La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 7 - settembre 1995

emigrare in Inghilterra e in Europa negli ultimi dieci anni, per sfuggire alle disastrose condizioni economiche e sociali delle zone occupate. Sia i coloni che i soldati turchi, a quanto fare, contribuiscono ancora a sistematico saccheggio delle Chiese cristiane e al furto di mosaici di inestimabile valore, che passano attraverso la Turchia verso l'Europa e gli Stati Uniti. Nel 1983, la Turchia è stata l'unica nazione nel mondo a riconoscere la proclamazione dello pseudo-statb della Repubblica Turca del Cipro del Nord che ha una sua amministrazione, un suo parlamento, partiti politici ecc. Il 60 per cento della sua economia è sussidiato dalla Turchia, la q_ualeappoggia la politica del leader turco-cipriota Rauf Denktash. La Turchia ha sempre ignorato le risoluzioni dell'Onu che la invitano a · ritirare le sue tr~ppe da Cipro. Anzi, ventun'anni dopo l' "operazione Attilla" la linea di demarcazione continua a dividere l'isola in due e le truppe turche rafforzate con armamenti moderni e artiglieria pesante, impediscono ai rifugiati greco-ciprioti di far rientro nelle loro case. I fondamentali diritti umani di libertà. di movimento e di protezione della proprietà continuano ad essere pesantemente violati a Cipro. · In queste condizioni, ogni soluzione per riunificare l'isola e permettere alla sua popolazione di convivere in mo- . do pacifico e democratico, passa per forza da Ankara. L'embargo Usa delle forniture di armi alla Turchia, imposto dal Congresso nel 1975, venne tolto tre anni più tardi, nel 1978. Con la mediazione e i "buoni uffici" del Se~retario generale delle Naziom Unite vi sono stati in questi vent'anni ripetuti incontri tra i rappresentanti delle due comumtà dell'isola, (l'ultimo si è tenuto a Londra nel maggio di quest'anno), ma senza alcun esito che favorisse il superamento· dell'attuale status quo, inaccettabile per i grecociprioti. Anche se, nel frat-• tempo, sotto la presidenza del progressista George Vassiliou le posizioni delle parti si erano ammorbidite, l'ostacolo principale ad una soluzione negoziata rimane l'intransigenza turco-cipriota alimentata ed incoraggiata dalla Turchia, nei confronti della pro- 'LS)Q. ( posta dei greco-ciprioti per uno Stato federato che garantisca una sovranità e una personalità unica della Repubblica di Cipro e una sola cittadinanza con la salvaguardia della sua indipendenza e integrità territoriale. In tale Stato, tutti i suoi cittadini dovrebbero vedersi garantiti i diritti di proprietà, di libertà di movimento e di insediamento. Un anno fa, il 29 agosto. 1994, il Parlamento dello pseudo-stato turco-cipriota votò una risoluzione che respingeva la soluzione federale ed esigeva una sovranità separata per i turco-ciprioti, pronunciandosi allo stesso tempo per legami più stretti in materia di politica estera, di difesa e di sicurezza con la Turchia. Giustamente, tale atteggiamento intransigente venne denunciato dal Segretario generale dell'Onu Boutros Boutros-Ghali come prova di mancanza di "volontà politica". "A ventun'anni dall'invasione, la politica turca per quanto riguarda la questione di Cipro non soltanto non ha dato prove di malleabilità ma, al contrario, in alcuni risvolti della questione cipriota, si è resa ancora più intransigente ed estremista", ha detto il presidente della Repubblica di Cipro, Glafcos Clerides, leader del partito di destra Disy, in ·un suo messaggio in occasione dell'anniversario del solpe dei "colonnelli" e dell'mvasione militare turca. Da parte sua, nella stessa occasione, intrattenendosi con una delegazione turco-cipriota, il presidente della Turchia Sulei'man Demirel ha detto che "a Cipro la pace regna da 21 anni, il che è dovuto non alle Nazioni Unite, ma alla Turchia". Il presidente turco ha aggiunto che a Cipro la Turchia "si è assunta e sta espletando i compiti delle Nazioni Unite". L'intransigenza turca potrebbe tuttavia piegarsi di fronte al pericolo di una sua emarginazione dall'Europa, mentre Cipro, come Malta, è sostenuta dall'Italia e dalla Spagna per entrare a far parte in un futuro non più lontano, dell'Unione Europea. "L'ingresso nell'Unione Europea, - ha spiegato di recente il ministro degli Esteri cipriota Alecos Michaelides all'inviato di "Repubblica" Emilio Piervincenzi ("Venerdì di Repubblica", 1 settembre 1995) - , è il centro della nostra politica. E a chi solleva il problema che un Paese diviso non può far parte dell'Ue, rispondo che il Muro di Berlino non ha impedito alla Germania di far parte della Comunità". Con il suo reddito annuo pro capite di 13.000 dollari, contro i 2.000 della parte settentrionale sotto occupazione turca, l'economia cipriota· è una delle più fiorenti m Europa; Cipro resta inoltre uno dei paradisi fiscali nel mondo e gli europei ne approfittano: nel 1994 sono state create 4.238 nuove compagnie off-shore (in totale sono 17.258), ovvero società che lavorano con capitali estero su estero, con fortissime esenzioni fiscali. E 1'85,4 p~r cento di queste compagme sono europee, secondo i dati della Centrai Bank of Cyprus, riportate dal giornalista di "Repubblica". I negoziati per l'accesso di Cipro all'Ue inizieranno sei mesi dopo la fine della prossima Conferenza Intergovernativa dell' Ue, il cosiddetto "Maastricht Due", secondo quanto è stato deciso dal Consiglio dei Ministri dell'Unione. L'ostilità verso tale prospettiva di Ankara, che. si oppone strenuamente a ogni rapporto del governo legittimo di CiJ?ro con l'Europa, viene sentita a Nicosia come una pesante minaccia che potrebbe sfociare o in una nuova aggressione militare, o in una annessione forzata della parte settentrionale di Cipro alla Turchia. A complicare ulteriormente la situazione con- 'tribuiscono le pessime relazioni greco-turche, che preoccupano l'Amministrazione c:;Iinton. Il presidente statunitense ha inviato alla fine di agosto il suo consigliere George Stephanopoulos, di origine greca, in missione ad Ankara, Atene e Nicosia, per tastare il terreno in vista di una serie di iniziative -americane che hanno come obiettivo la ripresa dei colloqui tra le due comunità dell'isola prima della fine dell'anno, quando sarà preso in esame dal Parlamento europeo l'accordo di unione doganale tra la Turchia e l'Unione Europea. La Casa Bianca mira ad avere buoni rapporti con gli elettori greco-americani a 15 mesi dalle prossime elezioni· presidenziali. Ma allo stesso tempo, gli USA sono interessa ti ad una soluzione della questione cipriota per migliorare le relazioni greco-turche.

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