La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 10 - dicembre 1995

Così come sono impostate nel nostro paese, le esigenze di chiarezza e rapidità che caratterizzano gran parte dei messaggi che entrano nel nostro quotidiano (giornali, televis~one, politica, lavoro) assuefanno chi le riceve. Pongono sempre più l'utente ad avere un atteggiamento passivo. Per cui se vediamo, sentiamo o leggiamo qualcosa di più articolato che ci sembra di non caeire (o che non sembra interessarci), in molti casi andiamo oltre, ignoriamo. A noi che siamo adulti, può sembrare che l'ignorare qualcosa che non capiamo non sia importante. E non sempre è così. Nonostante la nostra suppost~ capacità analitica, siamo sempre più. abituati a ncevere informazioni chiare, ma non a cercarne il significato. E chi è cresciuto attraverso un percorso formativo in cui scuola e fami$lia hanno svolto una funzione secondaria rispetto al ruolo del senso di "gruppo"? Chi è abituato a seguire un comportamento solo perché adottato dalla sua pie- · cola comunità all'interno della quale un paio di scarpe di "tendenza" valgono più di una laurea? Con che criteri farà delle scelte? Come farà a compiere scarti mirati rispetto alle informazioni che attraversano la nostra vita, se noi per primi sp~sso rinunciamo alla facoltà di pensare e ci limitiamo a recepire? Spesso _ho BUONl E CAITlVl chiesto a dei ragazzi condannati per reati implicanti l'uso di violenza, se prima di commettere quelle azioni, si fossero mai interrogati sulle conseguenze di ciò che per loro, in quel momento era solo la temporanea risposta ad un impulso di rubare, violare,_ uccidere. Un omicidio non si esaurisce nell'istante dell'atto violento in cui la vittima perde la vita. Doeo il "momento" del delitto, s1instaura una sene di reazioni a catena che sconvolge drasticamente . la vita di moltissime persone. La risposta che nella maggior parte dei casi ho ricevuto alla mia domanda è stata: "No. Non ci ho mai pensato, non mi interessa", oppure "Sì, ma tanto non cambia niente, quindi perché pensarci ancora?". Pensare. Potrei citare numerosi casi di giovani finiti con una pistola in mano solo per rimai:i,eresempre vicini al loro amore che faceva rapme. · Ragazzi e ragazze di sedici, diciassette anni che sparano su una guardia giurata per essere apprezzati dall'innamorato, dall'amico, dal parente, dal compagno di discoteca. La rinuncia alla "scelta" individuale coincide sempre più con il bisogno di identificazione in un "gruppo". Così come sono oggi, le strutture guida che dovrebbero aprire la s~rada a un giovane verso

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