La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 5/6 - lug.-ago. 1995

di responsabilizzazione civile?". "Queste associazioni - risponde Alberto - assieme allo scoutismo rappresentano in città la vera roccaforte dell'ideologia progressista, più degli stessi partiti di sinistra, ma il problema della mancanza di una coscienza civile è troppo profondo e 'storico'; cosi come è fortemente radicato un frustrante atteggiamento di rassegnazione". "Speravo che anche qui come a Palermo ci sarebbe stata una svolta; in Sicilia la scintilla è stata· la morte di Falcone e Borsellino, ma da essa è divampato un fuoco di protesta civile che ha incis profondamente nella società". "Qui, invece, sebbene ci siano state molte vittime tra i cosiddetti 'onesti servitori dello stato' queste morti non sono state in grado di resuscitare le nostre coscienze". Il nocciolo della questione - continua Alberto - è che la nostra è una società a maglia chiusa. Da una parte c'è la mafia che ha un potere tanto più forte quanto più apparentemente visibile. Attualmente in seguito alla Pax mafiosa non vi sono più omicidi o attentati ma il controllo del territorio da parte delle cosche è immutato e gli atteggiamenti mafiosi sono ancora un modello comportamentale anche per i giovani della buona bor~hesia. Dall'altra parte c'è la borghesia che con 11 suo sattopardismo è stata connivente al potere maf10so, ne ha rappresentato la parabola rispettabile e lo stru·- mento politico". "Tertium non datur, dunque?" "Teoricamente si, qualora vi fosse la consapevolezza diffusa che il potere burocratico e quello mafioso costituisconci una tenaglia che stritola la società reggina, ma soprattutto se vi fosse la volontà di sottrarsi a questo abbraccio mortale. Francamente, però, non so come ciò possa avvenire. L'orgoglio di questa città, infatti, si risveglia solo in nome di un generico meridionalismo sapientemente strumentalizzato come. è accaduto negli anni Settanta in occasione dei moti di Reggio. Finito quel periodo Reggio si è adeguata al trend nazionale votando Dc e Psi e divenne una delle città col più basso reddito annùo e col più alto tasso di consumi. Poi si è giunti anche qui all'epilogo di Tangentopoli". "Dopo Tangentopoli - continuo - è stata costruita una giunta di centro-sinistra, guidata da un sindaco pidiessino che ha offerto un'impronta di maggiore civiltà a Reggio". "Sì - dice Nino - l'amministrazione del sindaco Falcomata è di sicuro più,seria e affidabile rispetto al passato, ma la buona volontà della giunta da sola non basta. Manca, come abbiamo visto, il sentimento appartenente alla polis e anche la cultura di sinistra è troppo marginale, incapace di reggere l'impatto della destra che ha trionfato alle ultime elezioni provinciali e resionali". "Noi giovani - dice Rosanna - ci senuamo abbastanza smarriti e lontani anni luce da ragazzi di altre città che vivono esperienze come quelle dei centri sociali. Qui c'è il pregiudizio che luoghi del genere siano pericolosi, covi di comunisti e non realtà in cui è possibile confrontarsi e crescere". "Ma allora,- domando - qual'è il futuro di Reggio? Ci può essere spazio per il progetto di una 'città-studi' di cui ultimamente si parla"? "Non credo proprio - risponde Alberto - perché rischierebbe di essere l'ennesima cattedrale nel deserto, manca infatti completamente un retroterra culturale e ci vogliono soldi e generazioni perché esso si formi. Reggio è la città con uno dei più alti tassi di evasione scolastica in Italia. La questione di fondo è che Reggio e la sua provincia hanno subito un processo di sradicamento sociale e economico. La piana di. Gioia Tauro è stata snaturata, si è cercato di tramutare la sua tradizionale vocazione agricola in una più industriale, che le era totalmente estranea. Per quanto concerne il turismo Reggio, che è la provincia di sicuro più favorita per la sua posizione geografica, è quella con la minore :ricettività alberghiera ed è stata stuprata dall'abusivismo edilizio. La nostra conversazione è finita, spengo il registratore e faccio per andarmene, ma Nino mi ferma raccomandandomi di non descrivere la nostra come una realtà del tutto drammatica. e frustrante, di parlare di chi come noi ama così tanto la nostra città da non volerla lasciare. Ma Alberto lo interrompe e dice: "la migliore delle figlie del re fu quella che apparentemente gli fu più ostile, ma alla fine lei sola lo aiutò. La denuncia richieçle un grande coraggio, come un amore non ricambiato". · • ~-À i:{_,\ :~ .·:.:_~- l r\ 0:.-'.~-,----~-~ /; ;-... -- ~ ~- r o_ ·,e.. \ì(/ a,....-. . . !~ SUOLEDI VENTO

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