Una città - anno IV - n. 35 - ottobre 1994

uno dei punti di non ritorno, su cui la posizione del la chiesa deve saldamente a11cs1arsir,inunciando al quale clivcntcrcbbc difficile rondare gli stessi cliriui umani su un piano razionale e quindi fondare la difesa dcll.l dignità umana. Ma la stessaintransigenza Giovanni Paolo Il l'ha dimostrata anche sul versante del la pace. Ha certamente spinto la teoria della guerra giusta. che la chiesa aveva elaborato e tenuto costante nel corso dei secoli, in un punto così avanzato da consentire una condanna durissima, come in precedenza soltanto gli ultimi pontificati avevano fallo, della guerra e nello stesso tempo fino ad arrivare alla necessità cli prevedere strullurc internazionali che possano prevenire o anche punire chi in qualche modo si fa artefice di un gesto bellico. Il concello di ingerenza umanitaria, che è un'evoluzione interna alla teoria della guerra giusta, alla luce della neces ità della pace e degli trumenti di aggiornamento della pace, del primato della pacee della difesa della vita, viene spinto fino al punto di moderare una delle clausole che in questo secolo era sembrata essereaddirittura una grande conquista democratica: 1• autodeterminazione dei popoli. Non è più un principio esclusivo da non consentire, di fronte alla violazione sistematica dei dirini umani, un intervento cli nalllra umanitaria. ma può spingersi fino adazioni cli contenimento auraverso l'utilizzo della forza. Da questo punto di vista. le due ultime encicliche di Giovanni Paolo 11, Cen1esimusannus e Veri1a1is Splene/or. che vanno !elle in sequenza, l'una come il seguito e il completamento dcli' altra. rappresentano un progetto unitario. Esse hanno di fronte a sé l'inganno e il disastro clc11·u1opiatorica (marxismo e socialismo reale). l'inganno e i I disastro del relati vismo scellico (I· individualismo consumistico). Vi è in e se, ul piano della comunicazione esterna. la consapevolezza della leadership morale che il papa e~crcita in risposta al vuoto morale del mondo di oggi e la volontà. verso l'interno, di ridurre d'autorità. cioè facendo crescere il peso del magistero ecclesiale e egnatamentc ciel 1•autorità papale nei pronunciamenti sui temi della morale, il concetto di a111ono1111i1a10rale. sia sul lato della ricerca che su quello del vissuto. Un intransigentismo post-conciliare, che riesce a recepire e acondurre innanzi la riflessione sul piano della morale sociale (tema ciella pace, cliri110 internazionale. ingerenza umanitaria. do11rinasociale del la chiesa, democrazia economica), e, ad un tempo. produce una riaffermazione conservatrice dcl1· etica tradizionale di fronte al permissivismo morale (aborto, eutanasia, contraccezione. clivorzio, omosessualità). Da questo punto di vista le due ultime encicliche, le11eassieme, contengono l'insieme degli orientamenti generali del pontificato in materia di morale. Le due encicliche formalizzano lo scontro storico ed esistenziale, drammatico tra verità e libertà. Ma non vi è sufficiente circolarità ermeneutica tra le due: si opta, di fallo. per la verità. Il secondo capitolo della Veri1a1is splene/or è paradigmatico: legge morale e autonomia personale; ordine morale ogge11ivoe coscienza sogge11iva;alti concreti e opzione fondamentale. costillliscono le diadi di questa tensione. ma nella rispostasi è cmprc suI primo dei due elementi, senza che tuttavia il secondo venga negato. li principio antropologico che viene così definito vede il predominio