Il Socialismo - Anno I - n. 17 - 25 ottobre 1902

274 IL SOCIALISMO Il progetto Giolitti, nel suo valore giuridico-ammi– nistrativo, non è che il riconoscimento concreto e di– sciplinato della facoltà derivante ai Comuni, ai sensi dell'art. 12b della legge comunale e provinciale. Il quale articolo - a seconda della interpretazione datane dallo stesso ministro Giolitti - dà potestà al Comune di possedere, nella generica designazione di beni e stabi– limenti, anche i capitali e gli stabilimenti industriali. Tanto vero che alcuni regolamenti, come quello sanita– rio e l'altro di polizia mortuaria, autorizzano tassati– vamente la municipalizzazione per i macelli, per i tra– sporti funebri, per i mercati. Purtuttavia una maggiore larghezza cli prov\·edimenti legislativi in materia è stata vivamente reclamata nello stesso campo dei conserva– tori. Giuseppe Saredo chiude la sua monumentale In– chiesta sul Comune di Napoli, sciogliendo il voto che si attui presto una legge che faciliti il riscatto dei pub– blici servizi, per poter sopperire alle disastrose situa– zioni finanziarie di molti Comuni ciel regno. L'ispira– zione ciel progetto Giolitti è dunque comune nel campo conservatore, e conferisce ad esso un'indole meramente finanziaria. 3. La base sociale della 1111111icipalt'::::a:1io11e. - La municipalizzazione, nel programma del partito socialista attinge a vedute ben pili profonde e pili larghe che non siano i motivi prossimi che determinano l'attuale progetto governativo. Ess., è l'estrinsecazione della vita stessa del Comune, quale viene concepita dalla demo– crazia sociale. Sciolta da ogni vincolo, piena di tutto il contenuto effettivo della attività cittadina e dei bi– sogni pubblici - la vita municipale si presenta come un mezzo collettivo ala reali:1,:1.azione piì.1 confacente dei pri\·ati bisogni. li concetto moderno del Comune è quello di un consorzio rivolto all'adempimento della funzione sociale di coordinazione clegl' interessi, e alla risoluzione degli attriti sociali nel senso più favorevole alla colletti– vità: in una parola - all'attuazione della giustizia che deve dominare nei rapporti dei comunisti tra loro. Partendo da questa concezione sociale del Comune, il Partito socialista attende a renderlo fra le sue mani un poderoso strumento rivoluzionario. plasmandone l'organismo e rimutandone le basi, in guisa da subor– dinarlo alle supreme esigenze del progresso e della ci– viltà. Così concepito, il Comune, si presenta come un organo di amminislrazione, mediato al fine sociale sopra additato. Talchè la municipalizzazione trova il suo fine nel maggiore possibile appagamento dei bisogni col– lettivi. Altro è il punto di partenza del progetto Giolitti. Esso - si può dire - facendo della municipalizzazione un mezzo economìco-finanziario per il conseguimento della migliore consistenza della vita amministrativa del– l'ente comunale, controvcrte i termini della concezione democratica ciel Comune e da mezzo ne fa il fine. L'abilità dell'esposizione, tutta intinta di rispetto per la libertà municipale, non cancella nè oblitera lo spirito animatore del progetto giolittiano. D"altra parte ha l'istesso Giolitti l'ingenuità di confessare I che il suo progetto mira a disciplinare ccl« i11/1-e11are » con op• portune cautele l'azione dei Comuni, che l'ordina– mento vigente lascia completamente sciolti da ogni controllo particolare. Procedendo dalla concezione socialista e democratica del Comune, esso, che è aggregato naturale ccl insop– primibile del consorzio umano, appare come l'elemento primordiale della vita dello Stato. Qua è là, nella breve relazione che precede il progetto, il ministro cieli' in– terno inclina ad autorizzare questa veduta. i\!la la so– stanza contrasta con la forma. L' indole strettamente finanziaria ciel progetto erompe in ogni disposizione. Nè le sue difese, tentate in anticipazione, potranno salvarlo nella discussione parlamentare dagli ovvii at– tacchi critici cui sotto tal rispetto porge il fianco. 