Il Socialismo - Anno III - n. 4 - 10 aprile 1904

IL SOCIALISMO 51 ponendo la propria organizzazione di resistenza (consorzi di industriali, comizi agrari e via dicendo), e l'organizzazione elci nuclei più incoscienti della classe lavoratrice per impedire o per rendere dif– ficile che questi vengano attratti nella compagine che si organizza sul terreno della lotta di classe. attuando così una collaborazione di classe a ro– vescio in cui i lavoratori incoscienti servono di puntello al dominio borghese. Il partito socialista non può tener conto che delle organizzazioni le quali muovono guerra aperta al capitalismo e necessariamente a tutti quegli istituti che sono l'emanazione del capitalismo stesso. Superfluo poi aggiungere che mentre le coope– rative costituiscono una forma di organizzazione destinata al suo sviluppo integrale col trionfo del socialismo e cioè con la soppressione del salariato, le leghe di resistenza costituiscono invece una forma transitoria di associazione che disciplina e molti– plica gli sforzi dei lavoratori per diminui~e lo sfrut– tamento di cui sono vittime e che non avrà più ragione di esistere quando sia abbattuto il mono– polio dei mezzi di produzione. r cl fatto - in Italia - vediamo organizzarsi in leghe di resistenza i lavoratori iscritti al partito socialista, all'anarchico e - nelle città romagnole, marchigiane e in qualche altro minore centro ove l'artigianato non è stato ancora spazzato via dalla grande industria - al repubblicano. Ma questi ope– rai politici - ancorchè riuniti - non costituiscono che una esigua minor~nza al confronto della massa che ricorre all'associazione professionale per averne dei vantaggi immediati e che - pure simpatizzando per il partito che si fa propulsore di iniziative procaccianti miglioramenti tangibili alle classi la– voratrici - tuttavia non è ancora in possesso di al– cuna coscienza politica. Date queste considerazioni · le leghe devono rimanere neutrali oppure devono fare adesione a quel partito politico la cui azione incontra l'appro– vazione della maggioranza dei loro inscritti ? Vi hanno socialisti, anche in Italia - disposti ad iscri– vere addirittura le leghe nel partito socialista. Noi non siamo di tale opinione. E non lo siamo perchè simile misura provocherebbe la formazione di leghe rivali e concorrenti repubblicane o anarchiche con evidente danno dei lavoratori. Certo, dal punto di vista teorico, il danno ca– gionato dallo spezzettarsi della organizzazione pro– fessionale in varie organizzazioni professionali e politiche ad un tempo appare più che altro uno sconcerto per l'economia del-l'organizzazione stessa, provocando esso una inutile divisione di lavoro e di amministrazione. Ma - sul terreno pratico, la coesistenza qi diversi gruppi di organizzati nella stessa professione, renderebbe terribilmente difficili, se non impossibili, le lotte di resistenza, specialmente oggi che le classi dirigenti - scaltrite - oppongono agli sforzi dei lavoratori una resistenza di cui in addietro erano assolutamente incapaci. La necessità di preordinare i movimenti sinda– cali, tenendo conto della tattica e delle risorse del nemico - di assicurare allo sciopcro·comc al boicot– taggio unità di vedute e sicurezza di mosse - di affiatare tutte le forze operaie così che un gruppo non proceda covando il proposito di apparire il vero e maggiore benemerito· nella compagnia - di conso– lidare i rapporti con le organizzazioni estere anche per lo scambio dei sussidi internazionali - tutto ciò esige che l'organizzazione professionale sia non mul– tipla, ma unica. Ma per altre ragioni siamo d'avviso che le or– ganizzazioni di mestiere debbano rimanere separate dalle organizzazioni del partito socialista. Ricordiamo intanto che il partito socialista ha ragione di essere solo in quanto presume di inter– pretare esattamente le aspirazioni vicine e lontane del proletariato organizzantesi in partito di classe; anche ci sembrerebbe un errore voler legare 1c or– ganizzazioni di mestiere allè vicende delle organiz– zazioni politiche cui l'adesione si dà per libera ele– zione all'infuori di ogni preoccupazione immediata, consentendo al partito libertà e agilità ne' suoi mo– vimenti e possibilità di imporre ai propri addetti disciplina e sacrifizi senza prometter loro dei van– taggi. L'adesione alla lega ;.;'vece è. data spesse volte per desiderio immediato di miglioramenti; così che il giorno in cui l'organizzazione esigesse dai propri aderenti una esplicita dichiarazione di fede politica, si vedrebbe assai assottigliate le proprie file e sarebbe piè, che mai impacciata nei propri mo– vimenti. 1 oi non dissimuliamo che deve essere non sol– tanto nostra aspirazione, ma eziandio nostro preciso dovere portare entro la lega di mestiere la maggior somma di convinzioni socialistiche, persuadondo gli operai organizzati che il metodo socialista è quello che meglio risponde alla attuazione delle loro aspi– razioni. Ciò che divise finora e divide tuttavia l'organiz– zazione operaia in due campi è più che altro il modo di concepire l'azione di attacco e di difesa - ma noi ci accorgiamo che gli stessi socialisti anar– chici, nella pratica, non pù'ssono scostarsi di molto dai socialisti legalitari. Poichè il principale punto di dissenso nella in– terpretazione del metodo da seguire consiste in ciò, che gli anarchici, appoggiati anche da alcuni so– cialisti, propugnano una azione di pura pressione dal basso ed una azione risolutamente anti-statale,

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