La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 5/6 - lug.-ago. 1995

mercato e usare al contempo prodotti industriali come cd e nastri e far pagare in denaro i propri prodotti? Si può far bruciare il mondo dagli uffici di una multinazionale del disco? Nessuna di queste domande ha una solarisposta, però di sicuro si può dire che senza le persone che si adoperano per liberare la musi-. ca, ma questo vale allo stesso modo per i libri, i giornali e le radio (no la televisione no, quello è potere e basta), sarebbe molto impoverito il tentativo di combattere l'apJ?iattimento sui modelli dominanti, e di costruire un discorso di cambiamento radicale. Una lettura molto concreta di quello che è lo stato dell'autoproduzione può essere data parlando di tre prodotti usciti a Napoli negli ultimi mesi, e che rappresentano facce diverse dell'attività di chi si muove per far ascoltare la propria musica senza condizionamenti, tre cd che hanno raccolto quasi trenta gruppi campani. Sant'Antonio è .'onemico d'o demonio 'o demonio so' 'efascisti 'o demonio è 'apolizia Sant'Antonio vien 'accàepuortatille tutte vie. 99 Posse - S'adda appiccià Il più noto, ed anche il più vendibile dei tre è senza dubbio Canta Napoli Antifascista, che a cominciare dal titolo si rivela motivato dal senso di assedio vissuto dalla sinistra a Napoli che si è vista prima una Mussolini quasi sindaco, poi una città occupata dalle truppe d'invasione internazionali del G7, ancora da quelle del vertice anticrimine, per finire alle cariche contro il movimento degli studenti e dei disoccupati, tra le q_ualiquella automobilistica che per poco mandava al creatore uno studente napoletano. Per capire l'ingenua tendenza all'invettiva che si ritrova in alcuni brani può essere forse utile sapere che in quel tristemente famoso giorno più di una persona sostiene di aver visto partecipare, insieme a poliziotti in divisa e digos, anche il fascista (o democratico di destra, non so) Fiorino, presumibilmente in veste di mazziere parastatale. Così in questo tenero scenario il polo musical-politico composto da 99Posse e Bisca, ormai un unico gruppo, e dal Centro sociale Officina 99, chiama a raccolta, in nome dell'antifascismo, gran parte di emersi ed emergenti del pop napoletano, più alcune giovani promesse .La sfida del tema obbligato è dura, e non tutti se la cavano con la disinvoltura dei Bisca, con il loro inconfondibile stile, o di 'E Zezi, imperturbabili nella nobiltà del loro folk operaio, o del gruppo interrazziale Galen, che affronta lateralmente la tematica, con testi e musica ugualmente efficaci. Altri invece, di fronte a tanta responsabilità politica, sembrano imballarsi completamente: Daniele Sepe, altrimenti dotato di ironia da vendere, mette insieme una ventina di persone per un brano luttuoso/funerario che fa venire vqglia di abbandonare qualsiasi militanza, o quantomeno· a farsi una grattatina. Peggiore impressione la fanno i Ddd o Capone, che lasciano la sensazione di una patina di politicizzazione alla quale forse non corrisponde sostanza alcuna. All'opposto i 99 Posse, interpreti al naturale di se stessi, che però coinvolgono in una di-; SJ?osizionead individuare demoni - vedi citaz10ne iniziale - poppanti del rap che non danno prova di sé particolarmente confortante. Inta Capanna S.S. e Speaker Zou, che sarebbero le presunte nuove stelle del rap/ragga napoSUOLEDI VENTO !etano, esibiscono una critica molto articolata, dove la contro_earte viene acutamente attaccata in quanto schifezza, samenta, scemità, babbà, sacchetta, rinale, monnezza, cretino, latrina, 'nguacchiato, scurnacchiato, chiachielli, servi, bastardi, merda, fottutissimi vermi, cosicché il tema preponderante sembra quello di ribadire che loro sono una chiavica mentre noi antifascisti siamo belli e buoni. Se questo è il futuro della poetica di sinistra mi sa che la destra può dormire sonni tranquilli. Questo cd è una produzione Statt (etichetta dei Bisca) ed Esodo Autoproduzioni (99 Posse). Questa forma di autoproduzione si avvale di una stretta collaborazione con la Flying Record, casa discografica italiana di media grandezza che ha fornito gli studi di registrazione, e si sente nell'ottima qualità dei suoni, e ne cura la distribuzione, con prezzo imposto a lire 24mila. È evidente che gruppi come i 99 Posse possono ormai contare su un controllo dei propri prodotti artistici e riescono a contrattare alcune condizioni in base ai buoni risultati di vendita che ottengono. D'altronde si è visto che questa è la strada obbligata per chi voglia portare il proprio messaggio il più lontano possibile, e "con ogni mezzo necessario". Il secondo cd, Fuori dalle Cantin~, ha invece un approccio molto diverso dal punto di vista dei contenuti, e parte da un nuovo lievitare di energie creative che si nutrono della necessità di sfogo e di protesta del pubblico più giovane, con l'intento di dare la possibilità a tali energie di manifestarsi. Ciò è stato reso possibile dalla Taverna Bacchus, che è u~locale che organizza concerti e fa da sponsor, Officina 99 e altre persone che lavorano con lo spettacolo e con la musica. I gruppi qui presenti hanno scarsa notorietà, e questo vuole essere il primo passo per uscire dall'anonimato e dalla marginalità imposta dai freddi progetti commerciali costruiti a tavolino ed uscire fuori da metaforiche cantine. L'intento è quindi quello della libertà espressiva, della voglia di esprimersi. Anche in questo caso la distribuzione è affidata alla Flying, che sembra quindi tenere in considerazione in questo campo anche prodotti a prima vista meno appetibili. Per la verità da un punto di vista della creatività non sembra che tutti i gruppi vogliano osare qualcosa di particolarmente originale e innovativo: già le foto interne richiamano qualcosa tra Bon Jovi e i Cugin:i di Campagna, e il contenuto musicale solo a tratti riesce a farsi ascoltare con interesse (Neroitalia su tutti). Troppo forte l'esterofilia e la sudditanza verso modelli come Pino Daniele (passibile per i Golden Drops, irritante quella di Inibiz10ne B.B.). In ogni caso vale la pena ascoltare questo disco per avere idea di cosa possa essere l'underground in una città come Napoli dove tanta gente cerca o sogna di vivere con la musica. Certo molti di questi ragazzi necessitano di massiccia autocritica per tirare fuori qualcosa di decente, come i Desideria ai quali spetta di buon diritto il trofeo di autori del testo più idiota dell'anno - e poi dicono che le parole delle canzoni di Nino D'Angelo sono brutte ... Molti punti di contatto con i due dischi precedenti li mostra Arraggiati: con il primo ha in comune il fatto di aver avuto come punto di riferimento un posto occupato - in questo caso il Tien a Ment, e con il secondo quello di comprendere quasi tutti gruppi semi-ignoti. Ci sono però anche delle notevoli differenze, innan-

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