La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 5/6 - lug.-ago. 1995

cappuccini ...E c'è questo razzismo tra Cappuccini e Salemi.... Orsola: Tu mi vedi vestita di fucsia? Io no, anche perché sono grassa e i colori sgargianti non mi stanno ... Il nero snellisce .. Orsola: Ora siamo stati a tre giorni a Bologna .... alla fiera delle discoteche ... c'erano delle ragazze immagine bellissime ... li sì che fanno tendenza .. Silvio: Già, lì c erano anche delle attrrezzature · pazzesche ..C'erano dei raggi laser che costavano anche mezzo miliardo ... andavano tutti dai trecento milioni in su ..Come minimo .. Orsola: In discoteca con le droghe che ci sono adesso ... ti portano il cervello a·st.are in un altro pianeta ... E con la musica.sono una miscela potente. Musica e droga contemporaneamente ..... non ti ritrovi più sulla terra ...ma su un altro pianeta! Enza: Beh .... quindi fondamentalmente: a nessuno va di vivere in questo pianeta! Orsola: Ecco .... allora figurati a Salemi! GIRO D'ITALIA GLOBULI ROSSI AD AVERSA Luca Rossomando ♦ Luca Rossomando studia all'Università di Napoli, collaboracon "Dove sta Zazà". ♦ Aversa è un a zona a rischio. La camorra vi è molto attiva e divisa in molti tronconi in lotta tra loro, la violenza è all'ordine del giorno, come in tutta la Terra di Lavoro. Per questd è importante capire se, in posti come Aversa, i giovani reagiscono, e che cosa fanno, che cosa pensano, di che cosa si occupano. 9 giugno, ad Aversa. Registratore al centro, e intorno cinque giovani di poco sopra i vent'anni; sei con me, che metterò in ordme le loro parole. Quindici mesi fa, a Casal di principe, qui vicino, ammazzarono don Peppino Diana mentre si apprestava a celebrare la messa del mattino. Antonio lo aveva conosciuto sul campo, nel suo lavoro con la comunità La Roccia. Da tante discussioni fatte insieme era nato il documento della forania di Casal di Principe contro la camorra, e con La Roccia don Diana · stava lavorando al progetto di un centro di accoglienza per gli immigrati, proprio a Casale. "All'ultima riunione eravamo in ventidue - dice Antonio, - li ho contati. Dopo la sua morte è rimasto un unico momento collettivo, il 19 di ogni mese ci ritroviamo per stare insieme, celebrando l'eucaristia per ricordare Peppe. Le prime volte c'era una marea di gente, nella prima messa là chiesa non poteva contenere tutti, ma poi col passare del tempo le presenze sono diminuite, e una volta ci. siamo ritrovati in dieci. Là memoria di Peppe va scomparendo. Il vescovo dice che è stato un martire di Aversa, ma adesso dove stanno gli aversani? Peppe è stato un anticipatore per tante cose, questo non è mai piaciuto alla Curia e adesso non sembrano contenti che Peppe continui a essere ricordato come stiamo facendo noi, attraverso un libro, attraverso degli incontri, attraverso una presenza continua. Non si capisce perché in una diocesi di 650 mila abitanti non si trovano 50-100 persone per partecipare a una funzione eucaristica, forse è perché si tende a voler dimenticare e a far dimenticare". • Silvio è uno dei due obiettori di coscienza che lavorano con La Roccia. Di lui so che è pugliese e che ha una laurea in legge. Per i primi quattro-cinque mesi ha avuto il compito quasi esclusivo di badare ai due bambini affidati a La Roccia, e credo che di Aversa conoscesse solo il breve tratto di strada che unisce i due locali della comunità. Da un mese e mez- . zo invece si occupa di più dei rapporti esterni e sono aumentate le·occasioni che ha avuto per conoscere questi posti e la gente che ci vive. Si direbbe che questo gli abbia fatto bene, e adesso quando parla della comunità dice "noi" e forse continuerà a lavorare qui anche dopo il servizio civile. Gli chiedo delle sue impressioni in questi primi giri. "Qualche giorno fa - risponde - abbiamo fatto un giro nei paesi qui intorno, e siamo passati anche per S. Antimo, che è il paese di Antonio. Una cosa che si nota subito è la spinta, la pressione che esercita una città come Napoli su questa zona; tra un paese e l'altro non c'è più spazio, il territorio comunale di questi paesi è allo stremo, al limite della capacità di accogliere case e persone". "A S. Antimo - interviene Antonio, - negli anni Ottanta siamo passati da 25 mila a 40 mila abitanti. Sono quelli che· hanno perso la casa per il terremoto o chi, non potendo sostenere la vita di Napoli, è stato costretto a spostarsi sin qua, e sono persone estranee alla cultura agricola di questi posti, ne hanno compromesso l'identità senza portare niente in cambio. Stanno tutto il giorno in città, dove hanno il lavoro e i parenti, e tornano qui solo per dormire". Pina l'ho conosciuta due anni fa, le feci un'intervista per un giornale locale, era candidata a sindaco di Teverola, il suo paese, che è un'appendice di Aversa, in una lista di centrosinistra nata dall'esperienza di una associazione giovanile. Anche Tommaso faceva parte di quell'associazione. Adesso si sono ritrovati in un gruppo di ragazzi di Aversa, quasi tutti studenti universitari, che si è dato il nome di "Globuli rossi". Quest'inverno nelle occupazioni delle varie facoltà e nei cortei avevano il loro striscione. "Quando stavo nel gruppo che si interessava delle cose di Teverola - dice Pina, - organizzavamo la mostra fotografica sul degrado del paese, il giornalino, la biciclettata eccetera. Cose in cui non mì sentivo neanche tanto realizzata ma che per il posto in cui vivevo mi sembravano importanti. In quest'altro gruppo, nato dopo le elezioni del 27 marzo scorso, il piano è più ambizioso, vogliamo fare un discorso di analisi politica su temi interessanti, riportandoli però alla nostra realtà". "Molti gruppi - interviene Tommaso, - sono basati su una personalità forte, trainante, ma SUOLE DI VENTO

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