Una città - anno III - n. 23 - giugno 1993

fuori le ,nura Tu hai fondato un gruppo di ex di San Patrignano che vuol opporsi a Muccioli e alla sua logica. Ce ne puoi parlare? Ali' inizio, quando si è saputoquello che era successoa Roberto Maranzano, alla vigilia del referendum sulla legge Iervolino-Yassalli, mi sono resoconto che fra diversi extossicodipendenti che erano passati da San Patrignano c'era un gran desiderio di dire la propria su quella situazione. Naturalmente con mille timori, perché non si sentivano garantiti da nessuno e perché abituati da sempre a nasconderedi essereex tossici. Inoltre c'era, nei confronti della magistratura, una grossa diffidenza, giustificata, direi, per chi ha avuto una vita da emarginato. Peròmolti conoscevano delle cosee sapevanoche quella della macelleria non era unascheggia impazzita, ma che il metodo della violenza faceva parte integrante del progetto, del modo di essere.di S. Patrignano. Così sono cominciate le telefonate: "Hai visto cos'è successo?Hai saputo?". Ho cercato di riunire questa gente per parlarne collettivamente. La prima idea è stataquella di fare un libro bianco, raccogliendo delle denunceche servisseroa inquadrare l'omicidio di Roberto Maranzano in un discorso più ampio. Poi ci siamo resi conto che puntare esclusivamente sulla denuncia alla magistratura rimaneva unacosain fondo fine a se stessa, perché se non c'è una volontà politica di battere la cultura del proibizionismo, dell'assoggettamento, ci possono esseremille magistrati, ma Muccioli rappresenta sempre una struttura che è funzionale a una certa società. Quindi non fare solo il gruppo anti-Muccioli, anche se Muccioli si è posto da sécome paradigma di una cultura repressiva, ma darsi l'obbiettivo di riuscire ad imporre il punto di vista degli "utenti" agli operatori, agli amministratori. Siamo andati anche a un consiglio comunale, riunito per discutere il problema dell'emarginazione a Rimini, in cui ognuno esponeva i suoi progetti ma, in realtà, era più una lottizzazione dei fondi della 162 per finanziare i progetti più svariati. La diversificazione delI' offerta è giusta, però che sia una diversificazione in qualche modo coordinata, che non vada dalla "riduzione del danno" al finanziamento delle stanze blindate di San Patrignano. Alla fine quelle non sono offerte diverse, sono situazioni incompatibili fra di loro. Poi non esiste un meccanismo di valutazione realedel la portata. della efficacia, dei singoli progetti, per cui alla fine vengono accettati più o meno tutti in basea uncriterio di quieto vivere. E' la base della lottizzazione: un tot a te, un tot a lui, in modo checonviviamo ... Una organizzazione, con un fatturato enorme tra l'altro, come quella di San Patrignano, ma anche quelle più piccole, non possono auto-legittimarsi attraverso i dati, sbandierati ipocritamente, dei successi ottenuti. E' necessario che ci sia Un lavoro "che rende liberi" cui manca però qualsiasi tutela giuridica. Il "papà" che ti affianca e le confessioni pubbliche di chi ha votato di testa sua. Su San Patrignano intervista a Stefano Ippolito. una misurazione, portata avanti scientificamente e verificabile da tutti, sui risultati ottenuti. Le medie a livello mondiale, nelle comunità assimilabili a quelle italiane, hanno risultati intorno al 30%. Ora, apparestrano che qualcuno sostengadi averedei risultati miracolosamente intorno alla soglia del 7080%. In realtà il pericolo è che passi la logica del fine che giustifica i mezzi echedietro certe pratiche repressive, di cui San Patrignano e Muccioli sono i portabandiera, e alla legge Russo-Iervolino, c'è unacultura che non ha una strategia di recupero ben chiara, ma prima di tutto assolve alla necessitàdi creare delle discariche sociali. Tu quanto tempo ci sei stato? lo