La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 1 - febbraio 1995

scatto pure Giufà, -la maschera siculo-araba dello stupido proverbiale. Da puro idiota che è in origine, si trasforma in~stupido solare, ovvero pazzo semplice, nel momento in cui qualcuno gli consente di interpretare la letterali tà del linguaggio comune. In questo modo Giufà lo sciocco diventa Giufà il furbo e il saggio. Nel fronteggiare ilòerlusconisrilo, lo schieramento di sinistra non ha tenuto conto della quinta legge enunciata da Carlo M. Cipolla: lo stupido è il tipo di persona più pericoloso che esista. Più pericol9so del bandito, più pericoloso del pazzo, che pure superficialmente spaventa di più perché rappresenta un ordine logico diverso dal nostro, ma in realtà è meno insidioso perché immediatamente riconoscibile. Superato l'imbarazzo iniziale, far fronte ad un pazzo è relativamente semplice. Far fronte ad uno stupido invece diventa difficile perché crediamo di poterlo combattere sul terreno di una logica comune, e quando ci accorgiamo (quando ci siamo accorti) che è impossibile, il contagio è già intercorso. Bisogna poi considerare che la spirale del contagio genera stupidi ulteriori che vanno in giro a discutere creando altri stupidi e così via, in una sorta di catena di Sant' Antonio, fino alle elezioni. Negli ultimi mesi, con l' eclisse naturale della stella berlusconiana, capita sempre più spesso di incontrare persone disponibili a parlare genericamente di Forza Italia e a riprodurre tutta la fenomenologia del berlusconismo. In questi casi la reazione è quellà di annu~re, ma allo stesso tempo s1 prova una specie di sorda irritazione. È la spia che si accende ogni volta che ci troviamo davanti a una stupidaggine. Prendiamone atto senza paura di apparire snob: esistono a sinistra i portatori sani del virus berlusconiano, indotti senza accorgersene a riprodurre il rumore di fondo, il basso continuo da cui la melodia del berlusconismo trae sostentamento. In fondo, il mago Othelma si era presentato alle elezioni precedenti, quelle del '92, con un programma non molto difforme dà quello di Berlusconi. Othelma non era stat? preso in considerazio_n~ dall elettorato per .tre ord1m BibliotecaGinoBianco di motivi: 1. Indossava un caffettano durante le tribune politiche. Era quindi immediatamente -riconoscibile come pazzo. 2. Non controllava la,, massima parte del sistema radiotelevisivo. 3. "L'Espresso" non accolse la sua candidatura con la stessa enfasi denigratoria.· Non necessariamente in ordine di importanza. La stampa antigovernativa ha colpe non indifferenti, quando si fa carico di chiosare ogni sospiro di Emilio Fede, ogni battuta di Ferrara. Commette lo stesso errore di Dreyfus con Clouseau: crede di potere confutare l'avversario su basi logiche, e invece si lascia trascinare in vere e proprie imboscate di stupidità. Diceva Musil eh~ la stupidità possiede tutti gli abiti della verità, mentre la verità possiede un solo abito. Quando a "L'Espresso" eredono di essere popolari mettendo le tette in copertina, sba.g1iano, ed è un calcolo miope quello di chi si adagia sul successo delle centinaia di copie in più che si riescono a vendere. Perché "L'Espresso" ha dalla sua solamente la verità e un paio di tette per · volta, i berlusconi in.vece hanno a disposizione tutto il guardaroba della verità. Oltre naturalmente all'intero sistema radiotelevisivo, vale a dire un numero di tette pressoché illimitato. È impossibile costringere i berlusconi a seguirci sul terreno della logica. Allora bisognerebbe lasciarli dove sono e inventarci un livello su cui loro non possano seguirci, ma a_ll~ stesso tempo possa segmrc1 chi osserva e vota. Si tratta di riconvertire l'intero arsenale della sinistra. Cosa - ammettiamolo - non facile. ♦ Lasolitudinede.gliadolescenti Paolo Crepet Le statistiche sociali, si sa, sono spesso impietose. Per quanto ci affanniamo a decifrarle a favore del nostro punto di vista, per quanto tentiamo di leggerne la contradditorietà, esse hanno la capacità di inchiodarci davanti a una realtà inaspettatamente dura e spietata come quella riguardante alcuni fenomeni del mondo giovanile: la crescita del numero dei suicidi (58% tra il 1991 e il 1993) e delle morti per omicidio (per le quali l'Italia è il primo p~ese _europ~o co_n 200.000 mmon morti ogm anno per cause violente), l'esplosione della criminalità minorile che ha portato il numero dei denunciati ad oltre 60.000, l'aumento dell'abbandono scolastico e dei bambini scomparsi e non più ritrovati (15% tra il 1990 e il 1992), delle violenze fisiche e sessuali (74% delle denuncie per maltrattamenti tra il 1990 e il 1992; 49% per i casi di violenza carnale nello stesso periodo di tempo). E ancora la diffusione dell'alcolismo (nettamente diverso da quello che avevamo conosciuto tra le generazioni precedenti in quanto non è più cronico ma fine-settimanale e non riguarda più il vino, ma la birra e i superalcolici) e della droga (oggi difficilmente analizzabile dal momento che si è passati daWeroina alle sostanze anfetaminiche che prevedono un consu.mo assai diverso, più episodico e non creano una vera e propria dipendenza di lunga durata). Di fronte a questi e ad altri non meno tragici fenomeni, la reazione di molti (compresi i media, quando non cercano di utilizzarli-in senso puramente scandalistico) è quella della negazione e della rimozione, come se tutto ciò non riguardasse una realtà creata dalla società degli adulti. Che cosa sta dunque accadendo agli adolescenti? Per

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