La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 3 - aprile-maggio 1995

BUONI E CATTIVI IN CARCERE ·Mauro Palma Fiorella Barbieri Giovanni Tamponi Armando Punzo LA COLPA E LA PENA Mauro Palma Mauro Palma è pre;idente di "Antigone", associazione di studio e iniziativa sui temi del diritto, della tutela delle garanzie penali e processuali, del carcere.Collabora a "Il Manifesto". . ♦ I numeri A un oss·ervatore che chieda. qual è oggi la realtà carceraria nel nostro Paese, conviene risponder~ con la neutralità dei dati numerici: · ingressi, uscite, crescita della. popolazione detenuta, sua.ripartizione per reati e per appartenenze sociali e culturali, accesso alle misure alternative. È forse inutile soffermarsi sulle ipotesi, sulle diverse posizioni teoriche e sul dibattit_o - spesso acceso - che ha accompagnato la r~f?rma penite?~iiria_ di vent' ~nni _fa e la s~~ rèv1S1onedi und1c1 anm dopo; 1 dati numenc1 rendono tutto ciò lontano e piuttosto accademico. E, del resto, gli interventi legislativi. che . si sono succeduti nei primi anni Novar:ita - tutti segnati dall'eccezionalità e approvati sulla spinta di una nuova- emergenza - rendono ormai difficile la lettura di una ipotesi culturale unitaria alla.base del nostro sistema punitivo. I numeri ci dicono innanzitutto che i deten~ti so~o ormai circa cinquantaseimila: naturalmente, poiché si tratta di una· rilevazione fatta in uno specifico giorno, i "passaggi in carcere" nel corso di lin anno sono molti di più, superano la quota di centomila unità. Il rriondo carcerario -'-è la prima osservazione che emerge - coinvolge dunque una parte non irrilevante della popolazione, se si considerano coloro che vi "transitano" e le persone a loro effettivamente legate e che entrano; involonta~ riainente, e forse improvvisamente, in contatto con questa rea!tà; e inoltre app~rtìene .a quest~ mondo anche 11gran mime~o d1persone che v1 opera, coine ed_ucatori, operatori, agenti 1i custodia, volo'ntari. Ma, questo dato va· messo a confronto con BibliotecaGinoBianco · altri. In primo luogo con quello de_llàricetti- ·vità degli istituti, stimata attorno alle trentamila presenze: sono ·spesso le condizioni mini-· mali della vita in carcere a non poter essere garantite e_a costituire un impedimento "strutturale" a ché siano attivate significative esperienze di risocializzazione e di interazione con la comunità esterna. Il secondo confronto è con l'analogo dato degli ultimi dieci-quindici anni: all'inizio di questo decennio i detenuti erano meno di ventiseimila e negli anni precedenti la media si era stabilizzata attorno alle trentamila presenze; .anèhe nel periodo dell'" emergenza antiterroristica" non si era andati al di là di quarantatremila. Cosa è ·avvenuto dunque negli ultimi _cinque anni ché _giustifichi un aumento di queste dimensioni? E-forse corrispondente a una po- . tenziata capacità investigativa o ha le sue radici in·una diversa politica di gestione della rnicroc'rirninalità soprattutto metropolitana? È sempre la neutralità dei numeri a venirci inèontro per formulare una risposta: non si registrano ·né un equivalente aumento nel numero di re~ti gravi commessi annualmente che oscillano attorno a 'valori medi consolidati da anni, né un equivalente aumento di incisività nell'azione di indagine. Neppure i due fenomeni che maggiormente hanno riguardato l'esercizio dell'azione penale in questi ultimi anni possono rendere conto della rapidità e della consistenza dell'aumento di carcerizzazione: il numero di persone ristrette in carcere per reati riferibili alle inchieste su Tangentopoli è poca cosa.- Il vero aumento di presenze si registra per reati cosiddetti "bagàtteUari" quelli della microcriminalità quotidiana. Il fenomeno dell'aumento dell'apparato .custodiale' dello Stato riguarda in realtà tutti i Paesi post-industria-lizzati, con alti tassi di disciccupazione, con crescente abbandono di . forme di intervento pubblico volte ad assicu- ·rare l'esercizio di alcuni diritti sociali, con rapida· creazione· di consolidate fasce di povertà in un panorama complessivamente opulento. Negli Stati Uniti, ad esempio, lungo è stato il dibattito su quali fossero le possibili forme per contenere l'espansione del sistema carcerario e le conseguenti spese: l'aumento dei fenomeni di criminalità, pur in presenza di pene esemplari, la sempre crescente richiesta di sicurezza da parte dei cittadini e il consenso a _unavisio- · ne strettamente custodialista della pena sono entrate in conflittç> con l'aumento delle spese per sostenere il sistema penitenziario e con il maggiore prelievo fiscale. . · • BUONi E CAITIVI

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