La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 7 - settembre 1995

di trovare un compromesso fra -sée l'imprenditoria privata, istituendo le camere di commercio regionali (duplice riconoscimento dell'importanza economica del capitale privato, e del peso politico che le regioni in cui gli investimenti si concentravano avevano conquista-. to). Questo passo formale non fu seguito da· alcuna ristrutturazione del sistema fiscale, di quello doganale e dei trasporti. L'Impero cambiava veste, ma non aveva ancora gli uomini e la cultura necessari ad impossessarsi delle leve che governavano il nuovo andamento economico. Sarebbe comunque stato troppo tardi. Nel 1911 i capitalisti cinesi residenti all'estero, dalla Malesia alle Hawaii, scelsero di finanziare un progetto politico alternativo a quello imperiale. Il progetto di Sun Yatsen, padre della Repubblica Cinese. . Il crollo della dinastia mancese nel 1911 fu seguito rapidamente dalla disgregazione di tu~ta la struttura_polit~ca e territoriale ~onoscmta per due millenni come Impero Cmese. L'unità del paese, salvo il breve periodo fra il. 1911 ed il 1916, non fu mai realmente restaurata sino alla vittoria finale del Partito Comunista nel 1949. Tutta questa lunga, e peraltro superficiale, rilettura· della storia cinese seguendo la chiave dei rapporti stato-mercato che scopo ha? Dimostrare che nella Cina odierna ci troviamo di fronte ad uno dei tanti ricorsi di vichiana memoria? Affatto. Questo confronto può però servire ad indicare alcune similitudini inquietanti fra singoli elementi della storia di oggi e quella di ieri, che se ieri non trovarono unarisposta alternativa ad eventi drammatici come la guerra civile e la frattura del paese, speriamo possano trovarla oggi. · . Il disprezzo verso la· classe commercialeimprenditoriale è stata un'eredità '(confuciana" pienamente accettata dalla Cina di Mao. Durante e dopo la guerra rivoluzionaria, possedere anche solo una mucca i.I).più rispetto al- .,~~iE~ii191·~·---- ...... ~ le tabelle stilate dai funzionari di partito equivaleva ad essere schedati come possidenti terrieri e correre non pochi rischi personali. La "buona volontà" dei cittadini dell'impero, sufficiente a garantire la buona gestione del paese, si è trasformata nello "spirito rivoluzionario" dei primi decenni della ReJ?ubblica Popolare. In Cina non si è finora mai verificato il passaggio del soggetto sociale dal ruolo di "rivoluzionario" a quello di "cittadino" di una nazione, con tutte le differenziazioni che que- . sto passaggio comporta. Perfettamente inscritta in un contesto di riscatto nazionale e popolare, una delle prime politiche poste in atto dal governo comunista è stata quella della riconquista dei mezzi di produzione, a beneficio del popolo e della rivoluzione. Nell'ambito di questa politica i principali nemici erano gli interessi stranieri ed i grandi capitali industriali e rurali. La linea economica che si impose negli anni successivi alla rivoluzione fu quella di poter garantire cibo, alloggio ed istruzione a tutto il popolo cinese. La Cina è una nazione distrutta da tre decenni di guerra civile, la sua ricostruzione deve ripartire quasi da zero. Si torna inizialmente all'economia di sussistenza, di copertura del bisogno. Intorno a questa politica di raggiungimento dell'autosufficienza si crea un entusiasmo rivoluzionario che raggiunge il suo apice nel corso della rivoluzione culturale. L'agricoltura è di nuovo spina dorsale del benessere del paese. L'industria pesante viene promossa su vasta scala. Le relazioni commerciali vengono intrattenute solo con paesi "amici" e mai in. base a convenienza o leggi di mercato. Durante la rivoluzione culturale sono i tecnici, gli scienziati ed i professori universitari - elementi essenziali per qualsiasi forma di sviluppo in qualsiasi nazione - ad essere colpiti. L'impero si raccoglie ancora intorno a sé stesso, ai suoi confini territoriali ed ideologici. Dal 1979, con le riforme di Dcng, cambia PIANETA TERRA

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