RE NUDO - Anno VII - n. 41 - aprile 1976

I :r- L'opportunismo domina la scena politica della sinistra rivoluzionaria. ESTREMISMO Mentre si marcia a tappe forzate verso le ele– zioni anticipate e verso il governo delle sini– stre, due tendenze sembrano p.revalere... E NEORIFORMISMO Sembra un processo inarrestabile: il quadro politico della sinistra muta quotidianamente caratterizzandosi in·tenden– ze sempre più precisate. Un anno fa di questi tempi la si– tuazione era molto più aperta. L'area dell'autonomia, ege- . monizzata dall'ex gruppo Gramsci, sembrava aprire la strada ad una reale trasformazione del modo· di fare politi– ca, ridando fiato e forza ai movimenti autonomi di massa o degli "emarginati". Era una ipotesi politica ma anche cultu– rale che poneva all'ordine del giorno la pratica della con– trocultura nella lotta di classe. Poi, la svolta: la fusione con l'ex potere operaio dove era totalmente' inesistente il di– scorso e la pratica di controcultura. Di qui il progressivo emarginamento dei militanti dell'ex Gramsci e ccmtempo– raneamente il mutamento di linea nel periodico "ROSSO". Piano piano dal.giornale spariscono le donne (che compa– riranno solo quando si "riapproprieranno" di una ambigua "violenza femminista") spariscono i giovani e le loro tema– tiche, (con l'unica eccezione delle riappropriazioni nelle drogherie e nei ·negozi) perdono il posto gli omosessuali ri– voluzionari che forse riavranno uno spazio il giorno in cui inseguiranno i PS col vibratore in pugno al grido di violenza omosessuale. Tutto il grosso dibattito, per la formazione di una grande area dove i movimenti autonomi di massa do– vevano esprimersi, viene ridotta oggi al progetto della for– mazione di una sorta di ennesimo gruppo. 1 otale è il trionfo della vecchia asse di Potere Operaio e della logica altrettanto vecchia dell'ipotesi estremista che in pieno sviluppo della crisi ha certamente più spazio che non qualche anno fa. Ma questa tendenza opportunista, che tende a proteggere qualsiasi episodio di violenza con– tro i simboli del sistema, non rappresenta la deviazione più pericolosa nel movimento anche se è la più suggestiva per le componenti più disperate e infantili del ·proletariato gio– vanile. Esiste infatti una componente ben più forte ed organica che è rappresentata dal cartello di Democrazia Proletaria che si è posta da un anno a questa parte come garante del– l'ordine nelle piazze di movimento dove il PCI non può es– sere presente. Cosi come il PCI deve guadagnarsi la credi– bilità della DC dimostrando il controllo del movimento ope– raio, DP deve acquistare credibilità nei confronti del PCI facendosi garante propria sinistra dove esiste solo la "pro– vocazione". Cosi, fra infantilismo bombarolo e opportunismo neorifor– m1sta, marciamo verso una --vittoria elettorale" dello stato socialdemocratico del lavoro guidato dai riformisti, dove la componente rivoluzionaria verrà colpita per prima, e dove presto vedremo rinascere le brigate stakanoviste guidate dagli operai comunisti e dove vedremo additare alla provo– cazione qualsiasi opposizione rivoluzionaria al governo rosso. E alla fine chi poi guiderà l'opposizione rivoluziona– ria della marea montante di operai, soldati, disoccupati, donne, giovani che pur tuttavia sempre di più si sviluppano in movimenti di massa autonomi? Mai come in questo pe– riodo abbiamo visto rinascere il movimento di massa orga- nizzato dal basso nonostante il boicottaggio riformista: mi– gliaia di soldati, sottufficiali, ufficiali che scendono in piaz– za ·a viso scoperto, i disoccupati a Napoli, fino a qualche, tempo fa massa di manovra per le bande missine, si orga– nizzano in comitati di lotta, esprimendo una combattività e una coscienza- organizzata tipica dei militanti comunisti, la manifestazione a Roma di quarantamila donne per l'abort (ma non solo) sono tutte realtà che hanno diversi livelli esprimono una combattività di settori di momento di massa nuovi o comunque con nuovi livelli di coscienza rivoluzio– naria. Lo scollamento quindi tra direzione politica rivoluzio– naria e movimento di massa è grande. La nuova opposizio– ne dovrà esprimere una direzione politica nuova, marxista, non leninista che sappia vincere le tendenze opportuniste in seno al movimento rivoluzionario. Il pericolo per le mas se italiane oggi non è certamente il Cile come raccontano I compagni del PCI oggi il pericolo per L'Italia è rappresen– tato dallo stesso governo dalle sinistre per cui siamo co– stretti a votare, pericolo di andare in breve ad uno scontro 1T1asse - governo di sinistra (dopo la breve euforia post elettorale) senza che l'autonomia operaia e del movimento in lotta, abbia potuto o saputo esprimere una direzione ri– voluzionaria. A guardare la posizione attuale delle compo– nenti della nostra sinistra, abbiamo visto che ç'è da preoc– cuparsi ma la dialettica e la storia c'insegnano che i grossi mutamenti provocano cambiamenti anche repentini in for– ze politiche che sembravano destinate a seguire una stra– da precisa. Quindi senza perderci in previsioni catastrofi– che partecipiamo al grande gioco portando avanti nella nuova realtà, il sempre attuale programma di rivoluzionare i rivoluzionari, cioè la nostra piccola goccia per formare Il mare della rivoluzione. , ,

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