RE NUDO - Anno IX - n. 61 - gennaio 1978

RE NUD0/14 gni specialistici dell'assistenza psichia– trica. ( ... ) Analizzando la casistica dei ristretti, sia pure nei dati forzatamente somma– ri che è stato possibile raccogliere e tenendo inoltre conto della diretta os– servazione compiuta durante le visite al M. G., si può confermare la preva– lente funzione dell'istituto da un lato come cronicario per ammalati psichici da lungo o lunghissimo tempo interna– ti (e ridotti in condizioni di "dementi tranquilli" per stessa dichiarazione del dirett-0re), dall'altro come struttura di contenimento rigido di soggetti "diffi– cili" capaci di creare disturbo in carce– re (vedi la categoria dei detenuti in osservazione) e dei periziandi, i quali insieme assommano ad oltre due quinti dei presenti alla data del 20.1.1977 (il rilievo più approssimativo fatto alla data del 14.12.1976 (il rilievo più ap– prossimativo fatto alla data del 14.12.1976 aveva fornito cifre grosso modo sovrapponibili) e sono in gran parte, per affermazione del direttore "non malati di mente". ( ... ) Le cure sarebbero rappresentate, se– condo le parole del direttore, dai cor– renti mezzi psicofarmacologici; sono per altro solitamente prescritte dai me– dici di sezione (generici) i quali è opinabile posseggano la preparazione e l'aggiornamento indispensabile in un settore così delicato. Infatti, esaminan– do il registro delle prescrizioni giorna– liere in una delle sezioni, in una pagina a caso, su circa trenta prescrizioni solo due si riferiscono a psicofarmaci e in dosaggi da giudicarsi mediamente as– sai modesti. Lo stesso risulta dall'esame del registro della visita medica. Alcuni ristretti però affermano, durante la visita, di essere stati con frequenza sottoposti ad iniezioni di sedativi, an– che durante la notte, a discrezione degli agenti di custodia (e senza che il direttore e il dott. Gori, presenti a tali affermazioni, le smentissero). Un argomento del tutto peculiare, nel– l'ambito della "cura", è rappresentato dalla contenzione fisica. Dietro specifi– ca richiesta, il direttore e il maresciallo dichiarano che il letto di contenzione viene usato solo sporadicamente e sem– pre per esigenze di carattere sanitario (tutela dal rischio di atti autolesivi) e sempre per prescrizione e sotto control– lo medico. Dal registro delle contenzio– ni risultano giornalmente contenute in media 5- 7 persone, ciascuna per la durata di circa sette giorni. Durante la visita si riscontra che esiste nella III sezione un apposito camerone di con- G' tenzione, con 7 letti; i reclusi possono essere contenuti anche nei normali ca– meroni in ambedue le Sezioni. Alcuni dei ristretti affermano di essere stati legati per diversi giorni al loro arrivo in M. G. ancora prima di essere stati visti da un medico (nè i sanitari pre– senti smentiscono l'affermazione). Su questo punto anzi si raccoglie una denuncia di segno contrario, solo ap– parentemente paradossale, quando uno dei detenuti lamenta che il fatto che sia stato sciolto dalla contenzione un compagno la stessa mattina in concomitanza della attesa visita della Commissione (in effetti la mattina del 14.12.1976 tutti i letti di contenzione appaiono vuoti, mentre saranno tutti occupati la mattina del 20. l. 1977, quanto non era stata prevista una nuova visita alle Sezioni) ha determi– nato un grave gesto autolesivo cti que– sta persona, che ha dovuto essere tra– sportata in gravi· condizioni presso il Centro clinico di Pisa. Ciò dà adito al dott. Gori di commentare: "Si lamen– tano sempre: se li leghi, perchè li leghi, se non li leghi, perchè non li leghi" ( ... ) Non c'è altro da rilevare che l'assenza assoluta di un qualsiasi idoneo stru– mento o condizione per l'osservazio ne e la cura psichiatrica, quando la si intenda in maniera corret ta. Lo dimostrano l'esame delle cartelle. .cliniche, la vista dei reclusi e le lo ro parole. lo stesso atteggiamento dei medici. Riguardo alla questione della conten– zione, i dati taccolti consentonc,. di affermare che è ''·~.-,:-· questa una prassi ahi- ··\;;tf tuale di trattamento. che · si può svolgere al di fuori d1 una precisa necessità e di un costante controllo medico con le caratteristiche tipiche della vio lenza istituzionale indiscriminata, pressiva e punitiva, avente in sostanza lo scopo di piegare e controllare ogni forma di libertà di espressione dei reclusi. in particolare nd momento del loro arrivo in M. G., agli scopi reali del l'istituzione. E' evidente come tale for ma di trattamento assuma un significa to altamente pericoloso e comunque sempre nocivo per la salute mentale dei soggetti. ( ... ) Riguardo al vitto, sono nettamente discordanti le affermazioni del mare– sciallo, che parla di razioni decenti e sufficienti, e quelle di alcuni reclusi, che lo definiscono insufficiente e schi- foso. Dalle parole dei dete1;~ti (sono soprattutto i soggetti giovani m osservazione che si esprimono, mentre gli internati offrono in genere i caratte– ristici aspetti squallidi della solitudine e del vuoto dell'esistenza) emergono infine le denuncie per un sistema di trattamento assolutamente arbitrario, che esclude ogni possibilità di cono– scenza del. proprio destino immediato ed ogni forma di minimo rispetto per la dignità della persona. In linea gene– rale tutti i ristretti sentiti hanno dichia– rato essere la vita nel M. G. di Mon telupo Fiorentino molto peggi9 re di quella nel carcere. Precise– testimonianze in questo sensr includenti la questione della contenzione, tutte nominative, sono ripor tate, anche per M telupo Fiorenti nel volume" manicomi criminali" Si deve rilevare. in sintesi, un tipo di organizzazion<! della vita quotidian .. estremamente alienante e perciò stesso dannoso per la salute mentale, invece che utile alla osservazione e al trattamento di forme morbose psi– chiche, organizzazione del tutto so-

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