RE NUDO - Anno IX - n. 68 - agosto-settembre 1978

lettere· - lettere - lettere - lettere - lettere lettere Caricompagni, nell'aprile scorso, dopo due anni d'assenza, Francesco De Gregori è tornato ad incidere un album, questa volta chia– mato con il suo cognome e basta. Tutti sono a conoscen– za delle note vicende di De Gregori, che lo portarono, do– po il famoso "processo di Mi– lano" ad abbandonare quasi del tutto le scene. Due anni di incertezze, di paure (voleva addirittura piantare tutto e aprire una libreria), culminate con un disco decisamente sof- . ferto. Du~que, De Gregori torna, in– cide un nuovo disco per l' RCA, ma naturalmente non vuole sapere di promozione, di concerti, di conferenze– stampa e altre cose. Però il disco si deve vendere, sia per l'RCA che deve far quadrare i conti, sia per Francesco che deve mantenersi sul livello dei siaianta milioni a semestre di Siae. Insomma qualcosa si de– ve fare. Si assolda l'Agenzia Italia, democristiana, per la promozione del disco, si com– pone un malloppo di cinquan– ta cartelle mascherato da in– tervista dove si parla di nulla è si spedisce a tutti i giornalisti d'Italia, specializzati e non. Il giorno dopo una telefonata dove si informano ·i colleghi giornalisti che De Gregori non è rintracciabile, non concede interviste, che nessuno si az– zardasse a cercarlo, che però l'intervista sta lì, si può tra-. scriverea piacere. I giornalisti che si occupano di musica in Italia prendono dal– le dieci alle ventimila lire a pezzo, sono incazzati con i loro giornali (che danno un piatto di minestra a loro che sono collaboratori esterni e stipendi di favola agli interni) la prendono come una ripicca personale. Fare un'intervista a De Gregori dopo due anni di assenza è indubbiamente una notizia, lo stronzo non si ren– de disponibile, bene, allora noi ricopiamo le veline del suo ufficio stampa, così si impara– no. Il risultato è stato che in una settimana, a ruota, Corriere della Sera, Repubblica, Stam– pa e Messaggero hanno ripor– tato la stessa intervista, e– straendo quelle due o tre cose passabili. Non è successo nien– te: nè un capo-servizio incaz– zato, un direttore inviperito, nè un giornalista umiliato. Niente di niente. Per non par– lare dei giornali musicali, che naturalmente hanno pubblica– to a dozzine il medesimo pez– zo. Non mi ricordo che sia mai successa una cosa del generE: Naturalmente il fatto si ripe– terà visto che promozionai– mente è stato un grosso suc– cesso, sia per l'RCA che per De -Gregori. Qui i giornalisti non sono neanche più i servi dell'industria discografica, so– no proprio degli esseri non più in grado di intendere e volere. Avevo proposto un pezzo di denuncia a Lotta Continua ma mi è stato risposto che il fatto non era di interesse generale. Poi ho sfogliato L'Europeo, dove Giaime Pintor (che fu l'aizzatore numero uno del ca– IO De Gregori), nella sua Mini– ma Musicalia spezza una lan– cia e dice che Francesco è un bravo ragazzo, non sarà uri poeta, ma bando alle chiac– chiere deponiamo tutti le ar– mi. Rimaneva Re Nudo. Nell'ulti– mo numero ho trovato la stes– sa intervista ricopiata per la cinquantesima volta. Ah! Di– menticavo. C'era pure una pa– gina di pubblicità dell'RCA. Dario Salvatori Caro Salvatori, è vero abbiamo peccato di in– genuità ma consentici la buo– na fede. Del resto da noi (pur– troppo) il lavoro intellettuale sia dei redattori interni, che di quelli esterni, non viene paga– to. Non per principio, ma per .i soldi che non basta~o mai. E' il prezzo a cui siamo ancora costretti per restare liberi. Così facendo non siamo cosf total– mente dipendenti dalle entra– te. pubblicitarie che come puoi ben vedere sono pochissi– me rispetto a tutti gli altri · giornali giovanili. Questo comunque non giusti– fica la leggerezza su De Grega– ri è ti ringraziamo comunque per la critica, ma da te vor– remmo qualcosa di più e cioè che• qualche volta ci mandassi dei pezzi. Cioè che ci aiutassi concretamente a restare sem: pre più liberi. Ciaograzie P.S. Anche se a diversi di noi De Gr_egorinon dispiace affatto. Ma questo non centra. Forte Boccea, Roma Carissimi compagni, sono un detenuto per obiezio– ne totale dal 21 Aprile '78. Dopo quasi due mesi di deten– zione ho ancora l'istruttoria aperta, di conseguenza non so ancora quando avrò il· proces– so e sicùramente andrà molto per le lunghe. Qui la detenzione non è certo molto bella, come d'altronde in tutte le carceri. Si hanno cinque ore e mezza .di aria in due cortili, uno molto piccolo e uno più grande. Le celle sono .sovraffollate, ci sono 16-18 detenu~i per cella quando si dovrebbe essere al massimo in 8; Questo carcere fra l'altro era stato reso inagi– bile ancora molti anni fa (non ricordo bene se 10 o 20) per le strutture vecchissime e ca– denti. Qui dentro ci troviamo in tre obiettori totali: Matteo (èhe ha l'istruttoria chiusa, però non si sa la data del processo) che è entrato il 5 Maggio, Lorenzo che si trova qui dal 16 Ottobre, ha già avuto un processo per ingiurie e offese a un tenente che stava perquisendo le celle, e ha pre– so due anni con la condiziona– le. Il 23 Maggio Lorenzo ha avuto il processo per obiezio– ne totale e si è preso 12 mesi, e con questo processo perde la condizionale per i due anni! Ha presentato ricorso per en– trambi i processi. Questo più o meno è tutto. Ritengo il problema militari– smo uno dei più grossi, perché nella storia è sempre servito a mantenere il potere e a repri– mere il popolo. Come potreb– be un partito, un padrone o un qualsiasi altro rappresen– tante del potere costituito ri– manere in piedi senza la poli– zia, i celerini, l'esercito o i carabinieri? Un carissimo saluto Giovanni

RkJQdWJsaXNoZXIy