La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 2 - marzo 1995

neta1 . , per non perdere il "senso" del loro agire che rimane, malgrado tutto, la loro più grande risorsa. In ogni caso le Ong dovranno inevitabilmente fare i conti con i cambiamenti strutturali in atto che rendono parzialmente obsolete le vecchie ricette. In particolare, sono due i "macrofenomeni" che rappresentano anche delle grandi sfide per il prossimo futuro: a) la crisi dello Stato-nazione (soprattutto nelle aree dell'Est e del Sud del mondo) e del Welfare State (in occidente) che rimette in discussione molte delle analisi e delle strategie fin qui adottate dalle organizzazioni di cooperazione e solidarietà internazionale; b) il ruolo crescente delle istituzioni internazionali (in primis il F.M.I. e la Banca Mondiale) che insieme alle imprese multinazionali . predeterminano le condizioni di vita, l'uso del territorio, di gran parte del pianeta. Le Ong sono chiamate, pena l'insignificanza della loro azione, a rispondere a queste sfide a partire dalla loro grande e preziosa esperienza nella combinazione di "strategie globali con l'azione locale", di pensare globalmente e rispettare allo stesso tempo le specificità territoriali. Ma, per avere qualche speranza di successo devono allargare la loro azione, le loro alleanze a quello che viene definito "il Terzo Settore", vale a dire tutta l'area non-profit di imprese e associazioni che operano a diversi livelli per obbiettivi non riducibili alla sola motivazione economica. Solo puntando a creare una molteplicità di network internazionali (attraverso gemellaggi, adozioni a distanza - non solo di bambini ..:..microrealizzazioni, progetti di salvaguardia aqibientale e di occupazione, ecc.) è possibile pensare di opporre una valida barriera allo strapotere delle istituzioni internazionali che hanno devastato il pianeta e prodotto grandi danni alle popolazioni locali. Il grande circuito del "commercio equo e solidale" va, ad esempio, in questa direzione: sono ormai più di cinquemila i punti vendita di questa rete sparsi in tutta l'Europa (con un fatturato che supera i mille miliardi) e collegati a decine di migliaia di piccoli f roduttori associati in varie parti del Sud de mondo a cui viene riconosciuto un prezzo "giusto", richiamando una categoria, cara ai padri della Scolastica, che nella scienza economica contemporanea è stata rimossa 3 • Cero, si tratta di una goccia nel mare magnum et purulentum del commercio internazionale (un'inezia rispetto al commercio mondiale di droghe e armi), ma è qualcosa di più di un semplice segno. Il cosiddetto "Terzo Settore" potrà giocare un ruolo politico più rilevante se ciascuna organizzazione saprà correre il rischio di mettere in gioco le proprie "sicurezze" (a partire da quelle economiche) per aprirsi ad altre esperienze di base, individuando dei percorsi comuni che siano all'altezza delle grandi sfide di questa convulsa fase storica che viviamo. Forse, un giorno non lontano, queste migliaia di piccoli progetti, di interventi incrociati da tante parti del mondo, porteranno una nuova era in cui la moribonda Onu (sommatoria impotente di interessi nazionali e imperiali) verrà sostituita da un'organizzazione internazionale, espressione delle organizzazioni di base, dei centri culturali di ricerca, ecc. D'altra parte, attraverso le nuove tecnologie telematiche le vecchie gerarchie istituzionali, mutuate dai modelli militari, devono cedere il BibliotecaGinoBianco posto a network liberamente scelti da soggetti sociali· con pari dignità. , Per concludere ed esemplificare: un fatto eclatante - come la pace in Mozambico ottenuta dalla Comunità di S. Egidio di Roma - potrà un giorno non molto lontano apparire come una normale e razionale forma di diplomazia internazionale. Se i governi e gli Stati son falliti ....... una speme ci nasce in cor....... 1 Per esempio in Inghilterra una stima recente valuta in più di mezzo milione le voluntary organizations con un contributo, in termini equivalenti, al Pii. del quattro per cento. In Italia esistono diverse stime in proposito che fanno oscillare dal tre al cinque per cento il valore economico di queste organizzazioni (di cui le ONG costituiscono solo una piccola parte). 2 Nello Sri Lanka l'Ong denominata "Thrift and Credit Movement" organizza più di 600.000 persone ( in gran parte piccoli contadini) e la "Sarvodaya Shamadana Movement" coinvolge nel suo lavoro nei villaggi più di 9.500 gruppi comunitari (vedi D.Hulme, 1991). 3 Sul grande dibattito sul "giusto prezzo" che ha coinvolto tra i più grandi pensatori europei dal XIII al XVIII sec., vedi l'articolata ricostruzione operata da W. Sombart. Riferimenti bibliografici Clarke J., Democratizing Development: the role of voluntary organizations, Earthscan, London 1991. Fowler A., Non-governamental Organizations in Africa: Achieving Comparative Advantage in Relief and Micro-development, IDS Discussion Paper 249, N.Y.1988. Freire P., The Pedagogy of the Oppressed, Penguin, Harmondsworth 1972 Hulme D., Social Development Research and the Third World, Paper n.26, University of Manchester 1991. Sombart W. Il capitalismo moderno, Utet, Torino 1967. Schumacher E.F., Small is Beautiful: econo~ics as if people mattered, Abacus, Londonl 973. Thomas A., Non-governamental organizations and the Limits of Empowerment, in Aa.Vv. Development Policy and Public Action, Oxford University Press, Oxford U.K. 1992. ♦ COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

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