dell'oggettivismo morale, delle sue sicurezze, a fronte del dramma storico che descriverebbe di più una antropologia del confli110 e dunque un'etica del confli110. C'è nel magistero del papa il desiderio di un'antropologia integrale (grava una certa matrice pessimistica nella concezione globale dcli' essereumano, segnatadal peccato originale, Cf. le analogie con l'enciclica Hu111angi eneris di Pio Xli); e una visione della morale come difesa della persona. Sia la Cen1esi111uas111111s (parte economico- politica), che la \leriw1is Splendo,· si muovono su una propo. ta morale cristiana in contra. to con le derive sul piano del co. tume diffuso della cultura a11ualc,di cui, lucidamente. tracciano un bilancio fallimentare: scristianizzazione e perdita della dimensione religiosa della morale: idolatria della libertà individuale; spirito tecnico-pragmatico; la prosecuzione del mito prometeico di manipolare la natura (oggi quella umana); la metodologia del dubbio. Di fronte a questa situazione la propo\tadcl papaèqucllacli un'etica fondata sull'ordine oggcuivo della natura(legge naturale): un'etica dei valori univcr~ali e assoluti, J"oggc11ivismomorale degli alti e dei principi. li lato della comprensione delle condizioni degli uomini è costantemente svolto dai gesti pastorali del pontificato, più che dal lato do1trinalc (cf. il bacio all'ammalato di Aids, durante il 2° viaggio negli Usa nel 1987). Il radicalis11101110rale d l papa.che lo fa annoverare (sopra11u110all'esterno), politicamente, a sinistra sui temi sociali e a destra su quelli di morale personale,mentre haconsentito uno sviluppo culturale (non privo cli critica) all'interno della chiesa e fra gli stessi episcopati, lascia sollo una luce schematica la cosicldc11acultura '·progressista", prigioniera di un difc110cli fondazione morale e razionale del pri neipio elci diri11iumani e tulio sommato poco inquieta, per non dire appagata, circa la sorte delle donne e degli uomini cli questo tempo. Per chiudere volevo tentare un paragone con Paolo VI: un papa ormai impotente, disperato, che si dice pregasse per liherare la chiesa del suo peso, ma che prima di morire trova la forza di ergersi con Dio per Moro, che La testata UNA CITTA' è di propneta della cooperativa UNA CITTA'. Presidente: Massimo Tesei. Consiglieri: Rosanna Ambrogetti, Paolo Bertozzi, Rodolfo Galeotti, Franco Melandri, Gianni Saporet11,Sulamil Schneider. Redazione: Rosanna Ambrogetti, Marco Bellini, Fausto Fabbri, Silvana Massett1, Franco Melandri, Morena Mordenti, Rocco Ronchi, Massimo Tesei, Gianni Saporetti (coordinatore). COLLABORA TORI: Rita Agnello, Edoardo Alb1nati, Loretta Amadori, Antonella Anedda, Giulia Apollonia, Giorgio Bacchin, Paolo Bertozzi, Patrizia Betti, Barbara Bovelacci, Vincenzo Bugliani, Paolo Cesari, Michele Calafato, Dolores David, Liana Gavelli, Marzio Malpezz1,Gianluca Manzi, Carla Melazzini, Linda Prati, Carlo Polet11,don Sergio Sala. Grafca: 'Casa Walden". Fotoliti: SCRIBA. In copertina: Sarajevo '94. 1no 1anco -t, ,. " .,, [,,,. ~:•:d >;_:". .,~:~:--:--:~' " ,'-> .;-;;~~;~;~~:-;:, : >~.;:.;~.:.,; < ~t~:~{~{:i:}~~: ~ ':.:,:~:.-; ~: : =:~::i::> :: .;::,;:~;?!,~~t~!