RE NUDO - Anno VII - n. 41 - aprile 1976

LETTERE 29 ANNI: 10 RICOVERI Genova, lì 12-3-1976 CARISSIMI DI RE-NUDO con quale contentezza ho rivisto oggi comparire nelle edicole genovesi il RE NUDO, era qualche anno che non ne avevo più notizie; l'ho comprato subito e mi son mes-· so a sfogliarlo sull'autobus così che anche altri potessero vederlo. (Bisogna farla o non bisogna farla questa cazzo di pubblicità? Penso di si!). Anch'io ho da fare le mie denunce contro una società di "merda" non si può definirla in altro modo. State a sentire: Ho 29 anni, mi chiamo Franco, da una decina d'anni sof– fro di alcuni disturbi del carattere con relativi crisi d'aggressività se– guite dal ricovero in manicomio. Dato che appunto chi si permette di fare qualcosa di insolito o urla per strada anche se non fa male a nessuno direttamente, è sufficiente perchè lo portino in caserma e di li al manicomio; comunque sorvolia– mo. Questo ricovero (è circa il de– cimo) mi hanno tenuto 5 mesi quei porci, figli di cani, dal 10 Aprile 75 ,I 30 Settembre 75 mentre gli altri miei coetanei si passavano l'estate col culo al sole e la ragazza al fian– co io me la passavo nel peggior re– parto di tutto il manicomio. Ora vi dico come hanno potuto trasferirmi al reparto "agitati". Intanto il Dottore che ha fatto il fo– glio del mio ricovero: ha messo "tentato suicidio e violenze contro altri ammalati in ospedale civile (quindi pericoloso)". Il che non era vero; io avevo mio padre anziano (65 anni) ricoverato all'ospedale civile per l'operazione ad un testi– colo, in quel lontano Aprile 1975 il giorno precedente il ricovero ebbi un diverbio acceso con mia madre (bigotta-borghese-ben pensante, etc. etc.) sicché il giorno dopo do– vevo sfogare in qualche modo la mia rabbia repressa mi ubriacai di Vermout e ci buttai giù anche una decina di pastiglie di "sonnifero" poi commisi l'imperdonabile errore di andare a trovare mio padre ope– rato all'ospedale civile nello stato in cui ero (un po' alla Jack Ke– rouac se vogliamo) un piccolo ospedale di provincia con tanto di suore e cappellano, figuriamoci lo scandalo, lo scalpore, arrivo io che non sto in piedi e voglio vedere mio padre; me lo proibiscono insisto per vedere mio padre non vogliono farmi entrare e quando mi fanno entrare hanno già avvisato il dotto– re di guardia mi adagiano provviso– riamente su un letto di una corsia dove c'erano altri ammalati ed io incazzato prendo da un comodino vicino un transistor e lo lancio in aria, vengono a legarmi (il dottore fa il suo bel rapporto - sono un re– cidivo già in stato di O.P.P.) mi fan– no un'iniezione di sonnifero e la– vanda gastrica e mi sveglio già al manicomio nel reparto tranquilli, ho vicino un infermiere giovane che mi ha sempre aiutato, mi sento più tranquillo con lui, il primo ami– co dopo tanto tempo. Gli infermieri degli O.P.P. generalmente sono delle "carogne da fogna" ma tra essi c'è ancora l'anima caritatevo– le, colui che non si è ancora del tutto rincoglionito. Sarei stato bene al reparto tranquilli, avevo amici tra ammalati e infermieri, eppoi era un reparto con gente non paranoi– ca, insomma ci scappava la partita a carta la sera, la partita a pallone nel piccolo cortile, il caffè dopo· il pasto dell'una. Ma va a vedere sto primario fascista di merda dopo tre giorni che sono li mi chiama nel suo ufficio e mi dice che essendo io un tentato suicidio non può te– nermi nel suo reparto, eppoi ho dei precedenti omosessuali e nel re– parto lui adesso aveva un paio di minorenni (si avete capito bene a 16 anni possono già mettere ragaz– zi in manicomio) insomma che lo stesso giorno vengo trasferito pri– ma in un reparto di vecchi schizo– frenici (quei reparti vecchi dove ci sono i topi veri, gli scarafaggi sotto il cuscino la notte, le piattole nei cessi, etc.) Poi il pomeriggio dello stesso giorno un infermiere mi chiama e mi dice che per me c'è l'ordine di un'altro trasferimento al reparto MIRAGLIA (gli agitati) en– tro in questo reparto con l'angoscia in gola. Una cosa allucinante, in un reparto del genere si va in trip sen– za fare acidi ve l'assicuro. Reparto di punizione con squadre di infer– mieri scelti sadici picchiatori. La maggior parte erano malati gravi che er.:no lì da 20/30 anni dalla guerra, non erano più usciti, altri dissociati psicotici pericolosi colla mania di picchiare, bastava guar– darli un po' o anche senza guardar– li ti venivano vicino e ti pestavano perché avevano allucinazioni e di– cevano che tu gli avevi fatto del male (me non mi hanno mai pesta– to) ma l'atmosfera era quotidiana– mente tesa, l'altra gente più giova– ne