La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 5/6 - lug.-ago. 1995

Se non l'età·anagrafica, allora, che cos'è che qualifica un giovane? Innanzi tutto eviterei di fare una "santificazione" del siovane: Ul;l giovane non è necessariamente migliore di un anziano, anzi, spesso è solo molto più inesperto. Poi, almeno per me e per i ragazzi che frequento io, ci sono dei cult (per esempio la musica new wave e tutto quello che ne è scaturito, o un certo modo di passare le serate) che sicuramente ci distinguono dai nostri genitori. Ciò non significa, naturalmente, che trascorrere le.serate come faccio io sia migliore di come le trascorre mio padre. Fondamentalmente, comunque, penso che una . delle principali categorie che individuano la gioventù sia un certo senso di inadeguatezza. Da quello che dici mi sembra di capir.eche giudichi la nostra una generazione molto disgregata... · · Certamente. Non ha dei miti comuni o cose del genere. Ma soprattutto mi pare che, nel suo complesso, questa sia una generazione pochissimo consapevole, che non ha idee chiare e non sa praticamente nulla di quello che è accaduto nel passato. · Sono ·d'accordo con te. A questo punto, però, è doveroso chiedersi di chi è la colpa se le cose stanno in questo modo. lo penso che una r:sponsabilità non piccola ce l'abbia la televisione. · Sì, non c'è dubbio. Io parlerei più in generale di un overload informativo: si sentono così i:ante cose che non si riesce a trattenerne nessuna. È un discorso che vale per qualunque ambito della soci~tà: prendi il calcio, una volta è'èrano campionato e coppa Italia e lì ci si fermava, oggi ti si chiede di seguire campionato, coppa Italia, coppe europee, calcio mercato, i quadrangolari, la nazionale Under 21... L'altro giorno sono tornato a casa molto tardi e ho visto che in Tv davano una partita del Milan contro non so che squadra della Cina o del Giappone. È chiaro, dover inglobare duecento dati anziché dieci incasina parecchio le cose. Qualche settimana fa S~ndro Onofri si è ribellato verso chi insiste ad usare strumentalmente la definizione "scrittori giovani". lm-. magino che tu sia d'accordo con lui. · Decisamente sì. Una affermazione classicissima ma sempre efficace é: io sono un giovane scrittore, non uno scrittore giovane. Sono più stimolato da quello che leggo in libri·scritti da gente che rion ha la mia età che non, per esempio, dai lavori di un Nicola X o della Santacroce. Mi ha fatto molto piacere, per dire, che jack Frusciante è uscito dal gruppo, pur essendo un libro che si riferisce alla realtà giovanile attuale, non· sia stato trattato come una guida per capire se i giovani scopano presto o scopano tardi, ma come un'opera che ha una sua struttura profond·a che trascende quella che è la mera ambientazione. A proposito di realtà giovanile, a te sembra che negli scrittori dell'ultima gènerazione prevalga la critica o la simpatia nei confronti degli ambienti in cui vivono? Dipende dagli scrittori. Nel primo racconto dell'ultimo libro di Silvia Ballestra, ad esempio, c'è una satira verso il mondo della cultura italiano, che è poi un mondo di c:ui in qualche modo la Ballestra fa a sua volta già SUOLEDI VENTO parte, una satira, dicevo, che secondo me è davvero coraggiosa·. Personalmente mi ritrovo molto in una vena satirica, di presa per il culo, ma anche in un'opposizione più forte, più violenta. Non condivido affatto, invece, una posizione come quella.di Culicchia, che è quella di chi subisce eternamente gli eventi senza reagire. · · Eppure Culicchia, secondo me, attraverso il suo alter ego Walter è convinto di fare della critica sociale. Anche certa sinistra crede di fare della cri- . tica sociale e poi finisce per risultare funzionale al sistema. · Ma ha ancora sensoparlare di sinistra? Be', se ti riferisci a Prodi, quello è centro moderato. Quindi ha ragione Fofi quando sostiene che la vera sinistra, oggi, è quella delle minoranze, che reàlizza cose importanti partendo dal basso? Sì, su questo sono assolutamente d'accordo con lui. Credo molto nelle autoproduzioni, nelle esperienze fatte direttamente sul territorio. Per me la sinistra dovrebbe essere qualcosa in continuo fermento, in continua mutazione, non può permettersi di essere rivoluzionaria oggi e assimilata domani. Oreste del Buono si lamentava tempo fa del fatto che molti giovani si divertono vedendo Paolo Rossi in televisione e poi votano a destra. Secondo me succede perché Paolo Rossi non è di sinistra. ·La cosa grave, però, non è che Paolo Rossi non sia realmente di sinistra, ma che non lo siano i giovani. Voglio dire: se anche i contenu- .ti degli spettacoli di Paolo Rossi fossero più profondi, se la sua satira fosse meno blanda, non ci sarebbero più giovani che votano a sinistra, ma semplicemente meno giovani che vanno agli spettacoli di Paolo Rossi. · Infatti. A me non importa niente se l'individuo Paolo. Rossi vota o no a sinistra. Con i personaggi pubblici è la ricaduta quello che conta. Ripeto, la sinistra di· Paolo Rossi è una sin"istra troppo bonaria, che non fa paura a nessuno. Credi che la sinistra debba fare paura? Sì, nel senso che deve rappresentare una .rottura rispetto a un certo sistema. Chi è che fa paura, oggi? Il punk faceva paura, la techno acida fa paura. L'intelligenza, la diversità; l'alcolismo sono cose che fanno paura. La s·nistra di oggi è troppo rassicurante, troppo autocompiaciuta. Rabelais invece è di sinistra, perché è inquietante. Tu come ti poni rispetto a Internet, che, insieme a Kennedy e.alla Nutella, è divemata uno dei cavalli di battaglia della cosiddetta sinistra veltroniana? · Io sostengo che il cambiamento tecnologico aprirà delle possibilità in più, non sono tra quelli che dicono che Internet è pericolosa, che porterà all'anarchia perché è meno controllata del telefono e vì si possono organizzare degli attentati.

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