La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 4 - giugno 1995

le. E in diversi modi. Criteri di catalogazione Il primo, e più basilare, è il rapporto che l'automobile intrattiene con l'occupazione di ciascun individuo. Abbiamo così lavori che non richiedono l'uso dell'automobile e altri intrinsecamente automobilistici; lavori che richiedono l'automobile solo per andare a lavoro e lavori che assicurano la disponibilità di un'automobile anche quando non se ne ha alcun bisogno (ma su· questo punto, che è la base della dialettica che presiede alle dinamiche della società motorizzata, rito,rneremo ). La seconda modalità di questa ascrizione è più evidente, ed è data dall'uso dell'automobile come status-symbol, cioè come strumento di ostentazione, di evidenzi.azione, ma anche di occultamento o di travisamento della propria ricchezza e del proprio potere. Su questo tema la pubblicità e la stampa, specializzata e non, insistono talmente, che qui è sufficiente un semplice richiamo all'argomento. È ben vero che nel corso degli ultimi dieci o vent'anni, l'automobile, come strumento di ascrizione o autoascrizione a una determinata fascia di reddito o di potere ha in parte ceduto il passo ad altri mezzi, come l'abbigliamento, l'arredamento, le vacanze o gli orologi da polso. Questi infatti funzionano anche con maggiori determinazioni dell'auto, in quanto più personalizzati e personalizzabili; m3:solo a condizione che l'automobile non smentisca ciò che questi altri mezzi intendono dichiarare. Al terzo posto tra le modalità di ascrizione c'è• il ruolo dell'automobile nel rivelare il carattere di una persona. Abbiamo così una tipologia estremamente elementare e semplificata, che ci può esonerare dal sondare più a fondo l'animo umano perché ci consente di fermarci alla superficie della sua corazza metallica. Incontriamo cioè il coraggioso, il temerario, il .r,repotente, il cinico, l'indifferente, il timido, 11 galante, e pochi altri modelli; Tutti ra- . pidamente deducibili da una marca, una cilindrata, un colore; o dal modo in cui ciascuno entra in rapporto con la propria protesi a motore, attraverso l'uso dei pedali e del volante. Il nuovo focolare Anche restringendo il campo dell'indagine dallo spazio fisico o sociale a quello definito dai rap_porti personali più intimi e c~n~olidati, o addmttura al rapporto con se stessi, 11 panorama non cambia. Tanto per cominciare, l'automobile si è installata al centro dell'esistenza, dell'unità, e della stessa identità, del ménage, ovvero di quello che resta della famiglia; un posto che, peF migliaia di anni, era stato occupato dal focolare, fino a diventarne addirittura sinonimo. L'automobile tiene unita la famiglia (anche troppo, fino a comprimerne uno contro l'altro i membri) nei week-end e nelle rare uscite comuni, quando i bambini sono ancora piccoli; nella ripartizione dell'uso, quando i figli sono grandi e non esiste la possibilità di assegnare , un'auto a testa. Spesso forma e tiene unita la coppia - dal primo incontro, che può essere stata l'offerta di un passaggio - alle serate comuni, in cui aiuta a sottrarsi illla presenza dei figli e, in molti casi, avvicina due persone che altrimenti hanno perso l'abitudine di parlarsi e hanno ben poca voglia di farlo. Ma è soprattutto attraverso le aspettative che suscita, il suo acquisto, la scelta, il progressivo aumento della cilindrata e degli optional, l'eventuale moltiplicazione delle automobili disponibili in famiglia, la storia (nel senso della successione delle marche e dei modelli) delle automobili possedute, che essa crea in un nucleo familiare il senso della propria identità e una percezione di una collocazione sociale e esistenziale condivisa da tutti i suoi membri. L'appercezione E già stato rilevato da molti come la potenza del motore e la vistosità della carrozzeria si siano rapidamente trasformati in sostituti della forza fisica e persino (nella sfera della sessualità maschile) della potenza. Il rapporto che lega l'automobilista al proprio mezzo è spesso viscerale e quasi sempre molto ambiguo. Per l'uomo che la ama e la vuole possedere, l'automobile ha un netto vantaggio sulla donna, in guanto è docile ai suoi comandi, sempre disponibile e rapida nella risposta. Ma la potenza del motore è anche un evidente simbolo fallico, di cui la società, per di più, permette e promuove l'ostentazi·one. Questa annotazione trova una conferma puntuale nella stragrande maggioranza delle inserzioni pubblicitarie correnti. Ma, vista l'evidente presa che questo tipo di messaggio sembra avere anche sul sesso femminile, quello delle automobili sembra essere l'unico mondo in cui la favola freudiana dell'invidia del pene ha trovato effettiva, anche se artificiosa, conferma. Siamo così giunti al punto al di là del quale non si può andare, perché verrebbe meno il campo stesso delle nostre azioni. È qui in causa l'identità dell'individuo con se stesso. Senza voler strafare, è cosa troppo arcinota che, per moltissime persone, l'automobile è una componente essenziale della propria identità. Vederla graffiare è una lacerazione interiore, bocciare è una ferita inferta al proprio organismo, superare un'altra automobile è un'affermazione personale, posteggiarla· in un luoso sicuro è il raggiunsimento di un meritato nposo, evocarla è motivo di orgoglio; ecc. Non è dunque il mondo a determinare l'esistenza dell'uomo, più di quanto sia l'uomo a costruire il suo mondo. Entrambi si producono in un comune destino. Nella nostra epoca è toccato loro - sia al mondo che all'uomo - di essere soprattutto delle automobili. L'età adulta: il lavoro · L'organizzazione del lavoro Come tutti i beni di consumo, l'automobile segna uno spartiacque tra produttori e consumatori, tra chi lavora alla sua produzione, o al-

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