ci sono stato 3 anni, ma bisognerebbe leggere un volantino che su di me ha fatto diffondere Muccioli. Ci sono tutti i dati della mia permanenzaaSampa, nonché suquella di mia moglie. Un comunicato stampa che sembra una velina di polizia. per tentare di rendere inefficace l'azione che sto facendo. Una persona che ha ritenuto, non so quanto in buona fede, di dover tacere un omicidio per 4 anni per tutelare i suoi ospiti, che di fronte a una critica articolata e collettiva non esita a divulgare informazioni riservate su alcuni ospiti ... E' indicativo su un certo modo di operare' Comunque ho lavorato all'ufficio tecnico, dal primo giorno che sono entrato fino all'ultimo, perchéavevo già una certa esperienza e ho avuto modo di verificare, specificamente,come sonori parti te learee edificate all'interno della comunità. C'è una cubatura enorme per quanto riguarda le strutture destinate al lavoro - la nuova falegnameria è enorme, a livello di 4000 metri quadri- e per il residenziale, invece, ci sono spazi molto ristretti. La maggior parte delle stanze sono da 13 posti letto con un solo bagno, c'è un sovraffollamento enorme. un tenore di vita elevatissimo, molto kitch Quindi, anche da questo punto di vista, èabbastanzachiaro quale è il taglio e la strategiadi fondo chec'è dietro: per l'abitazione spazi ristretti, per il lavoro moltissimi spazi. Adesso non mi ricordo in tedesco come si dice il lavoro rende liberi ... Il ricavato di tutto questo lavoro viene poi reinvestito nella comunità? Bisognerebbe riuscire ad essere molto precisi in questa cosa ed è difficile. Proprio per questo è necessariocreareunosservatorio permanente che investa gli enti pubblici e che sia capace di operare effettivamente e quindi abbia al suo interno persone fortemente moti vateachequesto lavoro venga fatto. I fatturati dei singoli settori è difficile andarli a verificare. Certamente il tenore di vita del signor Muccioli è particolarmente fastidioso rispetto al ruolo che lui si vuol dare. Cioè? Elevatissimo, molto kitch tra l'altro, eccentrico: hauna villa pienadi opere d'arte, di mobili antichi, in un'area all'interno di San Patrignano separataa tratti dal filo spinato, all'interno ci sono prati irrigati con pavoni, i fenicotteri, il laghetto, laservitù filippina in casa, cagnolini di razza; una cosa da satrapo medio-orientale. Questo è l'aspetto, così, di costume, però sicuramente i soldi veri sono da un'altra parte. probabilmente in Svizzera. Anche su questo stiamo lavorando per riuscire a definire bene le cose. Uno dei suoi autisti è stato fermato alla frontiera con la Svizzera, ne ha anche parlato la stampa. se la bevi • • • guar1sc1, se zappi • • guar1sc1 Si tratta di Roberto Assirelli che attualmente è assessoreal bilancio del comune di Cori ano, abita tuttora a SanPatrignano ed ha, appunto, nella sua biografia personale un fermo per esportazione di valuta. C'è sicuramente una circolazione di denaro non indifferente e un utile di gestione su Sampa, anche perché non versa stipendi ai ragazzi. Gli unici chepercepiscono qualcosa sono quelli che rientrano nei famosi programmi di formazione e lavoro finanziati dalla CEE, e anche lì ci sarebbeda guardare bene. Quindi una persona che in comunità lavora, gratis, per anni, quando esce non ha nemmeno uno straccio di liquidazione? Ma neanchei contributi per la pensione ed è proprio questa l'ipocrisiadi tutto. Uno dei punti di forza di Muccioli stanel dire che lui, con la diversificazione dei settori, di fatto hacreato unavviamento professionale per i tossico-dipendenti. Ma non è poi così semplice: so fare lo stalliere, esco e faccio lo stalliere. Il mercato del lavoro è una cosa diversa. Per esempio, la pensione per l'invalidità civile della quale molti sieropositivi potrebbero usufruire, prevede che