Il Socialismo - Anno I - n. 17 - 25 ottobre 1902

IL SOCIALISMO 279 ,ioni tlc..-gli :trhilr·i, e il 16 ottobre cr:t dichi:tr.tla ufficinlmcntc 1:t fine dello c:ciopcro. l n:t rngioncvule difftdCff':l d:1 p:irtc dci minatori per le -.ur– J>r'CS<: dcll'arhitmto, di cui nltr:i. ,•olL'\ pro,•:i.rono gli cfft•tti, e le '-<'lite \'Cndctte dei C:.'lpit:ili,ti, che .;i rifiut:mo <li riprendere gli -.ciopcmnli wstituiti - tengono :mc.:>r:i desto del malumore, di cui non 11;j conO'tCC :i tutt'oggi la pott:tt:t. SCIE lZA ED ARTE L'organizzazione degli artisti drammatici E I.,\ 1>1<:NITA llELf,' ARTE Chi scrive qucsle lince assistè nei primordii gli ini– zintori di questa cosi caraueristica organizzazione, la quale interviene in un elemento che sembrava davvero dovesse restare rcfratt:irio ai generosi sforzi cli pochi. Le note dominanti nella psicologia degli artisti cli tCatro sono la discontinuità della \·olontà e la imprevi– denza: l'uno e l'altro carattere traggono origine dalla professione stessa, dai continui \·ariamenti di sede, dal continuo mutare tulle le sere della propria personalità. A questi ostacoli interiori si aggiungono gli ostacoli esterni di cui i principali sono l'enorme dillicoltà di tenersi in mp1>0rto perenne tra i membri di una Com– pagnia e quelli delle altre, - e r inveterato arbitrio assoluto dei propretarii delle Compagnie. 1>er il quale gli artisti dr:unmatici, più che tutti gli altri artisti di teatro (i quali non hanno bisogno di tirocinio nel re– pertorio di ogni singola Compagnia, e possono quindi facilmente spostnrsi dall'una all'altra), sono da conside– rare come l'ultima, in ordine di tempo, delle classi di uomini soggetti ad una sorta di schiavitll. Il lavorn preparatorio di organizzazioue, iniziato qui a Roma ncll' inverno scorso, continuò a Genova, dove gli artisti delle Compagnie Novelli e Siche!, adunatisi nel luglio, crearono il primo nucleo della Lega. Fu nominata una Commissione provvisoria per l'ul– teriore lavoro paziente di persuasione dei colleghi, di nomina di corrispondenti, e per la compilazione dello statuto della Lega, e del ro11/rntto-11nico, che deve essere la piattatorma cieli' azione della Lega. li contratto•unico, è uno schema di speciale contratto di locazione d'opera. nel quale, tenutosi il dovuto conto delle diversità di competenze a seconda dei ruoli e dei \·alari indi\'1- duali, si stabiliscono tutl.:'l\·ia delle norme determinate cl' ingaggio, di lavoro e cli pagamento, atte ad ovviare alle gravosità sistematiche ed ai soprusi particolari dei proprietarii di Compagnie. Il <·ontrauo-unico fu !-pedito ai soci già inscritti, per la discussione e approvazione. Gli inscritti sono più di 500 e appartengono a 25 Compagnie. Giorni sono gli artisti delle Compagnie presenti a ililano (Compagnie Della Guardia, De Sanctis e Siche!), si adunarono negli uflici del giornale teatrale Ln sce11n di prosa, che appoggia con entusiasmo la giusta agita– zione, per discutere lo statuto e il patto contrattuale, cd eleggere il Consiglio direttivo. La discusstone fu serena. ordinata, ampia e vivace, e lo statuto venne approvato alla unanimità. Il contratto fu giudicato equo, pratico e rispondente ai desiderati della collettività; e i nomi proposti dalla Commissione provvisoria per il Consiglio direttivo furono approvati per acclamazione. · Il Consiglio è cosi composto: Antonio Salsilli, Paolo Cantinelli, Ciro Galvani, consiglieri; Antonio Grisanti. supplente; Giuseppe Pradeaux, segretario - nomi cari alla classe, e noti per il loro spirito di sacrificio, e per le nobili idee, e per la fermezza del carattere. Era \·enuto in buon punto l'ordine del giorno Po– drecca-Pesceui-Ojetti-Sarfatti-Valera, \'0tato per accia- mnzionc al Congresso nazionale socialista di Imola, il qunle richiama\·a l'attenzione e lo studio del Partito !