Una città - anno IV - n. 31 - aprile 1994

ammazzato in Portogallo, a Cascais, dove passava le vacanze con i Savoia; Michele Zaza se ne va in Costa Azzurra, un altro se ne va in Argentina, e anche questa dislocazione lascia libero il territorio. La camorra, con quelle caratteristiche storiche, di struttura di mediazione sociale. di ammortizzatore sociale, viene meno: al suo posto c'è un'organizzazione criminale di tipo più mafioso. più interessata al controllo del territorio e delle attività criminali sul territorio. Non a caso la Campania conosce le estorsioni, che prima erano episodi sporadici, quindi traffico di droga, traffico di armi, con una estrema polverizzazione. Nell'83, all'epoca del maxi-blitz, erano una ventina i capi clan sul territorio, oggi solo a Napoli sono I00; nella provincia 150. La camorra dimostra grande intelligenza e grande capacità rendendosi conto che è inutile correre dietro agli appalti - solo alcuni corrono dietro agli appaltimentre quelli con maggiori capitali tendono ad occupare gli snodi fondamentali dell'edilizia: movimento terra e fornitura di calcestruzzo, che sono due segmenti fondamenta) i. Per la terLacorsia dell'autostrada loro fanno gli sbancamenti e forniscono ilcalcestruzzo; è comunque un grande appalto dello Stato che finisce nelle loro mani, altrimenti su quel territorio non arriva il calcestruzzo e il lavoro si ferma. Le grandi infrastrutture, sia per quantità di materiale sia per tipo di appalto, favoriscozioni, con le forze dell'ordine, con la guardia di finanza, cioè questo reticolo di relazioni inconfessabili, è il reticolo che porta al la forza dellacamorra, che oggi ha messo le mani sull'affare del secolo: la gestione dei rifiuti. Per la società considero molto più pericolosa la camorra che controlla tutto il settore dei rifiuti in Campania, le discariche, che ha tutti gli appalti con i Comuni, che cura la distribuzione del calcestruzzo, che oggi controlla la grande distribuzione commerciale, che ha investito in supermercati e in ipermercati. La parte militante che sta sul territorio, compresa la microcriminalità, tipo il banchetto del contrabbandiere, si combatte con strumenti polizieschi, ma io so che le sigarette per il contrabbandiere si comprano alla fabbrica della Philip Morris in Svizzera, perciò se voglio mettere le mani su chi controlla questo traffico, non devo cercarlo nei vicoli di Napoli, devo andare a Ginevra, vedere le transazioni bancarie, perché lì è tutto lecito, tra l'altro. Chi è che acquista le sigarette che poi arriveranno in Italia? La pensata di Formica, che disse alla Marlboro: per un mese ti tolgo dal mercato, aveva una sua logica. Però niente vietava di andare alla Mariboro a·vedere chi faceva gli acquisti, i contratti, su quale banca si appoggiava. Aquel punto l'hai stroncato ali' origine. Però tu, che stai al Comune, non puoi andare alla Philip Morris, e ti resta il no questo tipo di cose molto di più che non contrabbandiere del vicolo... la costruzione di abitazioni. Quando si Si è discusso anche di questo: molta parte vede che sono state costruite molte più di questa illegalità è in violazione delle autostrade che non case per i terremotati, la nonne e dei regolamenti comunali. Sul spiegazione è questa. E' unmeccanismo su settore del commercio sto tentando di fare cui guadagnano tutti: i tecnici, i politici. i un'operazione di pulizia, perché la magcamorristi. Gran parte delle costruzioni gior parte di loro, approfittando di una realizzate sulla costa jugoslava e sulla co- certa situazione, ha aperto senza licenza di sta spagnola sono grandi investimenti fatti commercio. dalla camorra. lbiza è tutta dei napoletani, alcuni grandi alberghi di Madrid sono dei napoletani. Antonio La Torre è andato ad investire ad Aberdeen, nell'estremo nord della Scozia. veri e propri imprenditori attenti al mercato, anche perché a volte fare dei quartieri spagnoli una specie di discount center preferiscono dislocarsi per aggirare pro- Stiamo facendo una verifica sui negozi blemi di conflittualità che hanno qui. aperti: quelli che non hanno licenza li chiuAnche loro hanno rivolto Io sguardo a do, ma è difficile che uno investa centinaia Londra e a Parigi... di milioni senza essere in regola. ComunUn altro fatto importante di questa camor- que se viene