uno abbia lavorato in regola 5 anni di cui, credo, 2 negli ultimi 3. Fatto è che se uno sta 3 anni in comunità senzaavere contributi, quando escenon hadiritto a nessuna pensione. Sono cose che volendo si possono risolvere, ma evidentemente questa attenzione, questavolontà realedi lavorare per il reinserimento del ragazzo non c'è. Bisognerebbe crearedelle strutture che garantiscano i diritti, diciamo giuridico-sindacali, dei soggetti deboli, di ex tossicodipendenti, ma anche di ex detenuti. In realtà sul recupero, sulla prevenzione, si spendono tanti di quei soldi senza neanche sapere come. Uno fa il santone,vendebottiglie di acqua santae dice "Se la bevi guarisci", un altro fa la comunità agricola e dice "Se zappi il terreno più a fondo guarisci". Io voglio credere che quello che zappa guarisce di più di quello che beve l'acqua santa, però, in realtà, non lo so. Non ho nessun mezzo chiaro per poterlo verificare. Bisogna arrivare a pianificare degli interventi tesi a un reale reinserimento sociale, abitativo, lavorativo, delle persone che sono passateattraverso le istituzioni totali. Infatti, purtroppo, la maggior parte della gente cheescerientra dalla porta accanto, immediatamente. C'è una circolazione incredibile di ex che non riescono ad inserirsi, ma non perché abbiano radicato il gene del tossico, ma perché vivono un isolamento oggettivo. Come funzionano i rapporti al1'interno della comunità? La partecipazione alla comunità come uni verso ideologico emorale è spacciata per un passonecessario per la guarigione e, viceversa, il criticare anchepiccole parti di questo universo è considerato un radicarsi nella propria devianza ecome tale viene non solo isolato, ma represso attivamente. affiancati da un "papà" che saprà tutto di te Si è formato un tutt'uno fra progetto e contenuti morali che non c'entrano niente con il guarire dall'eroina, un tutt'uno accettato passivamente da tutti, anche perché non si capisce bene. Non essendoci un termine di paragone questo clima diventa assoluto. Ed è difficile non avere un sensodi unanimità perché la maggiorparte delle personesono molto semplici, non hanno vissuto nient'altro che emarginazione, piazza. L'aderire, per esempio, al progetto di legge lervolino-Yassalli significava stare con Vincenzo e significava insieme fare un passo avanti verso la propria liberazione. L'idea che uno sia antiproibizionistaèassolutamente inaccettabile e gli viene detto anche pubblicamente: "Tu non hai diritto a mangiare nel piatto dove mangi, occupi un postochepotremmo dare a un altro ragazzo che stamorendo per strada". Questo è stato detto chiaramente, in più occasioni. L'IMPOSIZIONE VIOLENTA DELLA SALVEZZA Un altro esempio. In un'assemblea che è stata fatta prima delle elezioni del 5 aprile da parte di Muccioli è stata data un'indicazione di voto molto chiara: votare per la Democrazia Cristiana o per i socialisti, i liberali, i social-democratici o anche i missini. E questa indicazione è stata rispettata dair80% dei votanti. Ma la struttura di gestione di San Patrignano, non contenta di questo risultato, ha indetto un'assembleaper dire chequesto 20% di ragazzi -un centinaio in tutto- che avevano fatto di testa loro, si dovevano alzare e confessare pubblicamente che cosa avevano votato e perché. Una cosa allucinante, una volontà di dominio venuta fuori spudoratamentee mantenuta attraverso un controllo capillare: uno (chiamato "il figlio") come entra nella struttura è subito affiancato da un"altro ("il papà") il quale ha il compito di controllarlo e ha la gratificazione di essereun pochino più avanti nel percorso rispetto ali' altro. Si crea una sorta di ambiguo rapporto di amicizia e questa cosa Dopo gli ultimi fatti di S. Patrignano -un omicidio tenuto nascosto per 4 anni, aggravato dalle torture, dai