-li questa industria nrtistica, la quale, menlre offre nella varia produ?.ionc dei suoi mille teatri, al popolo, la sod– disfazione dei suoi bisogni spirituali, e notevole profitto a pochi monopolizzatori e intermediarii, nasconde, sotto il sorriso cieli' arte, miserie, vergogne, sfruttamento uguale a quelli che affratellano tutto il proletariato in un solo ideale di redenzione. 1 Per In prima volta questa classe cli uomini che visse sempre incurante della vita sociale e non curata dalla socictf\, come abbandonata e abbandonantesi alla derivn dal gran fiotto del pensiero e dell'azione - per la primn volta sentiva la grande voce dei fratelli di lotta, espressa nelle grandi sue assisie eia un grande partito. ~ per la prima volta gli artisti scuotono il triste re~ tag-RiOdella schiavitù, e si affermano cittadini, con la coscienza e con la volontà. Or, non vi sembra di ritrovare in questo novissimo moto un rle' riflessi di quella nova istoria sociale che attraverso l'as.sociazion(: della scienza al lavoro nella produzione della ricchezz.1., trasformava, assieme agli strumenti, le forme della produzione medesima, e con queste elevava il lm·oro a forza centrale della civiltà? - e i lavoratori a consapevole fulcro della vita sociale? Se di qui usciva la nuova civiltà, della quale il So– cialismo è la espressione, e la sentita dignità dei lavo– ratori è la annunciazione - non vi sembra che non sia soltanto per imitazione, ma anche per interiore impulso che gli artisti si stringono in lega? Perchè anche al lavoro dcli' arte drammatica si è associnta la scienza, ed io l'ho detto nella mia po– lemica con Tommaso Salvini, il quale visse la sua vita di arte prima che il nobile connubio avvenisse; e vi rimase estraneo, e non lo intese, nè lo intende; e fa oggetto perciò cli inconsapevole riso l'arte di Ermrtc Zacconi, pioniere, nella sua monocorde tragicità, di questo nòvo senso della drammatica. Questo sorgere a dignità di cittadini nella lega delle volontà e delle opere fuor del palcoscenico, non è' esso dominato dalla legge medesima della vita sociale con– temporanea - quella legge che guida al domani, e alle conquiste proletarie del domani - e per la quale, parallelamente, sul palcoscenico, sorgono gli artisti no\'i a dignità cli civico ollicio? Della qual dignità nobilmente diceva Ermete Zac– coni. dal canto suo rispondendo a Tommaso Salvini nella 1>0lemica da mc incidentalmente sollevata, pnr~ landa della interpretazione della 1'/orle Ci:,ile, a pro– posito della quistione del divorzio. « Noi siam paghi - scrive Zacconi - di acco– starci a quel!' arte verista, fatta di coscienza e di pen– siero, di osservazione e di studio, la quale, se pure ci costringe a tanto maggior consumo di forze intellet– tive, ci nobilita però, togliendoci alla umiliante con– dizione cli funamboli, buoni soltanto a dare sensazioni - per collocarci tra coloro che pensano e sanno, ren– dendo così ben chiara nel!' avvenire la nostra opera civile». lo penso che la organizzazione degli artisti clebhu essere la degna milizia di così alto pensiero, nel quale è anima socialista, come in quello che rampolla dal connubio tra In scienza e il lavoro, dal quale il Socia– lismo medesimo rampolla. E se degna milizia sarà, anche l'ambiente morale del palcoscenico andrà. risanando, sebbene esso sia 1 Vedi Nts«o11lo dd Co11gruso. nel fo.sc . XIV-XV del S«ia• /ism.:,, 25 sett. 1<)02. - Il Congresso dell':tntio 3.S< -OCi:i.zione de gli :i.rfr,,ti drnn11n:1tici, che si terr:l a Rom:i. in dicembre, con un or– dine del giorno tutto prntiro, e concernente gli intcn:s.,;;i diretti delb cl:a..~c, discuter:\ :i.oche :i.uomo a.Ila. lega., al co11trallo-1111;,o,

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