proveniva direttamente dai ma– nicomi criminali di Anversa, Mon– telupo Fiorentino, Castiglione delle Stiviere in genere erano giovani che avevano ucciso o ferito a mor– te "marescialli della polizia" o altri "pezzi grossi". lo nonostante le continue umilia– zioni con frasi cretinè degli infer– mieri che mi sfottevano perché avevano letto sulla cartella clinica che ero omosessuale e ci tenevano a sputtanarmi in giro rendendo l'at– mosfera già paranoica ancora più irrespirabile, feci amicizia esclusi– vamente con due giovani ex droga– ti, uno dissociato dall'acido o da che cazzo ne so io? L'altro in buo– ne condizioni mentali se si passava sopra certe sue idee di gente "col terzo occhio" o coll'occhio di Bud– da o di Shiva era un mistico imbe– vuto di dottrine Zen orientali; da undici mesi si trovava in quel casi– no, solo per il furto di una giacca lo presero a Milano, mi raccontò, fe– ce due mesi di carcere a S. Vittore, poi un giorno lo chiamarono lui feli– ce sicuro che lo liberassero invece aveva il trasferimento In manico– mio a Genova, perché avevano sa– puto che era un tossicomane. In– somma diventammo tre amici inse– parabili e cercavamo di far passare quel maledetto tempo eterno che é la privazione della libertà umana. Nel manicomio Il tempo non esiste sembra proprio di vivere nell'eter– nità; persino io in un reparto simile ebbi delle crisi mistiche e scrissi dei "pezzi" sulla morte, sul suici– dio, e sulla sopravvivenza dell'ani– ma che ancora conservo. Nel periodo che ero io ricoverato per farvi notare la sorveglianza che c'è in un reparto del genere, una mattina si notò del via vai insolito, il primario di merda che corre, gli in– fermieri di merda che corrono; si era impiccato uno nel dormitorio 5 con una corda di nailon sfilata da una sdraio, ma sì adesso che é morto potete pure correre, preoc– cuparvi, darvi da fare e poi dire po– veretto; era un brav'uomo era 20 anni che era ricoverato e non ave– va mai dato fastidio a nessuno, chissà perché si è impiccato! Tutto questo ragazzi, ho dovuto ve 0 derè, e tutto questo ragazzi non di– menticherò mai più. Bene ora sono uscito, sono in li– bertà da più di 5 mesi; ma aspetta– te non ho finito: i porci per annien– tarmi definitivamente come essere umano, come individuo parte della società sapete cosa hanno pensato per me? Ora ve lo spiego: Intanto fui escluso dalle liste elet– torali e non potei votare nelle vota– zioni di Maggio o giugno 75 (non ri– cordo) altri ricoverati coll'art. 4 (che sarebbe un ricovero volonta– rio) hanno votato, io no. Ora che sono uscito in Gennaio 1976 una mattina arriva in casa mia un vigile in borghese dicendo che io sono escluso dalle liste elettorali per un periodo di almeno 5 anni e che co– sa ancor più grave è stata proposta da un giudice tutelare "X" per me l'interdizione quindi mi devono no– minare un "tutore" in pratica io non sarei più in grado né di intendere né di volere privato di ogni capa– cità e forza sociale. Comunque ho reagito: c'è un assi– stente sociale che mi aiuta e un av– vocato genovese che senza volere denaro da me indaga per questa inconcepibile proposta d'interdizio– ne ad uno che non è stato ricono– sciuto neppure malato mentale ma solo: deviato sociale, degenerato morale, omosessuale alcoolista e saltuariamente tossicomane. Ragazzi, qui a Genova non si dor– me. Ho ricevuto una lettera da un compagno di Torino, un compagno iscritto e militante nel gruppo F.U– .O.R.I. Torinese, l'ho ricevuta po– chi giorni or sono, che qui a Geno– va in seno al PARTITO RADICALE in via S. Donato 13/2 si è formato un gruppo F.U.O.R.I., cazzo! Un gruppo FUORI a Genova non me l'aspettavo; sicché cari amici, a giorni andrò da loro e comincerò con loro a combattere contro "i porci al potere" contro "i fascisti capitalisti, figli di papà picchiatori". Finalmente non più da solo non avrò più bisogno dell'alcool, della droga, perché avrò uno scopo per cui lottare portare avanti la causa dei diritti umani e civili degli omo– sessuali e di tutti, un impegno poli– tico anche col partito RADICALE, progressista parteciperò a manife– stazioni pubbliche di piazza. Non mi scorderò certo di quello che ho visto e vissuto in quel cazzo di reparto-letamaio per ben cinque mesi. Questo oggi é stato il mio sfogo, e perché venga pubblicato su RE NUDO e perché il Re Nudo venga il giornale di tutti i giovani che ama– no la vera, totale libertà mentale (che non è malattia mentale ma l'esatto contrario) e io spero che esperienze più felici ci tocchino e che qualcosa possa prima o poi cambiare. FRANCO

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