Pattuglia - anno I - n. 11-12 - set.-ott. 1942

allora io mi sono impegnalo. Lu.giù è d'accordo. Dioe che fra noi i contratti non c'entrano. ALTER - · Sì sono parole. Capisci in ogni modo che non me ne posso andare cosi domattina. Almeno dovrei sta.re qui un mese, per riguardo a Lughi, anche. E con lei, figurali tutto questo tempo. MoREL!./- 'Ma ~ lulto sistemalo. Io l'ho già detto a, Lughl!. Il tuo contratto lo prendo fo per Dianna,? Tu I.e ne vai. E lei appena può entra-. DIANNA- Le cose a modo vostro. Ho capilo. Per me in fondd è 10 stesso ALTER - Va bene. Ma si forse è ancora il meglio. Piangerà un poco di più adesso. Ma assru meno dopo. MoRELL - Oh, bra.vo. E voi allora? DIANNA- Vi ho dello. Per me è lo stesso. MonELL - Non siete gentile. . DIANNA- Adesso prèlendete troppo. Comunque, sta bene anche per me. MoRELI, - ;Bravi. Alter tu non sai che cosa. grande hru fatto. .-\LTER- Immagino cosa vuoi dire. MORELL- Lughi I Lughj ! Una cosa magnifica, Dianna. Una cosa magnifica. LuGHt - ( A/tacciandosi) Dimmi. MoRELL - Tutto a, posto. Come ti avevo detto. Qnesta è Ia signorina che viene. Luc:Ht - :Mollo piacere. Ora scendo. DIANNA- :Non è necessario. Lumu - A1ler, mi spiace. Ma forse è mcgio così. Chi sa che non ci si debba trovare ancora insieme? DIANNA- Debbo Yenirc a firmare il contrattoi l\101rn1.1,- C'è tempo. Cioè, 110. A1lrimcnti cambiate idea. LUGHI - Ora lo porlo giù. (Arrivano da destra Gi, Alsuè, l'Inquisitore, il Giudice ed il c,mcelliere). l'IQUISITORE- Ecco, signor Giudice. Questi sono gli altri. Morcll è quello lì. MoRELL - Si, sono io, Morcll. Cos'è successo? G, - lo non Jo so, sono venuti a prendere anche noi. G1un1cE - Cancelliere fate portare il banco. (// Cancelliere esce). LUGIH - Ecco, signorina.. Cosa c'è? INQUISITORE- Signor Giudice questo è Lughi il padrone ili casa. (Il Cancelliere torna ug11ito da servi di scena _che srslemano 11n banco e tre sedie. Il Gilldice va dietro il banco. Si pone il tocco in capo. L'Jnq11isitore me/le s111/e spalle la toga. Il Cancelliere si prepara a scrivere). MonELL - l\fa cosa succede? Signori ... GrnD1CF.- Signori per cortesia. Ca.ncellierc scrivete. Il Signor Inquisitore, prego. INQ111snoRE- Oggi, in queslo luogo, inquisizione e giudizio conlro i\lorcll: ,·crranno sentili e giudicali anche i compagni e complici signorina Dianrui, signorina Alsuè, signorina Gi, signori Lughi e .\ller. i\lonE1.1. - Ma è pazzesco. E ·dj · quale accusa? G1uD1cE - Signor .\Iorell. Un moF on'dàziO1rl811V<Jffi\1f0: 22 lnqwsilore leggerà l'accusa: Prego accomodai.evi. ( Qualcuno_siede su//LJpanca, altri va ha prendere la sedia che è 'Ile/ giardinetto e la pone, fuori dirimpetto al tavo,o. Tutti mormorano tra loro in meraviglia assai vir,a). G1uD1CE- Per cortesia un pò di silenzio. (Appena si è fatto il silenzio cala il sipario). ATTO SECONDO (Scena come al finale del 1° atto. E stato tolto il fondale; traspai<rno le intravature del palco. Il processo è cominci.alo. Gli attori non