

R I N A S C I T A
cattolica, tra i gruppi dirigenti della politica
estera statunitense e i circoli dirigenti del Vati–
cano, Esiste, del resto, in Germania una tradi–
zione politica cattolica (il vecchio centro cattolico
fu uno dei maggiori protagonisti della breve e
travagliata esperienza repubblicana dell'altro
dopo-guerra e uno dei principali responsabili del
crollo della democrazia tedesca e dell'avvento
della dittatura di Hitler), che viene oggi ripresa
e allargata, profittando delle favorevoli circostan–
ze, attraverso una intensa attività dell'organizza
zione ecclesiastica, in obbedienza a precise diret–
tive della Santa Sede. Si comprende da sè come,
dopo gli sviluppi recenti della situazione politica
nell'Europa orientale, la Germania presenti per
la Chiesa il medesimo interesse che presenta per
i l capitalismo internazionale ; nè si guarda troppo
pel sottile nell'appoggiare tutte le forze capaci,
agli occhi della gerarchia ecclesiastica, di fare
argine al progredire delle forze democratiche più
avanzate
(5)-
Lo strumento propriamente politico
di questa azione del Valicano è appunto l'unione
democratica cristiana : movimento, più che par–
tito, variamente articolato nelle diverse regioni,
nel qua la confluiscono, oltre ai cattolici, anche
protestanti ed elementi laici provenienti dagli an–
tichi gruppi della destra borghese della Repub–
blica di Weimar e persino dal partito nazista;
movimento tipicamente interclassista, ma sostan–
zialmente dominato da interessi conservatori, che
solo in parte raccoglie l'eredità del vecchio centro
cattolico e può senz'altro dirsi — per il suo pro–
gramma economico — nettamente più a destra di
questo. Federalista, per quel che concerne la
struttura politica della Germania; fautrice della
scuola confessionale, per quel che concerne la po–
litica ecclesiastica; contraria a qualsiasi idea di
nazionalizzazione e di pianificazione economica,
cui contrappone appunto il principio della libera
iniziativa privata, sul terreno dell'organizzazione
e ononiica interna, l'unione democratica cristiana
era stala, durante le vicende della Costituente ad–
domesticata di Bonn, i l partito più docile alle
direttive degli occupanti, quello di cui con mag–
giore facilità riuscì loro di tenere le fila. TEile è
il partito
leader
dello schieramento di destra cui
spetta ora recitare la parte di colizione governa–
tiva nella Germania occidentale.
5,
— E ' questa, a grandi linee, la situazione ge–
nerale nella quale il partilo comunista ha con–
dotto la sua campagna, fondata sulle parole
*
d'ordine « unità della Germania, rapida conclu–
sione di un trattato di pace, ritiro delle truppe di
occupazione dall'intiera Germania, miglioramento
sostanziale del tenore di vita del popolo lavora-
(5) Su l l a politica del Vat icano
in Germania ,
cfr. quanto
si
osservava su questa Ri v i s ta ,
in epoca non sospetta (fasci–
colo
9
-10
del 1948,
C E I S A F U L U ,
La politica del Vaticano
nell'ora
presente)
ricordando specialmente l a presa dì posizione conte–
nuta nel la lettera pastorale
di Pio X I I all'epis
copato tedesco
del 18
apri le di quell'anno, il rilievo
dato alle celebrazioni del
V I I centenario del Duomo di Colonia e le cure rivolte a l l a
ricostituzione delle organizzazioni giovanili dell'Azione
catto–
l i ca tedesca, cou l'assorbimento
in eate
di buona parte degli
ex-appartenenti a l l a Hi t ler Jugend,
Ohe P°* l'episcopato ger–
manico non abbia guardato troppo per
il sottile nel l'estendere
l a propr ia influenza pol itica dovunque poteva trovare
prope–
l i t i , era riconosciuto persino in un articolo
apparso — in tre
volte —
su
Le Monde
del 18, 19 e 21 marzo: -
Le Vatican
et
la politique
mondiale
a firma
Andrò Font a ine f" Si vorrebbe
es«er certi che l'episcopato non abbia abusato del
suo credito
presso
le au t o r i t à alleate per
ottenere la loro clemenza in
favore dì fl.S., opportunamente tornate al la
religione della
loro infanzia «),
371
tore, amicizia con l'Unione Sovietica
e
con i paesi
di nuova democrazia », I I partito comunista ha
lottalo da solo, fatto segno al fuoco concentrato
delle calunnie, delle intimidazioni, delle ingiurie
di tutto lo schieramento politico degli altri par–
titi, nessuno escluso, e per di più sottoposto
a
vessazioni poliziesche, a soprusi illegali ad opera
delle autorità di occupazione
e,
spesso, a vere e
proprie aggressioni di tipo squadrista portate im–
punemente contro i suoi comizi.