4. Il progello ostacola lo s-Jiluppo della jina11=ade– mocratica. - Due sono i tipi fondamentali che possono sistemare l'ordinamento finanziario delle nazioni mo– derne, a seconda che la sovranità ciel potere centrai<: prevale su quella popolare o viceversa. Un sistema fondato sul razionale ordinamento di un organismo politico-amministrativo, libero e clecentraliz• zato, deve poggiare necessariamente su di una base materiale che imprima al fenomeno finanziario un in– dirizzo completamente diverso da quello ora prevalente in Italia. ~lalgrado le eccezioni parziali, a chi esamini attentamente tutto lo schema generale del nostro si– stema tributario appare agevolmente come la vita dello Stato costituisce l'asse dell'ordinamento finanziario ùci centri loca I i. I.' imposta erariale è l'imposta-tipica, normale e fon– damentale, laddove l'imposta comunale ha una base complementare. Diverso è l'ordinamento dei paesi sin– ceramente democratici, come l'Inghilterra, e diverso ùiventera il sistema finanziario sotto la pressione ciel progresso cli dcmocrati:1za:tio11e degli istituti sociali e politici. l\cl regime democratico moderno è l'imposta comunale, che forma la base sorrettrice cli tutto il si– stema finanziario, e l'imposta dello Stato, riceve un carattere complementare. L'imposta comunale è au– tonoma. In Italia, sia per la pressione dei pubblici bisogni, sia per l'evoluzione sempre pili accentuata verso la li– bertà comunale, sia per la tradir.ione storica comunale, in un ambiente politico ove lo Stato non ha avuto una costituzione ferma, unitaria e consolidata attraverso le varie fasi storiche - l'attività del Comune si è venuta appalesando, specialmente negli ultimi anni, come com– pressa in una crosta da cui vuole liberarsi. Il dissesto finanziario è un male cronico nella ge– neralità dei Comuni italiani. Le amministrazioni locali, malgrado ogni accuratezza nella redazione dei bilanci preventivi, sono ancora in guerra continua con un deficit sempre rinascente e sempre minaccioso. I dati finanziari sulla vita comunale illuminano questo feno– meno costante. r.... da questo sempre crescente disagio finanziario dei Comuni, che trova nascimento il progetto Giolitti l\egli ultimi 25 anni, avverte egli stesso, le spese dei Comuni si sono venute elevando ad un livello che I<. entrate ordinarie non consentono. La potenzialità econo– mica de1 Comune si piega e si esaurisce di fronte alla suprema legge della potenzialità economica dello Stato. In una nazione ove la ricchezza è tanto scarsa e le imposte di Stato tanto alte, non v 1 è posto agevole per la vita materiale del Comune. Quasi ad antivedere la necessaria ribellione del Comune, sorge - in tale maras1na - il progetto Giolitti. 5. Il progeflo Gioii/li è 11110 legge fiscale. - li Co- 1nune italiano si va spasmodicamente dibattendo nella impotenza più assoluta di seguire, nell'orbita della sua vita finanziaria, lo sviluppo crescente e rapido dei bi– sogni. Gli ordinamenti tributari locali acquistano la figura di veri strumenti di compressione delle energie comunali: seminano il disquilibrio più profondo nella pressione tributaria,esacerbandola fino ali' insopportabile. Al tipo comunale tedesco che esprime la finanza pog– giata sul sistema diretto di imposi=io11e, fa completa antitesi il tipo comunale italiano prevalentemente pog– giato sulla /assa:iouc indiretta. 11 parassitismo elevato a principio finanziario: ecco il segreto della vita ma– teriale dei Comuni italiani, specialmente meridionali! La storia finanziaria dei nostri Comuni è lì a pro– vare che il disavanzo complessivo delle spese sulle entrate si venne fino al 1882 manifestando nella cifra annua cli 23 milioni di lire; e poi crebbe nel 1885 8

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