RE NUDO - Anno IX - n. 61 - gennaio 1978

RE NU00/22 Disciplina siamo abituati, da quando aperte le colonie per noi figli del boom 55-57. oppure lungo i banchi delle aule delle statali .cuolc, a concepire tale termine, a ragion piena, come autorità, come depravazione della costrizione, con metodi a dir per sè educativi. Cresciuti, noi abili 20enni, pensiamo a torto che tutti i giovani stanno cercan– do l'oro nel pensiero o nella lotta; mentre invece anche qualsiasi cartello– ne pubblicitario ci ripete che ad C'ssere diverso, lo sei tu. tu e qualcunaltrò, che chiaramente di\·entiamo tanti, e forse (a torto~ unici, quando ci ritroviamo nella sperimentazioné esistenziale. Parto quindi, da qui, dalla mia diversi– tà, nel cercare e volere, con ambizione oro colato, nel cen·ello e nel corpo, cerco di bandire la disciplina, dalle mie scelte sociali; riprendendo ciò sotto altra luce, una luce che si chiama "ricerca". dove solo di tanto ìn tanto è scelto di dare spazio all'ispirazione o alla visione estatica e imbambolatricc. Qui forse il nocciolo; l'area è_quella sociale dei nostri organi interni. che dal cervello al cuore, devono ritrovarsi in un ritmo unico, in un vero "comuni– smo parcellare", che è importante b 1otecaGino quanto quello "curo", se non di più. Chiarito, il lavoro da farsi. o meglio intuito lentamente, la ricerca è opera dell essere che organizza organi e capa– cità per un fine bello quanto difficile, qual'è lo snodare la fune dai tetti e la lingua dal corpo. "Nella vita, quello che conta è lo spirito", questo diceva un signore sulla soglia di un bar. Noi passavamo di li, in corso Sempio– ne, la serata era ca1ma e tiepida. Sbigottiti quanto soddisfatti di una così chiara enunciazione. Sono giorni questi di conoscenza e riflessione. "Ma tu, da dove l'attingi la tua ener– gia" e...senti ... "come t la amministri– ?". Beh, per me ...pottei elencare le imma– gini "materiali" per cui sento di arric– chirmi, come quelle altre. per cui mi deprimo; però preferisco esprimere dei concetti, che molto meglio di altre cose, portano alla riflessione e al confronto. L'energia la colgo. nel momento m cui vivo realmente i valori profondi della vita, contatto, comunicazione, lucidità. solidarietà, comprensione, umiltà, ascolto; una sorta di riscoperta di tutta un'aria che ogni uomo più o meno nascostamente possiede al suo interno. Abbiamo, SI', bisogno di uno spazio dove poterci esprimere. Però, dello spa– zio, ne fanno parte senzaltro altre persone, siano esse ridotte anche a solo Quelle belle una. Per cui spazio, come momento fisico, e disponibilità delle umane men– ti. Sulla nostra generazione: "non sappia– mo aspettare e non sapendo aspettare. c'è il grosso rischio di non sapere neanche costruire''. Vedo mio padre. ha sì una casa ora, però dopo 30 anni, non giustifico. nè annuisco su tali eventi, però ha lavorato-duramente. Penso che lavora– re, non è olo pn>durre anzi. può essere senzaltro, anche cercare con umiltà, la comunicazione, l'armonia. Cercare è uguale, a tentare, sbagliare, fare gmsto, rischiare. Togliamoci abiti troppo conformi, da rivoluzionari fa. sulli, atteg~iamenti costruiiti e artefat– ti, discorsi che giustificano. ma mai spiegano, mezze frasi che ricordano il migliore "J. Woyne." Non c'è tanto tempo, se è da perdere, ce ne è invece se incominciamo.

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