Aver mantenuto sostanzialmente le sue posizioni
rappresenta già, in queste condizioni, un risultato
non indifferente; specialmente ove si rifletta che,
nella generale speculazione sul diversivo naziona–
listico, non
è
stato difficile agli avversari
disorien–
tare certi strati delia popolazione servendosi de-
magogicainente d i taluni tra gli stessi motivi che
erano
originariamente propri del partito comuni–
sta. Tutti, per
esempio, si
sono riempita la
bocca
di frasi unitarie: tutti, compresi coloro che sono
invece direttamente responsabili della divisione
del loro paese, mentre soltanto il partito comuni–
sta, nelle zone occidentali, e i l partito socialista
unificato, nelle zone orientali, hanno costante–
mente perseguito l'obiettivo unitario: con
i
fatti,
e
non a parole; su di un piano democratico, e
non sul terreno dell'agi fazione nazionalistica.
Così pure, i socialdemocratici si souo scagliati nei
comizi contro gli smantellamenti industriali, toc–
cando in tal modo un tema profondamente sentito
dalle masse lavoratrici tedesche, ma ingannan–
dole consapevolmente, giacché
—
come dichiarava
Pieci; nella sua intervista del 4 agosto
—
« una
lotta conseguente contro gli smantellamenti è pos–
sibile soltanto se si lega a una lotta delle masse
popolari contro gli imperialisti
stranieri ».
Certamente, un compito molto vasto, che l
'at–
tuale situazione internazionale della Germania
rende ancora più duro, sta davanti al partito co–
munista tedesco.
Non si tratta s
oltanto di sma–
scherare
i veri
interessi di classe che
si celano
dietro
le etichette
,
e
sotto il diversivo nazionali–
stico; si tratta anzitutto di condurre una paziente
opera di chiarificazione nei confronti di quella
parte delle classi lavoratrici che
si lasciano ancor
oggi ingannare dai dirigenti socialdemocratici. La
divisione delle classi
lavoratrici,
la divisione della
classe
operaia:
ecco
un altro
essenziale strumento
delia reazione, i cui risultati sono stati ormai
dolorosamente sperimentati dappertutto. Ma
la
divisione
della classe
operaia
è
particolarmente
grave in Germania, dove
esiste
una
tradizione
so–
cialdemocratica che ha pesato per decenni, e
pesa
tuttora, sullo sviluppo del proletariato e perciò, in
ultima analisi, sullo sviluppo di una vera demo¬
*
cinzia tedesca.
Con
il
favore
delle
autorità di occu–
pazione, gli eredi di Scheidemann
e
di
Noeke, co–
loro che non seppero e non vollero dare un
effet–
tivo contenuto sociale alla Repubblica tedesca del
1919 (quando pure le circostanze erano propizie),
hanno ripreso in questi anni nelle loro mani i posti
direttivi nei sindacali della Germania occidentale
e continuano, come allora e peggio di allora, a
ingannare, addormentare le masse, delle quali tra–
discono in realtà gli interessi. I l compito del Par–
tilo comunista si presenta dunque oggi con ca–
rattere di urgenza. L'adempimento di
esso è de–
cisivo per la democrazia
tedesca,
per l'avvenire
pacifico della Germania,
VEZ I O CR I SAF I L L I