Il Socialismo - Anno I - n. 18 - 10 novembre 1902

IL SOCIALISMO il prezzo come se fosse lui il vcndilorc, e l'editor(: e l':mtorc mer– canteggiano quasi che fossero loro a comperare il libro: - Un rublo e 50 kopeki un volume di cento pagine? - Non un centesimo di meno. - Ma nessuno vorrà comprarlo! È un prezzo favoloso! - Ciò non mi riguard!l, Volete venilere il libro a un rublo e mezzo? Sl? eccovi il pem1esso. No? no. - i\fo. non ne venderò neppure un esemplare! - .È affare vostro ... E poi, a dirvelo chiaro e tondo, non ci tengo proprio che il libro si vend:i.. Ahre volte avviene il contrario. Un autore o editore di riviste vuole introdurre miglioramenti, rubriche nuove, ecc. Chiede che gli sia permesso di aumentare il prezzo d'abbonamento; ma sic– come ogui novità può nascondere un tr:-mello, il censore è diffi– dente e ficca il naso in ogni linea del nuovo progetto. Non può negare il permesso dell'aumento delle rubriche? Vieta l'aumento del prezzo, che solo permeuerebbe all'editore i miglio– ramenti vagheggiati e non se ne p:1rla pii\ e cosl il censore ha la persuasione di opporsi alla diffusione delle idee • nocivt: ,. ossia • sgradevoli ,. in alto loco! 1,1gran turco poi, - di cui quasi tutti gli uomini di Stato cl' Europa 1>ortano il gr:m cordone sanguinoso del Medijè (con brillanti), - ricorre 3 un mezzo ancora piì1 speditivo. Seguendo, senz:l dubbio, l'esempio del suo concorrente il Pontefice e Re, - egli ha dato ordine che certe p:trole • rivoluzionarie • siano sosti– tuite con altre parole all'essenz:1. di rose - il sistem:l di Pio 1X che fo.ceva sostirnire l:l parola flalia dalla parola sposa, - l:l pa– rola l1bertà dalla parola fetle/1,ì, - ki parol:l angelica dalla p:lrOl:l armo11;ca e che infine aveva totalmente soppresso la parola Diavolo. li Cr:m Turco dunque sostituisce ne' giornali del suo paese l:l p:l· rola Socialista con • utqpisla • - e la peste e il colera sono qu:llificati con la frase • m:llattie sconosciute. ,. Non ammette che un sovrnno poSS.'\morire ammazzato. La morte di i\fa.c-Kinley fo :mnunci:lta cosl ai Turchi: e Il presidente Mac- Kiuley è morto subitamente salutando l:J. folla. ,. I gesuiti non ignorano tale me– todo di insegnare la storia ai loro cari allievi delle scuole cleri– cali, - e noi giriamo la ricetta :li signor Pelloux, perchè se ne serva quando, - per maggior glori:t del popolo italiano e gaudio dei venditori di cartuccic e di piombo, - lorned al potere. . .. È chi:uo cho tutta quest:t gente ha una p:-rnra maledetta del torchio e dcli:\ macchina rotativa. È la stampa, infa.Lti,che mette il mondo sottosopra e che h:t gqastato la gente, dalla Creazione in qua. Scommeuo che Caino leggeva i giornali nel paradiso terre– stre. Che sia maledetto l'autore di questa diabolica invenzione, e insie1!1ea lui siano maledetti tuui coloro che, inconsideratamente, ne prOp!!gano l'uso. E not!ile, o uomini d:1bbene, come una tale perversita sia sempre andata progredendo. Nello st:tto di natura, celebr !l.to d:l Gia1,giacomo Rouss::i.u, l'uomo, esente d:tlla corru• zione nella quale oggi vivi: :i.mo ,non solo non sapeva nè leggere nè scrivere, - ma, pare, non sapeva nemmeno parl!ire, e si con– tentava cli grugnire o di strillare. Era un vero pia.cere 3.1\ora il governare: nè giornali nè opuscoli di propa.ganda, nè ricerche scien• tifiche, nè tribuna parlamentare, nè recriminazioni sulle imposte. Gli uomini non potevano neppure tra.smettersi i propri pensieri. Che gazzarra, Santo Padre! Ma eccoti che certuni, - filosofi senz::i. dubbio - cominciano :l. articolare l:l lingua e a pronunciare delle sillabe ... Dove er:wate mai, o Leone Pelloux e compagnia? Se si fosse represso fino d:ll principio tale eccesso dello spirito anar– chico, nessun dubbio che oggi navigheremmo in assai migliori acque; ma niente affatto; gli uomini parlano, cominci:mo a dire a e i o u e buona notte! Addio trono, altare e tabernacolo. Non si seppero prendere provvedimenti a tempo, ed eccoti Cutenbcrg che ti scappa fuori con il