chiuso, ha la possibilità di ra imprenditrice è che è andata ad occupare sanare. un altro degli snodi fondamentali, tutta Ho messo in piedi laConsulta Anti-camor1'industria dei rifiuti, e questo è importan- ra delle associazioni produttive della città, te, perché lega capacità di controllo del per fare questo discorso insieme a imprenterritorio e possibilità di mettere le mani in ditori,commercianti,artigiani. Stiamopenun affare per realizzare il quale hai però sando di fare dei Quartieri Spagnoli una bisogno del rapporto con l'amministrazio- sorta di discount center, in modo tale -visto ne pubblica. che loro sono espertissimi in queste operaE allora hai le discariche e ci fai anche zioni di stockaggio, comperano tutto I' ininvestimenti di tecnologie, così cominci ad venduto delle fabbriche al nord, e lo rivenallargarti: io ho le discariche, voi al nord dono qui- da aprire delle attività commeravete i rifiuti tossici, ci pensiamo noi a ciali. L'idea è di fare un'area commerciale smaltirli. con certe facilitazioni, stiamo studiando All'assessore provinciale che dovrebbe cioè una strategia di rientro nella legalità, controllare questi lavori diamo 10 lire a di emersione dall'illegalità. quintale e sta zitto. Rapporti privilegiati Abbiamo a Napoli tutta una serie di azien- cftJTIU treoè~i,cGiflde cfie f~j° aica1i della legalità, lavoro nero, lavoro a domicilio, non riescono neppure ad espandersi, non hanno nessuna competitività sul mercato, anche se sono bravi come artigiani. Ad esempio, quelli che lavorano per Valentino e fanno prodotti che si vendono nei negozi di lusso, sono magari gli stessi che poi fanno i falsi di Valentino e degli altri! Allora, invece di fare i falsi bisogna sllldiare il modo di farli lavorare sfruttando le loro capacità. C'è la produzione delle musicassette false, e il produttore si pubblicizza con gli adesivi ''Mixed by Henry" persino sui giornali locali, i suoi sono falsi d'autore, il suo marchio è una "garanzia di qualità'', ovviamente è tutto illegale... il valore simbolico della deposizione pubblica delle armi Noi abbiamo una produzione impressionante di video cassette falsificate sempre più sofisticata e perfezionata. D'altra parte abbiamo una situazione in cui di contrabbando di sigarette vivono circa venticinquemila persone, tutti sottoproletari, generalmente senza scolarità, che vengono da un contesto in cui il lavoro illegale è la regola. Un contrabbandiere avviato non guadagna meno di 200.000 lire al giorno, i più precari ne guadagnano 30-50.000. Oggi il contrabbando copre le 24 ore, il turno di notte lo fanno gli extracomunitari che comunque guadagnano più che se facessero qualsiasi altro mestiere. Il problema è che c'è una situazione in cui sono disponibili delle opportunità di tipo illegittimo, gestite da un'organizzazione criminale che comunque svolge una funzione sociale: offrono lavoro. offrono opportunità di sopravvivenza. La camorra è proprio questo: un meccanismo di regolazione sociale. Si tratta di applicare la teoria sulla distribuzione delle opportunità: una società funziona quando ha molte opportunità legittime e poche illegittime, residuali; quando invece le chances legittime si riducono sempre di più e le illegittime si allargano e si differenziano sempre di più è chiaro che ci sarà una quantità enorme di persone sempre più in difficoltà che si orienterà verso queste opportunità. Sono convinto che basterebbe togliere il monopolio per eliminare il contrabbando, quello che lo stato incassa con le sigarette lo può far rientrare in altro modo. come del resto tutti i paesi che hanno tolto il monopolio. A Napoli c'è veramente di tutto: sigarette, musicassette, bonsai falsi, oggetti di importazione coreana. Questa creatività, questa capacità di copiare e di produrre a basso costo ha fatto lo sviluppo della Corea; qui a Napoli, poiché i capitali che vengono investiti sono di provenienza illecita, i venditori non possono uscire allo scoperto e questa creatività viene sprecata, invece io sono convinto che, operando su una serie di opportunità legittime e sulla riduzione fino alla quantità fisiologica delle opportunità illegittime, ci sarebbe una grande trasformazione. Naturalmente non ci si mette un anno o due, è un processo che va avviato e nello stesso tempo si comincia a lavorare