico, ma lui aveva dei grossi problemi per cui alla fine ha rinunciato e io ho deciso di partire da solo. Mi sono messo al posto da dove dovevo partire, c'erano dei grandi camion che fanno commerci fra la Puglia e l'Albania. Era quasi un mese che aspettavo il "mio" camion, cioè il camion che piaceva a me. E finalmente è arrivato e così ho trovato il momento giusto per aggirare la sorveglianza della polizia al porto, mi sono messo giù steso, aggrappato sotto il camion e tutto è andato via tranquilo. Dopo un'ora il camion è entrato nel traghetto, le guardie albanesi non hanno controllato nulla, "magari questa è lamia occasione•· ho pensato. sulla costa pugliese i poliziotti sono ·fitti fitti Poi ho viaggiato per quasi cinque ore sempre aggrappato sotto il camion: nel parcheggio del traghetto non potevo stare perché c'era la guardia. Arrivati sulla costa. ho sentito i rumori della nave che si stava fermando. Ero contento, non ero stanco perché la stanchezza ormai non la sentivo più; avevo, però, un po' di paura. Altre due ore sono stato lì, perché il camion dove ero io si trovava in fondo alla nave e quindi doveva aspettare che uscissero tutti gli altri mezzi. Erano. quindi. già otto ore che stavo steso sotto il camion. Per un'altra ora poi sono stato fermo al porto, m'è arrivato un bel cane qui. uno dei cani della Guardia di Finanza che fanno i controlli per la droga e le armi. ma io non avevo né droga né armi, sono pulito e quindi non mi ha scoperto. C'è poi voluta un 'altra oretta per arrivare fino alla casa dell'autista. Arrivato a casa, l'autista se ne è andato a dormire tranquillo, io ho aspettato il momento buono per uscire fuori, il parcheggio era molto ampio: c'erano tre o quattro camion e un cane tedesco molto grande, legato a una catena lunga, che so. venti metri. Appena uscito. sono rimasto così. fermo, il cane mi è venuto vicino a due metri di distanza, io sonori masto per almeno dieci minuti immobile come un pezzo di legno, poi il cane se n'è andato per affari suoi e io sono andato a dormire. Sono entrato nel camion, ho fatto un po' il ladro lì, ma non ho rubato niente. sono solo entrato per dormire. Ho dormito, o meglio ho fatto finta di donnire. Eraestate, fine luglio. anzi per la precisione era il 23 luglio '94 quando sono entrato in Italia. Alle sei del mattino mi sono alzato. ero tutto sporco del grasso del camion, tutlo Lutto,non c'era un punto libero da poter dire: "questo è bianco, è carne, è la pelle". Poi ~ono uscito, ho girato per la campagna intorno a Otranto per una mezz'oretta e ho trovato due anziani che lavoravano nei campi. Quello è stato il mio primo contatto con gli italiani. Appena mi hanno visto così sporco mi hanno detto: "ciao ragazzino, sei del!' Albania?", e io: "sì, perché si vede?". Loro mi hanno chiesto se avevo bisogno di qualcosa e io ho risposto: "se c'è una fontana qua vicino solo per lavarmi e un paio di panni puliti, se li avete mi fate una grande cortesia". Loro veramente mi hanno dato un grande aiuto, perché in quello stato non potevo proprio andare in giro. Mi hanno portato a casa, mi hanno dato da mangiare, da bere, tutto quello che mi potevano dare. Anzi volevano anche tenermi con loro: "puoi restare per un mese, se vuoi, ti diamo tutto quello di cui hai bisogno e poi se hai voglia di andare, te ne vai". Solo che lì girava sempre la polizia: sulla costa pugliese la polizia è fitta come la gente in questa piazza. Così sono andato via da lì e, sempre camminando a piedi, avrò fatto 4 km., sono arrivato su una strada e ho fatto l'autostop perché avevo sentito dire che in Italia tutti ti prendono se fai autostop, basta tenere il dito così e sei salvo. Si è fermata una macchina con un ragazzo sui vent'anni che mi ha dato un passaggio, io lo ringrazio ancora perché, appena siamo partiti, sono passati i poliziotti. Proprio in tempo! Lui mi ha portato fino a Poggiardo, 8 km. da Lecce e lì, avevo 20.000 lire, ho comprato il biglietto, ho mangiato qualcosa alla stazione e ho preso il treno per Lecce. Come sono sceso dal treno. ho visto un mio amico che era arrivato con la stessa nave, solo che lui aveva fatto un'altra cosa, non si era messo sotto un camion, era stato sovracoperta, ma non so come abbia fatto, perché non me l'ha detto. Mi sono detto: ·'adesso ho trovato un amico, almeno avrò compagnia". Lì alla stazione di Lecce aspettavamo il treno per venire al nord. La mia destinazione era Rimini, avevo già deciso, perché lì abitavano degli amici ed anche un mio cugino. Il treno era in stazione, ma i poliziotti erano sempre tra i piedi. così non siamo potuti salire. Insieme, allora, abbiamo deciso di andare verso l'autostrada pensando che magari qualcuno ci avrebbe preso su con l'autostop, visto che passano tante macchine. Giunti ali' autostrada, ci siamo messi a camminare e abbiamo camminato sempre, finché non abbiamo avuto più forze per andare avanti: eravamo proprio cotti. L'autostop non funziona tanto in autostrada! Abbiamo camminato a piedi fino a Brindisi per un giorno e mezzo, per 36 ore. C'erano dei momenti in cui facevamo la corsa, altri in cui riposavamo. Vicino a Brindisi c'è un crocifisso e lì abbiamo trovato un signore che aspettava di entrare nella sua corsia e che ci ha preso su e portato alla stazione perché lavorava lì. Ho avuto molta fortuna. lo so. Abbiamo. quindi, preso il treno e. finalmente, dopo aver fatto dei chilometri anche sul treno. sono sceso a Rimini. mentre il mio amico ha proseguito per Bologna. Erano le 7-8 della sera. Adesso conosco Rimini come fosse Valona, ma appena arrivato ti puoi immaginare! Sono rimasto un po' in stazione e stavo, senza saperlo. in un posto pericoloso! Hai presente cos'è la stazione di Rimini? Nessuno, comunque. m'ha dato fastidio. ognuno se ne stava per i fatti suoi. DIFFUSIONE SPECIALISTARTICOLIDABAMBINO CENTROCOMMERCIALE«ILGIGANTE» BABYCROSS · GIGANTE ViaCampodeiFiori47100Forlì Tel.0543/721023Fax0543/724797 BABYCROSS · RIMINI ViaNuovaCirconvallazion2e1, 47037Rimin(iFO)Tel.0543/777552

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