La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 2 - marzo 1995

7 Tassi di inoccupazione - Maschi e Femmine % 35 30 25 Fonte: elaborazione Censis su dati lstat Età l'Est europeo da poco aperti al commercio mondiale e in grado di sfruttare in pieno il deprezzamento della nostra moneta; la seconda che comprende le regioni tradizionali dello sviluppo industriale nazionale, il Nord Ovest, caratterizzate dalla presenza della grande industria con una capacità competitiva tutta da ricostruire; la terza, costituita in linea di massima dalle regioni meridionali e in parte dal Centro, che appare incapace di cogliere gli effetti della svalutazione e che tende progressivamente ad allontanarsi dal resto dell'Italia. In base a quanto appena descritto ci si può legittimamente chiedere se sia opportuno parlare di ripresa e se, nonostante i gravi problemi che a livello globale colpiscono il Paese, siamo comunque in presenza di un'economia reale in grado di affrontare con forza una nuova fase di sviluppo. Il Pil nazionale è previsto in crescita per il 1995, la bilancia dei pagamenti, sostenuta dalle esportazioni, risulta tuttora fortemente in attivo; ma le ultime rilevazioni sul fronte dell'inflazione non fanno ben sperare ed anzi mostrano chiaramente che gli ultimi mesi possono essere considerati un'eccezionalità rispetto alla norma dei processi economici, la quale in sostanza avverte che uno dei fattori principali di creazione di inflazione è rappresentato proprio dall'eccessiva svalutazione della moneta (la cosiddetta inflazione importata, conseguente all'aumento dei prezzi dei beni che provengono dall'estero). Anche sulla base di queste indicazioni sintetiche, certo non esaustive dell'intreccio di fenomeni economici e sociali che si sono verificati nell'arco di tempo qui considerato, si può comunque affermare, in sintesi, che il nostro sistema economico tende, proprio a 1993 totale Anni ■ 1981 .1991 a 1993 partire dalla seconda metà degli anni Sessanta, ad allontanarsi da posizioni di .relativo equilibrio e a convivere con problemi sociali ed economici che a distanza di decenni non sono stati ancora risolti, né sembrano in procinto di essere affrontati seriamente. La mancanza di una solida base produttiva industriale e gli alti tassi di disoccupazione, specie giovanili e meridionali, vengono contrastati nel corso degli anni soltanto attraverso trasferimenti di denaro pubblico che non innescano nessun circuito virtuoso di produzione del reddito, né permettono la formazione di un capitale umano in grado di attivare iniziative autonome in ambito produttivo. L'ampliamento progressivo dello stock del debito pubblico (verificatosi in particolare nello scorso decennio, insieme ad un accentuato spreco delle risorse disponibili) ingessa ulteriormente la possibilità di utilizzare la leva della spesa. pubblica per intervenire in modo efficace nell'economia al fine di allargare la base produttiva del Paese e creare le condizioni per un tamponamento della problematica occupazionale. Inoltre, le contraddizioni presenti all'interno del nostro sistema produttivo, essenzialmente basato sullo sviluppo della piccola e media impresa (debole nei confronti di un mercato mondiale delle merci guidato dalle grandi imprese multinazionali), caratterizzato dalla prevalenza di imprese in settori maturi o tradizionali (tessile e abbigliamento ad esempio) e dalla scarsa presenza· in settori innovativi (informatica, elettronica, telecomunicazioni), condizionato da un industria pubblica spesso incapace di adottare strategie efficaci e indirizzi validi per lo sviluppo del Paese, rendono ancora più difficile la possibilità 8 Tassi di inoccupazione - Femmine 35 30 25 20 Fonte: elaborazione Censis su dati lstat BibliotecaGinoBianco 71 e oltre totale 1993 Anni •1981 ■ 1991 □ 1993 NUMERI

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