~t~I • ">: : <. .,·\? »~~: » lascia il posto a un papa potente, intraprendente, che cambia la faccia della terra, ma che poi, strada facendo, sembra diventare sempre più tormentato, anche lui, alla fine disperato ... Le analogie producono sempre un certo cffc110e questo è il loro limite. Questa immagine di Paolo VI ripiegato su sestesso è un· immagineche in parte non corrisponde al la realtà e per quel tanto che corrisponde alla realtà è riferibile soprattullo all'ultima fa e del suo pontificato. Paolo VI è stato il Papa che ha consentito la celebrazione del Concilio, il suo completamento, la sua gestione nelle Chiese locali e -ma qui il discorso sarebbe lunghissimo- con una sostanziale capacità di invcramcnto dei disegni conciliari. E se certamente vi sono traili di grande divcrsit[1 fra i due, di natura culturale e biografica, per quanto riguarda la concezione e la gestione ciel pontificato vi sono alcune analogie. Questo Papaè per molti aspclli un ,)f,,,"4.,,.f!J'.,.'>.,. .,>,,,❖:,0.'i#>( (' *~ v ~?o<,'>-•~.,..=<• /.lf .. s.X-~,Y_ ~; ~ ::~:::: ;;~~;~::~ ~I:~~;:~: t1~~~ ~t ~-.)0,..-..~.... »•.i,.'\. ~(.,:>. continuatore cli Paolo VI, ad e empio sul versante dell'elaborazione dei dirilli umani, tema molto sentito da Paolo VI e che sollo il suo pontificato haconosciuto alcuni dei testi più belli della Chiesa in questo secolo: la Populorum Progressio certamente è uno di questi. Ma anchequella preghiera suMoro. che è una preghiera personalmente molto sofferta daparte del Papaper i legami di amicizia con Moro, per i legami culturali e spirituali con il nostro paese,ha unaqualche somiglianza con alcune invocazioni recenti cli questo Papa. Si traila del successore di Pietro che di fronte a situazioni limite non si limit.l a pregare Dio perché qualche cosa accada.ma nel l'una e ncl1' altra occa. ione questi due papi hanno pregato per Dio, intendendo con questo qucll'invcramcnto di somiglianza di Dio che l'umanità ha bisogno cli a11uarce che è una somiglianza interna aDio stesso,di cui Dio stcs. o ha bisogno. E' una teologia cli un Dio sofferente. che pal iscc per l'uomo. on è un' invoca1.ionc per 011cncrcqualcosa. Nel caso di Moro non c·era più nulla da ollenere e infa11i la lamentazione che Paolo VI lancia è: "tu non hai esaudito la nostra preghiera", così come anche la preghiera su Sarajevo è impotente, perché r eccidio è accaduto, accade, accadrà. A partire dal dolore, la preghiera è una preghiera che coinvolge Dio. a partire dal dolore dell'uomo e da quello di Dio per l'uomo, è una messa in gioco della sua stessadivinità, della suasignoria sulle cose. Vi è un'analogia profonda fra l'impotenzadellacroce e l'invocazione della preghiera. Qui siamo al centro degli eventi più veri della teologia cristiana. E questi risultano tanto più importanti quanto più il luogo da cui parte l'invocazione è un luogo limite. decisivo per l'uomo non solo per le sue sorti fisichccsistenzial i, ma per 1•insieme del la sua umanità che è anche culturale, storica. E' il cristiano che prega nel limite e dal limite, nel limite opaco del quotidiano, dal limite della storia. - INTERVISTE: A Ciii l?iva: Ma~simoTesei.A Gia11Jra11cBorunei/i: Gianni Saporctti.A Giuliano Pisapia: Gianni Saporetli.A Luigi Ma11co11i: Marco Bellini. A Edirh Bruck: LianaGavclli e MassimoTcsei. A Pcwlo Virno: Marco Bellini. A Ma.1.1i111/l0ardi: Marco Bellini. A Alfonso Berardinelli: Rocco Ronchi e FrancoMelandri. A Laura Paria11i: Ro~annaAmbrogctti e FrancoMclanclri. FOTO: cliFau~tor-abbri. Copertinaepagg.2-3: cliRenzoPirini. A pag.8-9: tratta dal libro The chro11ic/eof rhe Lod-::ih. e110 1941-19-14 di Lucjan Dobroszycki. A pag. IO-I I: cli SalvatoreSparavigna. A pag. 16:di Berne!Gorncr. Questo 11u111ero è sww chiuso il 3 011obre '94. UNA ClffA' 5

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