RE NUDO - Anno IX - n. 61 - gennaio 1978

vita, e la irriconoscibile immaginedi me stesso, questomondod'ariadi roccia,di case,dz luci, di milioni di voltisenzaleggi,senzavoci, questo rame, questo legno dipinto, questi respiri,questigrid~ girano,coloriafior di pelle, forme toccate,mangiate,io dovesono? In questi giorni vado nei colori e nez suoni mescolati e vedola notte~ellelucipiù vive, mondo,mostruoso fantasma, il tuogiornoè la più vuotadellenotti. Una vocedice:"Dovesono?Chi sono?" E' la mia vocein questodeserto? ... "(Dau– mal: "Le_grandjeu".Milano 1976) Fu la sete di una via d'uscita, che mi spinse a cercare oltre questa epoca che la storia ricorderà come: "il diluvio, dopo il diluvio". E pian piano mi lasciai andare alle mie verità, incuran– te dei doveri sociali. Avevo raggiunto il primo passo verso la mia individuazione: non ero più un oggetto collettivo. Fu l'inizio di un lungo viaggio che ancor oggi continua: dichiarai guerra a me stesso. La Guerra Santa "Farò un poema sulla guerra.Cheforse non sarà un poema vero, ma sarà su 1.1na guerra vera. Non sarà poema vero,perchèse il poeta vero fosse qui e tra legentesi spargesse la voceche stesseper parlare - allora sifarebbe un gran silenzio, un silenzio pesante dapprima si gonfierebbe, un silenziopienodi mille tuoni. Visibile lo.vedremmo,il poeta,·veggente,egli ci vedrebbe;e noi fatti pallidi nelle nostre povereombre,gliene vorremmodi esserecosì reale, noi gracil~ noi gli imbarazzati, noi i qualunquecosa ... Quelloche farò nonsaràunpoemavero ... Perchèin un poema vero,le paroleportanole lorocose. E neppuresarà un discorso filosefzco. Perchè per essere filosefz, per amarela veritàpiù che se stessi, bisogna essere morti all'errore, bisognaaveruccisoi compiacimenti traditori del sognoe della comoda illusione.E questoè lo scopoe lafine della guerra,e la guerrae appena incominciata, vi sono ancora dei traditorida smascherare. E neppuresarà un'operadi scienza. Perchè per essereunoscienziato,per vederee amarele cosequeli essesono,bisognaesserese stessi e desideraredi vedersiquali si è. E questoè lo scopo e la fine ·della guerra, e la guerra è appena incominciata, vi sono ancora delle maschereda strappare. Sarà unpo' di tuttoquesto,unpo' di speranza e di iforzo versotutto questo,e ancheun po' una chiamata alle armi. Un richiamo che l'eco mi potrà rinviare, e che forse altri sentiranno. A desso potete immaginare di quale guerra intendoparlare. Delle altre guerre - quelle che si subiscono - non parlerò. Se ne pa!lassi, sarebbe della letteraturacomune,un sostituto,un meglioche niente, una scusa. Come mi è accadutodi usare la parola "terribile" quandonon avevo la pelle d'oca. Come ho usato l'espressione "morir di fame" quandonon ero arrivatoal punto di taccheggiare.Come ho parlato di follia prima di aver tentato di guardar l'infinito dal bucodella serratura.Come ho parlato di morteprima di aversentitola mia linguaprendere il saporedi saledell'impara- RE NUD0/21 bile. Comecertiparlanodi purezza, essendosi sempreconsideratisuperiorial maiale dome– stico. Comecertiparlanodi libertà,adorando e ridipingendo le loro catene. Come certi parlano d'amore,non amandoche l'ombradi se stessi. O di sacrificio,quandoper nessuna ragionesi taglierebbero neanche il mignolo.O di conoscenza,mascherandosi ai propri occhi. Come è nostra grande malattia parlare per nonvedereniente" Vedetebenea quante menzognebisognadire di no: "Menzogne incise sulla carne,ascessi che mi gridano: "nonfarci scoppiare,siamo dello stesso sangue"; ed è facile credersi vittoriosoprima di averlottato.Adattarsi alle proprie vigliaccherie,poichè lofanno tutti... Un po' di sudiciume,un po' di ubriachezza, unpo' di bestemmia,sottomotti di spirito, un po' di mascherata,di cui sifa virtù, unpo' di pigrizia e di sogno, e anche molto, se si è artisti, un po' di tutto questo,conintornouna bottegadi confettidi belleparole,eccola pace che ci vieneproposta.Pace di venduti!E per salvaguardare questa pace vergognosa,si farebbe di tutto, si farebbe guerraal proprio simile. Perchèesisteuna vecchiaricettasicura per conservare sempre la pace dentro di sè: accusare sempregli altri. Pacedi tradimento. A dessosapetecheintendo parlare dellaguerra santa." (Daumal: "La conoscenza di sè". Milano 1972) E adesso sapete che mai potrà essere una guerra sociale, perchè ognuno fronteggia se stesso in modo implacabi– le e: "Colui che ha dichiarato questa guerra dentro di sè, è in pace coi propri simili." Non sembra il caso dell'attuale umanità. Per me è un bisogno... per voi? Swami Anand Vidhea

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