La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 5/6 - lug.-ago. 1995

FOTOGRAFIA Lezioni di giornalismo Roberto Koch Roberto Koch, fotografo, ha fandato e dirige l'agenzia Contrasto. Tra i suoi libri, Exit, un reportage "on the road" sugli Usa (in collaborazione con Enrico Bossan), e Istanti di Russia. • Ci risiamo: Dopo un ennesimo falso scoop, stavolta colpevole la Bbc (che sparge siringhe e preservativi per terra a Reggio Calabria, per rendere più folkloristiche le sue riprese), si riapre la discussione sull'onestà del giornalismo e guarda caso si finisce per parlare della disonestà di un certo fotogiornalismo. Parole e analisi in libertà, come al solito. Tentiamo un chiarimento. La notizia viene evidenziata perché un organo di informazione, considerato autorevole (in questo caso la Bbc, ma in passato "Stern", la "Cnn", il "New York Times" ...) viene colto in castagna, con grande goduria del giornalismo nostrano. Come mai però i nostri giornali rinunciano loro· stessi il più delle volte ad essere autorevoli? · Si passa poi dal giornalismo televisivo (la Bbc questo fa) a quello fotografico, due linguaggi diversi e spesso messi in conflitto (vedi Italo Zannier sul "Corriere della Sera" che decreta la.morte dell'uno a causa dell'altra), ma in questo caso considerati invece contigui, analoghi. E si citano casi effettivamente disgustosi avvenuti nel passato per colpa dei giornali, e dei fotografi. Ma ancora una volta ("La Repubblica" e "La Stampa") si cita la foto del miliziano spagnolo di Robert Capa come un falso. Prego tutti di informarsi, perché che quella foto sia un falso si è ben lontani dall'averlo dimostrato, e chi lo afférmàva in passato era più spinto dall'invidia professionale che da altro. Il risultato di questi ragionamenti è un fascio di tante erbe, che sottolinea la notizia leggera dell'infortunio della Tv straniera, e lascia tutto come prima.· Il tutto che invece . andrebbe cambiato riguarda i nostri giornali, e l'uso che fanno delle foto. È mai possi~ bile che i nostri quotidiani continuino ad usare le immagini fotografiche in modo così inappropriato? Perché invece di scomodare il cormorano della guerra del golfo (non falso, ma veramente annegato di petrolio, e ora rispacciato per falso) non si ricorda quello che succede da noi? Foto d'archivio usate ogni giorno come foto di cronaca, omicidi di 'ndrangheta usati per illustrare articoli sulla mafia, montaggi e smontag~i spacciati per attualità, finti naziskin che aggrediscono finti immigrati, e, ancor più ~rave, finti scoop con omicidi veri in zone di guerra. I più importanti autori di fotogiornalismo internazionale si sono riuniti ad Amsterdam qualche mese fa proprio per discutere di come contrastare l'uso dilagante. della foto shock nei ~iornali. E, devo dire, il dibattito mi è sembrato molto adeguato alla difficoltà dell'argomento: il buon giornalismo, infatti, è quello che fa diventare interessante anche per un largo pubblico una notizia apparentemente difficile e spesso destinata a rimanere invece confinata in pagine e spazi secondari. L'argomento è importante e difficile: quante volte infatti il confine tra un fotogiornalismo che racconti con efficacia e profondità le tragedie contemporanee viene .superato per lasciare il posto a una documentazione fotografica che è orrore essa stessa, alla ricerca spasmodica dell'effetto, del di più, dello shock a tutti i costi. E quante volte i lettori giustamente protestano, soprattutto ora che anche la manipolazione delle immagini è diventata u·n gioco da ragazzi accessibile a chiunque. Ma il !iv~llodel_d~battito, ·del modo italiano di discutere questi argomenti, resta molto basso. Soprattutto resta legato a modalità aneddotiche di affrontare la questione, quasi la fotografia fosse un curioso diversivo che non incide affatto nella complessiva proposta giornalistica. La nostra esterofilia poi, per cui ad esempio ciò che pubblica "Time" o "Stern" automaticamente viene riproposto sui nostri giornali con una settimana di ritardo, dopo l'imprimatur dell'estero, sembra produrre, come in questo caso , un effetto di compensazione: e allora si leva il coro dì scherno verso chi, tra i "maestri" stranieri (che arrivano spesso prima, che hanno più mezzi) mette il dito nella nostra quotidiana marmellata. · Dico ciò con tutto lo schifo che provo verso chi ha organizzato la sceneggiata di Reggio Calabria, e prima quella 'di Napoli con lo scippo a pagamento, ma mi chiedo: non sarebbe il caso di aver a cuore la propria autorevolezza invece di godere della distruzione di quella altrui? •

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==