torchio dn. stampare, eccoti le macchine rot:uivc, il proclama, - il giornale, - il libro. Addio autorità, addio tutto b atee G1 o 8 a 1co il bag:lglio cieli' m1cien ri'gime... Per tremila anni la libertà della parola era slata soppressa e ogni schiavo che avesse aperto bocca per gridare sott" i colpi, era impn.lato, strangolato e crocifisso con grande soddisfazione di llllle le persone per bene: - or:1.gli schiavi si alzav:lnO e reclamavano la libertà di parlare e di pens..1.re.Razza maligna e infame a cui appartiene l'oscuro Fenicio che inventò l'alfabeto 1 a cui appartiene l'operaio plebeo di i\fagonza che trovò il torchio, - che diamine faresti tu e a quali abissi trascineresti m:li l'Umanità, se tu fossi abbandonata senza freno ::i.Ilatua dete– stabile smania di inventare e di perfezionare? - Diabolic!l. sm:lnia di lavorare e di cre.1.re l'arte e b scienza, - m!i.ledetto prurito di agitarsi, di pensare, di scrivere, di trovare! Perchè mai non vivere nell'ozio come i s::i.nti?Il mondo camminerebbe nH·glio e si tor• ncrebbe ai tempi del Paradiso terrestre! Nix. RIVISTA .DELLE RIVJSTE SOCIAUISTE Riviste Olandesi. Gl' indigeni del Sud-Africa in rapporto alla guerra, Nella Nieuwe 7i'sd (Nuovi tempi) del giugno, Joh. Visschei pubblicava un articolo interessantissimo: Dal fiume Sa.mbesi fino al Capo di Buona Speranza vivono, parzialmente o completamente soggetti, :ilmeno 8 milioni di negri, mentre la popoi:J.zlone bianca ascende al massimo ad 800 mii:\ persone. Fra gli indigen: hanno il primo posto per for:zanumeric.1. e vigore fi,ico i 81111/oe, della stirpe dei Cafri; le altre popola– zioni nere si sono consumate nelle guerre interne e vanno estin– guendosi sotto l'azione demoralizzatrice che esercita sui selvaggi il primo cont:ltto con la civiltà. I Cafri vivono o in territori !I. loro :lssegnati, ovvero sparsi fra b popolazione bianca. Quelli che occup::mo territori speciali (i così detti localitie) con– servano la lor.> 1.ostituzione gentilizia ed i propri usi, e sono retti da un capo indigeno, responsabile di fronte al Governo, che ha al s~o fianco un commissario govemativo. La legge delle Repub– bliche sud-africn.ne non ammetteva. che la popolazione colorata po– tesse possedere dei terreni, ma. dava loro il pieno diritto di uso di quelli assegnali, sui quali i Cafri alleva.no bestìame e coltivano qualche r:lrO prodotto agricolo. Gli indigeni sp:trsi fra la popolazione bianca sono più mtme– rosi nel Transwaal, sca.rsi nell'Orange e scarsissimi nel Sud-Ovest della Colonia del Capo. I colonizzatori europei, che trovano gr:tn p!!.rte dei territori completamente deserti e che del resto per essere esclusivamente dediti all'allevamento del bestiame non ::i.vev!lnoche uno sc::i.rsobisogno di mano d'opera, si curavano poco, in principio, di attirare gli indigeni a vivere in mezzo a loro. Quando però CO· mincin.rono a lavorare la te1T!l.piì1 intens..1.mente, la manc~mza di lavoratori diventò un problema gravissimo. Ogni colono che, occupando un terreno nuovo, lo trovasse !lbitato da negri si gu::i.rdò bene dallo scacciarli, ma concedev:i loro il diritto di rim!l.nere, ob– bligandoli a la\'Orare per conto suo parte dell'anno. In generale il padroue dell'azienda dav:i ad una famiglia di indigeni delle terre da coltivarsi a mezzadria o terzeria, con l'obbligo per gli uomini adulli di lavorare per un determinato tempo nei fondi del padrone contro un sn.lario mensile che variava fra 12 a 72 lire a testa.. Tuttavia la mano d'opera è sempre inferiore a.I bisogno ed i Boeri coltivatori cercano perciò di attirare nuove famiglie di indigeni; ma la legge delle due Repubbliche, tenendo conto dello scarso numero di Ca.fri disposti a vivere fra i bianchi, limitava ad un mas– simo di 5 il numero delle famiglie negre che un colono bi:mco può ammettere nel suo podere. Dal fatto solo che la mano d'opera è sc:l1sissima nel Sud-Africa emerge ad evidenza che la condizione dei lavoratori non può t'S·

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