sulla scolarizzazione. La scuola deve trasformarsi. deve essere una scuola pensata anche per questi ceti, quindi anche a tempo pieno o prolungato. La prima società deve farsi carico della seconda e per farsi carico deve saper rinunciare a qualcosa di quello che ha sempre utilizzato per sé. Non è più possibile un meccanismo di questo genere: prima ti mangio tutte le risorse, poi al massimo tidò l'elemosina, la sovvenzione o la tolleranza. Il meccanismo si è sviluppato così perché c'è sempre stata una città tollerante, di una falsa tolleranza, in realtà non viene incontro ai bisogni della gente, ma li ignora, e questo anche da parte della Chiesa, che troppo spesso insegna che con i deboli, con i poveri, bisogna essere tolleranti. Questa è la peggiore falsa coscienza. Ea proposito delle centinaia di camorristi pronti ad arrendersi? Alcuni di loro hanno parlato anche con me. La situazione è questa: lo stato è intervenuto su alcuni punti importanti della camorra che controlla il territorio e Carmine Alfieri o Pasquale Galasso hanno firmato il contratto di collaborazione con lo stato, ma in cambio hanno chiesto la salvaguardia del patrimonio. L'operazione che mi sembra venir fuori è, da un lato, di scaricare tutti i politici che li hanno sostenuti, dall'altro scaricare la manovalanza. La manovalanza è entrata in crisi -cosa può dire di nuovo che i boss non abbiano già confessato?-, non ha più potere contrattuale, e a questo punto chiede di avere anche lei una chance, chiede di dissociarsi. La deposizione simbolica delle armi davanti al palazzo di Giustizia di Salerno ha questo significato, vuole dimostrare che non si sentono sconfitti, ma vogliono una via di fuga per uscire con onore e col minor danno possibile perché temono che, non avendo niente da contrattare, su di loro si scarichi tutta la capacità repressiva dello stato. Si tratta della manovalanza più recente, quella senza tradizioni, che ha visto la camorra come una prospettiva per farsi strada, per accumulare un minimo di ricchezza, per costruirsi una posizione sociale, e che ora vede fallito il disegno. E' appena terminata una durissima campagna elettorale. Come s'è schierata la camorra? La camorTa, anche questa volta, è scesa pesantemente in campo, in particolare in alcune zone: don Peppino Diana è stato ammazzato. era un parroco che anche alle amministrative si era impegnato coi progressisti, continuava a lavorare orientando i giovani, la gente, in una direzione di cambiamento. Nel mio collegio, area di Mondragone. di Sessa -non avevo speranze di vittoria, la mia è stata una testimonianza sollecitata da autorità religiose- la camorra è scesa in campo con la destra e l'ha fatto pubblicamente, come normalmente fa sempre la camorra. perché la camorra non si cela, si ostenta. C'è l'assemblea pubblica, 300 persone, finisco di parlare, si alza un!1 donna dal fondo della sala, la gente si apre e la fa passare, avevo 15 persone attorno, resto solo, e lei con un giornale in man·o chiede spiegazioni su alcune dichiarazioni che avevo fatto. Era la madre di un camorrista, di uno dei capi della camorTa di Mondragone, e negava che il figlio fosse un camorrista e poi mi dice che è meglio se me ne vado, che tanto lì non prendo un voto. E così è stato. li bello è che dopo tutte le minacce, gli inviti a tornarmene a Napoli, le previsioni sulla mia salute e sui voti. m'ha detto "e adesso vallo a raccontare ai carabinieri". Dovunque ho fatto comizi in piazza ho trovato la camorra che si manifestava e l'opera d'intimidazione, più che a me, era rivolta a chi assisteva. Una volta hanno tentato di buttarmi fuori strada con la macchina. Non so se volevano farlo veramente o se volevano solo spaventarmi, però per un pelo non son finito nel fosso. Dopodiché me li sono ritrovati nel bar sotto la federazione del Pds dove prendevo un caffè e m'hanno detto: "Ti sei cacato sotto?" per far sapere a tutti che loro erano contro di me, disposti a colpire. Ho raddoppiato i voti dei progressisti rispetto alle precedenti consultazioni, ma nelle due zone dove gli atti intimidatori sono stati più pesanti ho preso meno voti, molti non sono andati a votare. Del resto la mia presenza alle elezioni era esplicitamente contro la camorra, ho fatto gli elenchi dei nomi e delle attività messe in piedi illegalmente