La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 2 - marzo 1995

B·1 Faraqqa, una diga costruita sul Gange in territorio indiano per dirottare acqua a scopo di irrigazione su un ramo del delta che passa per Calcutta. Quando si è nella stagione secca gli indiani, nonostante accordi stipulati, tendono a trattenere tanta acqua che il Gange all'entrata in Bangladesh si riduce a dimensioni modestissime. All'arrivo delle acque dei monsoni sull'Himalaya, e a volte senza i necessari preavvisi, l'acqua viene rilasciata mettendo in pericolo la vita di migliaia di contadini poveri che si erano messi a coltivare nel letto del fiume. Il problema potrebbe essere affrontato con una autorità di tipo regionale che svolgesse il ruo_lo di _mediare i conflitti fra gli interessi dei van paesi. Il processo di modernizzazione dell'agricoltura attraverso il brusco superamento dei metodi tradizionali come è vissuto dalle culture locai? z. L'introduzione di innovazioni tecnologiche che sono state elaborate ed applicate nel mondo occidentale trova sempre una forte opposizione ·perché inevitabilmente non si tratta di processi di ibridazioni culturali ma di pura e semplice "colonizzazione". L'occidente sviluppato riesce ad imporre il proprio modello su scala planetaria solo a prezzo della marginalizzazione e impoverimento culturale prima ancora che economico di miliardi di persone per lo più addette alla produzione agricola. Sono temi affrontati molto bene da Serge Latouche in L'occidentalizzazione del mondo e più recentemente ne Il pianeta dei naufraghi. . La resistenza delle culture locali alle "modernizzazioni" ·è presentata letterariamente molto bene nel racconto Il re degli alberi di Acheng (pubblicato in Italia da Theoria, 1990). La storia è ambientata in un villaggio della Cina ai tempi della rivoluzione culturale: un gruppo di universitari - le guardie rosse - viene inviato nelle campagne per realizzare il grande disegno di trasformazione delle aree boschive, abbattendo alberi "inutili" e ripiantando alberi "utili", secondo i loro criteri naturalmente. La millenaria saggezza locale costruita sull' esperienza e su quella conoscenza che l'autore chiama "intuitiva" viene impersonata da un boscaiolo che riesce a far intuire a molti dei neofiti modernizzatori il "massacro" che si sta compiendo e che non è solo di alberi ed animali. È il massacro di una cultura basata sull' esperienza che permette di costruire conoscenza, grezza, non scientifica, ma certamente superiore alla stupidità burocratica impersonata dal leader delle "guardie rosse". Acheng non è un ottimista: il romanzo mostra la sconfitta di entrambi, i modernizzatori e i contadini del villaggio. Eppure una via di uscita può esserci: la salvezza non è la cultura tradizionale, perché questa storicamente si modifica e deve ibridarsi, ma i frammenti di conoscenza intuitiva che si costruiscono con l'esperienza. 1 Lo scontro fra cultura modernizzante e quella tradizionale degli indios delle Ande peruviane è anche il tema affascinante presentato da un'altra grande figura della letteratura latino-americana: il peruviano J osè Maria Arguedas._Della comples,sità e ric~hezza de!l~ cu~tura ahdma Arguedas e un testimone pnv1legiato: bianco di origine, ma cresciuto fino all'adolescenza in una comunità indigena, figlio di un avvocato che si occupava delle interminabili cause delle comunità indigene contro il sopruCOOPERAZfONF>,!NTERNA'ZfONA E o so e l'esproprio dei "padroni" bianchi, ed infine antropologo. Tutti i suoi romanzi e racconti, come anche i saggi antropologici, raccontano dei conflitti fra le comunità indigene e i grandi proprietari terrieri bianchi o criollos. Ci documenta letterariamente la straordinaria resistenza sviluppata per secoli, in forme diverse, contro l'aggressione culturale dei dominatori che ha permesso di mantenere un'identità della popolazione in?~gena, di conservare la sua conoscenza intmt1va. Nel suo primo romanzo Yawar Fiesta (Festa di sangue ) .del 1941, tradotto da Einaudi nel 1976, ci presenta la complessità del mondo andino e lo scontro fra tre diverse culture. Il romanzo è ambientato a Puquio, una piccola cittadina delle Ande meridionali, sulla strada che dalla costa porta fino a Cuzco, la capitale dell'impero incaico: un luogo privilegiato per presentare lo scontro·-incontro di culture. Da un lato quella ricca e complessa degli indios, intrisa di elementi magici e in diretto rapporto con tutte le manifestazioni del mondo naturale ma profondamente solidaristica e rispettosa dei bisogni non solo materiali dei singoli. Dall'altra la cultura più rozza, individualistica, strettamente materialistica dei padroni bianchi locali, modernizzatori solo per guanto riguarda gli aspetti esteriori e subalterm al potere del governo centrale. Infine la cultura moderna e progressista assimilata dai serranos di Puquio trapiantati nella capitale, a Lima, i quali con un atteggiamento illuministico e perseguendo un disegno astrattamente ideologico tentano di modificare i comportamenti dei propri comp~esani, che ritengono schiavi di miti regressivi. L'occasione dello scontro è il tentativo di imporre alla comunità india l'abbandono di una tradizionale forma di corrida che si svolge con la ritualità di una vera festa religiosa, fra un toro scelto fra i più selvaggi e gli uomini che lo affrontano senza alcuna difesa nelle strette vie del paese. Al suo posto i padroni, i grandi proprietari terrieri, vogliono istituire una regolare corrida in una arena e con regolare torero come tra la gente "civile", secondo l'ordinanza emessa_dal governo centrale. Infine i portatori della cultura progressista, nel tentativo di r~- denzione dei compaesani ignoranti e retrogradi, si trovano a parteggiare per i padroni locali e le autorità ufficiali dello Stato. C'è nel romanzo episodio chiave che ·illustra la validità della cultura degli indios: la costruzione della strada che collega Puquio a Nazca, sulla costa, in breve tempo e senza l'aiuto di ingegneri ma sfruttando un'organizzazione del lavoro solidaristica, la scienza empirica e la conoscenza intuitiva. La strada di cui parla Arguedas era stata veramente costruita in quel modo, e per il suo ampliamento nel 1970 io mi sono trovato a fare lo studio di fattibilità. Finora abbiamo farlato soprattutto del settore agricolo, che è i campo della tua più diretta esperienza. Tutti i fenomeni e i processi descritti, compresi i rapporti di cooperazione che ne costituiscono un correttivo più o meno efficace, rimandano al generale processo di glob'alizzazione dell'economia, di cui è parte sempre più consistente il decentramento della produzione industriale soprattutto verso paesi dell'Asia. Quali testimonianze o impressioni di questa

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