futili motivi e dal fatto, ancora più grave, chevenga considerato l'incidente di percorso di una serie di metodi che a detta di Muccioli "salvano la vita"- mi sembra d'obbligo tornare sull'argomento, anche a costo di ripetermi, perché credo che il dibattito sulla tossicodipendenza sia uno dei più scottanti, e che attorno al problema di "salvare la vita" bisogna chiedersi se uno Stato, o ancora peggio, un privato abbiano il diritto di imporci una morale, un'etica di salvezza. Chi ci salverà dallo Stato e da Muccioli? Quando entrai a "Sampa", nell'ottobre dell'81, inviato dal giudice Righi che mi concedeva il domicilio coatto in alternativa al carcere, era qua- B I ~ si una novità, un esperimento per i tossicodipendenti, ed io, disintossicato in carcere, pensai come tanti che un breve periodo in una comunità avrebbe potuto giovarmi. Ci rimasi per 6 mesi facendo l'idraulico, fino alla scadenza della sentenza del Tribunale di Rimini. La cosa che mi colpì subito fu che Muccioli era l'unico a parlare, dettava leggi non scritte, ma applicate scrupolosamente da tutti, si dava l'aria del filosofo, del maestro (seppi poi che, prima di accogliere i tossicomani, aveva formato un gruppo detto "il Cenacolo" con "i dodici" e lui naturalmente era il "raggio eristico" cioè Gesù in persona, e come Gesù cambiava l'acqua invino o si faceva le stimmate con la lametta: il contadino che lo vide farlo testimoniò al processo dell' '84). Muccioli aveva CO una visione più che conservatrice delle cose. No alla musica rock, sì al valzer: fece venire un gruppo di suonatori suoi amici che suonarono nella grande sala da pranzo e quasi ci obbligò a ballare valzer e mazurka. Diceva che il sesso libero conduce all'eroina, quindi, dato che eravamo circa 300 di ambo i sessi, ci si poteva "fidanzare" dopo la sua benedizione, ma non toccarsi fino al matrimonio. Diceva che si doveva lavorare anche per 14 ore al giorno perché tenere le mani impegnate aiuta a non pensare alla "roba". E così noi tossici abbiamo costruitotuttoa S. Patrignano, come moderni schiavi di un padre-padrone che non ha mi alzato un dito e che ha sempre usato l'arma della repressione come metodo per chi non era d'accordo con le sue regole. Ho visto gente messa dentro i tini, incatenata nella piccionaia, le donne legate nel porcile perché erano delle "troie" scoperte a fare all'amore, oppure chiuse nella "cassaforte" della pellicceria o in piccoli stanzini bui. Ho visto gli psicolabili malmenati da Muccioli in persona di fronte a tutti. Mi bastò una settimana per capire che in quel luogo c'era un completo, totale, "condizionamento" volto a farci credere che Muccioli era una specie di genio e noi degli "esseri senza cervello" (parole sue). Si doveva pensare cheS. Patrignanofosse l'unicoporto buonoe ilmondo"cattivo".Chi come me, esiamo tanti, è fuggitoda "Sampa", lo ricorda come un luogo peggiore della galera. Non c'è niente di peggio che uscire dalla droga per diventare il robot di qualcuno. Credo che sia meglio provarci da soli; io, per esempio, ce l'ho fatta da solo, nessuno mi ha "salvato lavita" chiedendomi poi, anche con ricatti morali, di lavorare per lui per 3 o 4 anni, per giunta senza guadagnare un soldo. Credo che la funzione delle Comunità Terapeutiche vada ridiscussa, così come tutto il tema delle "droghe", includendo l'alcool. Così come spero che i giudici abbiano il coraggio di fermare Muccioli, oggi, di fronte ad un omicidio e ai vari suicidi avvenuti a "Sampa" e ai tanti la cui personalità è stata schiacciata, stravolta. Se servirà, sono pronto a testimoniare in un processo, con prove e fatti, la mia opinione su Vincenzo Muccioli. E spero che questa lettera allarghi il dibattito sulla questione. Giovanni Di Santo

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