e ho promesso che in caso di elezione per loro sarebbe stata più dura ... E' stato eletto quello del Msi. • IL BISCIONE, IL VIRUS E PHILADELPHIA No, non si tratta di uno stucchevole e demonizzante paragone. Berlusconi non è affatto il virus che rischia di ammalare una società civileperla quale, dopo tangentopoli e il voto amministrativo, si sperava ingenuamente in un futuro migliore. Berlusconi è la salute, l'ottimismo, la fiducia. Chi ne cura l'immagine dovrebbe anzi consigliargli (e sicuramente, se tutto gli andrà bene, lo farà) di dismettere quegli atteggiamenti aggressivi e risentiti -cioè "umani, troppo umani"- che ancora gli appartengono quando si tratta di misurarsi con i pochi che ancora dissentono. Il biscione non è il terribile virus, il che, però, non significa affatto che ne sia l'immaginario antidoto. E' piuttosto un farmaco che aiuta a dimenticare la realtà della malattia, che distrae, che, çome ogni piccola o grande ideologia, consola, sublima, trasfigura. E anche in questo caso non si tratta di metafore. Perché l'Aids, quello che lentamente scivola nei corpi, dapprima inawertitamente, sfruttando le vie infinite, e sempre disponibili, del desiderio, per poi prenderne sovranamente possesso, non è una malattia-metafora. In una bellissima intervista apparsa nel numero 29 di questo giornale, un intelligente psichiatra realmente impegnato sul fronte della malattia (non della sua cura) lo ha affermato chiaramente: l'Aids è una segreta regalità, addirittura una ricchezza, se si è in grado, però, di concepire un'economia che non abbia nel principio di utilità il suo criterio ultimo. Certo, uccidendo lentamente, chiudendo l'orizzonte davanti a noi, rende la vita qualcosa di economicamente improduttivo. Ma questo spreco coatto, si ricordava in quella intervista, diventa, nel caso specifico dell'omosessuale malato, il principio di una solidarietà, addirittura un orientamento nel mondo e nella comunità. Nascendo dalla relazione -e dalla relazione par excellence: il desiderio dell'Altro- è nella relazione che si conclude. Fatto, questo, che lo distingue, forse, da altre terribili e disperate malattie che uccidono isolando. E al vivo ricorda senza iattanza, ma con calore e tenerezza, quello che egli sa senza però sentire, senza esserne, direbbe Leopardi, intimamente "persuaso". Vaie a dire che la morte è il suo essere, che è fatto di morte, che il fallimento è il suo orizzonte e che il disastro che gli ingegneri sociali vorrebbero a tutti i costi evitare è già alle sue spalle, segretamente connesso col fatto della nascita e ripetuto in ogni atto d'amore. Se allora la peggiore infamia intellettuale è indubbiamente una estetizzazione della sofferenza, la vera sfida sta invece nell'imparare, anche sul piano politico, da coloro che il destino ha voluto che, per primi, sperimentassero la possibilità di una comunità fondata sulla morte. Demme racconta molto bene tutto questo in Philadelphia, ed è per questo che il suo semplicissimo filmpiace. Nel film c'è una scena molto bella: un ballo mascherato di gay eleganti e colti, i cui visi per lo più sono già segnati dalla malattia. E' durante quella festa, fatta di alcool e di desiderio trattenuto, che anche il rude awocato macho capisce che una comunità più vera non si costituisce sull'oblio consumistico del disastro, su/l'ottimismo idiota, ma su di una lucida consapevolezza. Tornerà ancora a baciare il figlioletto nella sua casa «regolare», perché quella è la sua vita, né migliore, né peggiore di quella «irregolare» dell'amico gay, ma lo spettatore non avrà più l'impressione di assistere ad uno stucchevole spot berlusconiano sui sacri valori della famiglia. In mezzo c'è stata infatti la crescita, la maturazione di uno sguardo che, d'ora in poi, sarà incapace di ignorare la crudeltà della vita. Nella migliore delle ipotesi, ciò che potrà fare la società sognata da Berlusconi per l'Aids consisterà in un'opera di beneficienza stile Rotary: soldi per le ricerche e muri alti che separino la felicità domestica dal contagio con l'orrore. Altro, totalmente altro, sarebbe un agire politico che si misurasse con la verità ultima che il malato di Aids, come una statua di Giacometti, porta dipinta nel volto. Rocco Ronchi UNA CITTA'

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