La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 8 - ottobre 1995

ne la sera, i nuovi portatori della parola curano il fuoco della vita sotto lo sguardo paranoico della telesorveglianza. È utile ricordare che nel XIX secolo le periferie, i sobborghi delle grandi città erano percepiti dai borghesi del "centro" come zone pericolose? Da questo punto di vista, esse lo erano certamente più di oggi, perché vi si sviluppava una vita autonoma che i poteri non controllavano. La nostra epoca risponde in certo modo al sogno di Thiers, violenza totalitaria, e compiuto controllo del tempo e dello spazio. Eppure segni di vita indipendente si manifestano. L'arte della strada rivela la ricchezza e la portata di questa cultura di resistenza attraverso avvenimenti di fondazione che illuminano luoghi di emozione, di riferimento, di rottura, di annuncio, di unificazione, di pace. Si tratta di un "sistema ecologico" che nutre un modo di vita, un'identità, dei valori, un'appartenenza. I poeti della strada Non mi soffermerò sul modo in cui l'hiphop è stato affrontato dai media in Francia, ridotto a un effetto di stile (o "moda adolescente") ai suoi inizi nel 1982, o amalgamato a un fenomeno di banda nel 1990 ("bande zulu"). È chiaro che la pubblica attenzione dei media, come sull'argomento "sommosse", è troppo volubile per trasformare degli avvenimenti in un problema che interroghi sulla durata l'insieme della società: in particolare sulla questione dell"'etnicità". Esistono invece molti avvenimenti che i media raramente raccontano e che hanno nondimeno una forza rilevante, forse proprio perché la loro forza consiste nel mantenere una tensione tra lo spazio del pubblico e una honvisibilità mediatica (che corrisponde alla "schivata" degli sportivi). Quest'arte del sottrarsi, dello schivare sociale e culturale fa sì che sia l'avvenimento a creare lo spazio della cosà pubblica, e non i media. Il portatore di parola orale, il paroleur della cultura caraibica (vedi il libro di P. Chamoiseau e R. Confiant Lettres créoles, tracées antillais et continentales de la littérature 1635-1975, Hatier, Parigi 1991) animava le veglie schivando la vigilanza del "maitre", e diffondeva celatamente lo spirito di resistenza. Il rapper fa tornar viva la tradizione e, di questa cenmonia, è lui il "maitre". Il maestro di cerimonia o "MC''. è dunque l'organizzatore di quest'avvenimento particolare che consacra il luo$o della l?arola. Il free style, la parola libera, 1mprovv1sata, illustra quest'arte di dominare le parole, questa conversazione tutta particolare in cui chi parla dialoga con l'assemblea fino a formare con essa un solo movimento. I danzatori hip-hop (breakers, smurfers ...) conoscono bene questo momento particolare del dialo~o tra i corpi. Alla base del ritmo hip-hop c'è 11gioco del richiamo-e-risposta. Nella bocca del rapper le parole assumono una consistenza particolare, sono armi che toccano il cuore degli amici e arrivano al cuore del "Sistema", la corrottissima Babilonia. In una strana "alchimia del verbo" (Rimbaud, Una stagione all'inferno) il rapper attribuisce alla parola una virtù magica, la forza di scuotere la città. Philippe Sollers si preoccupa "della volontà di elimmare la poesia e il pensiero" e, citando Holderlin, pone la domanda: "A che servono i poeti in un tempo di scoramento?" (in "Le monde des livres" del 13 gennaio G n, R ne 1995). Gli rispondono i "poeti della strada". Come Françoi:. Villon che mescolava il gerso parigino dei disperati e il lirismo per fustigare i modi dei letterati ricchi, come Genet che ricorreva alla lingua borghese per meglio sovvertirla, i rappers hanno appreso a rovesciare le parole, a "sporcarle" per toccare la gerarchia dei valori e le istituzioni che se ne considerano legittime proprietarie. Ecco le explicit lyrics, i testi espliciti che si ispirano ai rituali degli insulti, alle battaglie di battute. Arte della risposta pronta, l' "hip" è un parlare liberato. La parola vera abbandona gli usi convenzionali e sterili. Pratica una rottura nell'ordine stabilito dell'informazione. Il rapper investe lo spazio, informa dell'attualità. Cronista sociale, "sentinella universale", custode della memoria, ruba dalla vita quotidiana, dalla conversazione di strada. Aprendo il dibattito, rende pubbliche le accuse. Rende possibile una "ricezione pubblica", una coml?rensione condivisa che sesue codici comum. Ciascuno può appropnarsi ~elle,pa:o~e, perfezion~rsi nel loro uso, formarsi un op1mone, un pensiero. La parola e il suo cerimoniale creano un luogo d'identità, uno spazio di riferimento e di appartenenza per tutti coloro che non hanno voce. In questo il rap rappresenta un vettore possente di espressione e di affermazione per coloro che devono confrontarsi con la precarietà sociale ed economica, che subiscono le vessazioni poliziesche, le srane amministrative, l'esclusione dai media, lo stigma degli sguardi ... I graffitisti e i tagers che scrivono sui muri provocano nello spazio del pubblico altri avvenimenti. Lacerano e "ricoprono" i muri. Gli osservatori ancora una volta non capiscono, e WOLE DI VENTO

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