Spettacolo : Via Consolare - anno III - n. 1 - dicembre 1941

sto fatto starà nel trattare da un punto di vista molto relativo e nazionale cose che andrebbero trattate invece da un punto di vista assoluto ed europeo. Questa carità è almeno nelle nostre intenzioni migliori ma non è detto che la si debba interpretare nel senso di un giuramento. Questo teatro ha una definizione storica c11riosa. In realtà non è un vero teatro o per lo meno lo è meno di quanto le correnti drammatiche e11ropee da cui è in parte derivato lo fossero o lo siano. Diciamo in parte e intendiamo una derivazione piii che di intuizioni (sebbene anche in ciò la cosa sia evidente) di tecnica drammatica, cui le avventure del " decentramento,, e de{" silenzio,, hanno dato una profondità di echi e una serietà di soluzioni assai notevoli. Ma sopratutto la derivazione si scopre nelle correnti puramente letterarie sia italiana che europea. Oggi non c' è autore di teatro, italiano, che non si possa anzi che non si debba riaccostare a un qualsiasi movimento letterario e il male, in ciò, sta proprio nel fatto che l' accostamento non è un potenziare sto_ricamente quel teatro ma precisamente un limitarne la natura tea- • trale riferendogli delle qualità estranee._ . Cioè gli scrittori nel teatro di poesia sono quei tali che allenatisi su un mezzo tecnico drammatico hanno portato al di sopra di esso degli interessi già risolti altrove assai più brillantemente e poeticamente. 1'utto ciò potrebbe sembrare ri1Jolto alla conclusione dell'inesistenza di un fatto teatrale, ma anche qui una distinzione si rende necessaria. Una simile conclusione è da avvallare quando si voglia valutare rigorosamente l'effettività estetica di questo teatro, e qui saremo tutti d'.accordo nel sostenere che una sua artisticità storica non troverebbe pezze d' appoggio sufficienti neanche nel più benevo'lo critico, ma 'non è altrettanto accettabile quando voglia significare la negazione di 11naconsistenza teatrale come mezzo tecnico. Non c'è dubbio, e l'abbiamo già detto, che la l'etterarietà ha pesato con danno ma solo quando ha imposto. troppo esclusivamente le proprie soluzioni tecniche ad una f ornutla che' nell' evoluzione teatrale dell' ottocento europeo pur essendosi allineata ad Ima concezione letteraria manteneva tuttavia all' interno le premesse inderogabili della sua differenziazione. , La teatralità del testo drammatico di questa epoca ha una fisionomia storica diversa da quella del testo del seicento per dire, onde un cambiamento impressionante di p11bblico, ed essa si avvicina per affinità fortissime a• tutta la letteratura in genere ma continua per suo conto nella ricerca della tecnicità del dramma, distinguendosi quindi da quella. Concludendo il testo cosidetto di poesia in Italia ha una validità e un' importanza quasi trascurabile e la sua fisionomia men che originale si compone di alcune linee sommarie e generiche prese dall'ultimo teatro e dall' ultima letteratura europei. ••• La questione dello spettacolo è di impostazione_ diversa e vi concorrono elementi e ragioni di natura pratica e sociale. . E' be~e però distinguere che parlando di spettaFondazioneRuffilli- Forlì colo non intendiamo per ora di parlare di quel com• plesso di fatti preliminare allo spettacolo cioè della organizzazione ma proprio dello spettacolo come risultato finale, come dato artistico. La vita del teatro europeo di q1iesti ultimi cinquant' anni è una vita assai densa difatti ed esaurisce con tutta probabilità un periodo molto significativo della storia teatrale. Ma una sna importanza decisiva questo teatro afferma proprio con l' evoluzione della tecnica dello spettacolo. Il significato dei Meiningen, di Staninslawky di Nemirovic Dancenko trascende i limiti delle singole personalità e afferma varie esigenze tutte importantissime nella storia del teatro tra le quali, secondo quanto ci serve di dimostrare in questo scritto, alcune inpegnano u11 ri11novamento dello stile spettacolistico e u11adiversa organizzazione pratica che questo rinnovamento· renda possibile, cioè un nuovo spettacolo da una parte, e (proprio così) il teatro di stato dall'altra. E non speculiamo sul fatto che quello dei Meiningen era un teatro di stato nel senso vero e proprio perchè ad esso occorre riferire i limiti, per noi varcati, di una data dell'altro secolo addirittura. Tuttavia resta vero che una svolta importante in questo senso si ebbe in quegli ultimissimi anni dell' '800 ; quando Antoine rappresentava lbsen in Francia per la prima volta, scopriva Becque, Portoriche e scandalizzava con certe, oggi ingenue, trovate veriste e quando Adolfo Appia scriveva certi capitoli sulla regìa del dramma wagneriano che assurgevano a teorica della regìa in generale. Teorica che si venne conquistando un equivalente pratico impressionante nelle realizzazioni sceniche dei primi vent'anni del novecento ed oltre: L'abbrivo dato in Russia dal " Teatro cl'Arte .. fu semplicemente formidabile se si pensa a Meyerhold a Jevreinoff, a Tairov, abbrivo che sfocia nel teatro della rivoluzione bolscevica cui, accettando u11a certa definizione di teatro, occorre riconoscere la vitalità più moderna che la scena del mondo possa vantare. Comunque, è un fatto che lo, sganciarsi dello spettacolo dal testo costituisce il segno più puntuale e infallibile di un ;innovamentò tecnico dello spettacolo, ed_ è <J,uesto che ci inte~es~a in definitiva. ·un Reinhardt, un Piscator, un Craig, e tutta la schiera di registi europei, pii'!, o meno celebri da Vaktangov a Pitoej{_ a Bàty a Firmin Gemier stanno a testimoniare di questo rinnovamento. Jacques Copeau che se;,.bra ign?rarlo o ne15arlo, ne afferra invece gli elementi più interni gli echi più n0;scosti. Nei cieli di Montecarlo e di Parigi potevarw vivere assieme alla musica cli Stravinsky il balletto di Diaghileff, la scenografia cli Bdkst. Sono testimonianze importanti anche se non si voglia parlare di visfoità dello spettacolo di prevalenze visive o altro ; tutte cose q11este ultime perciò che q11i non accogliamo pofomica"!-ente, In Italia i riflessi furono piuttosto marginali e sperimentali e nemmeno determinati da necessità ideali qu_anto piuttosto da spirito snobistico e intellettualistico. Troppo pesava una allora pur viva tradizione girovaga, guitta, e scapigliata. 3

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