hanno più trucco sul volto. I loro abiti paiono ora, quelli della vita quotidiana. INQUISITORE- (esasperato) Fin dove? Questo vogliamo isapere: fin dove? MORELL - Dentro di noi. Non si può sapere. GIUDICE - Rispondete meg'Jio. DIANNA- Non possiamo sapere fin dove. INQUISITORE- Non parliamo a voi. LuGHI - Ma ]'accusa è 0<mtro tu!Li. GIUDICE - Silenzio. Signor Morell Perchè? Se non •sapete dirci fin dove, diteci a.llora perchè? MoRE.LL- Insomma smettiamola: è ridicolo. INQUISITORE- Badale; dovete rispondere. MonELL - Non posso, non so. E l'unica cosa non la capireste. GIUDICE - Quale? MonELL - Ero innamorato. INQUISITORE- Morell: innamoralo. E voi si~norina Dianna? DIANNA - Io cosa? Se ero innamorala di lui? No. Non mi pare. L'avevo visto una sola volta. INQUISITORE- Quella mattina: (JUI davanti. DIANNA - Già. Era stato genlile. Non potevo sapere che fosse innamorato. MORELL - Pure credevo l'aveste capilo. Ma chiedetene a Gi, ad Alter. Ne ho parlato, poi. INOUISITOHE- Signorina Gi, dite voi. G1 - Di lei? Può essere. Ha dello qualcosa effettivamente. Che fosse lei non potevo saperlo. ALTER - lnsomma è riilicolo tulio questo. · ATSUK - Riilicolo? ALTER - Non ilico per te, per noi. Ridicolo, oosl per quello che è ora. · GIUDICE- Ancora. Vi prego ili .non parlare. INQUISITORE- ,Pliutlosto, signor Alter, dite voi. Come per Gi? ALTER - f: naturale come potevo sapere? INQUISITORE- Ma voi stesso, e la signorina Alsuè; per ,voi è colpevole. ALTER - lo? No. Non l'ho mai pensalo. ATSUE' - Sì, sì. Alter devi averlo pensalo. Io lo so ora; io l'ho pensa.lo. Non è possibile<he tutto sia finito. Punitelo signor Ohtdice, punitelo .. fil salo hti. MoRELL - Io? i\la siete impazz.ili? Atsuè : io. , ATsUE' - Tu! Tu! Ha.i voluto che Alter se n'andasse. MOll.ELL L'aveva chiesto 'lui, priF orfi" ATSUE' - Poi a.veva mutato idea; tu, sei slalo. Signor Giuilice è lw. G1uD1CE- (Lui I l\la fin dove? Fino a che punto? Questo.I' ATsuE' - ·Fino a che punto. DJANNA- !Scusale, ma iorse è un voler vedere le cose troppo presto. A..-suE' - Anche voi! Anche voi I DJANNA- Ma perchè contro ili me? GIUDICE - Continuale. ' DIANNA- .Capite che non è successo niente. (N_QUISÌTOH-ENiente? ' ÙIANNA- Nfonle fino ad ora. GIUDICE- f: oome se non sapeste. MORELL - Insomma signor Giudice, signor Inquisitore vorrei sapere: di che soho accusato? Precisamente. GIUDJCE- Ecoo: ,fino a che punto. Ve lo stiamo chiedendo. Dovete rispondere. Fin dove, a che punto voi siete Morcll, MonEL1.!-, E poi? ~IUDICE - E poi per gli aJlri. Per lei, per Aloor, per Atsuè. INQUISITORE- E sovratutto per ... GIUDICE- ·Aspettate. MORELL-•Per loro? Tutto. Il corpo, l'aruma, Ja voce. I gesti, 1 pensieri. GIUDlCE- •Eicbo i pensieri. ATsuE' - Alter non se ne doveva andare. Tu l'hai voluto. G1umcE - Per .Gi. La casa doveva essere abbattuta. MonELL - Io? Ma è pazzesco. LUGHI - Ma signori, qui c'è un epilogo. La casa? Ma io avevo deciso. Poi ho mutalo idea qua.ndo-·Morell ... GIUDICE - Eroo, Morcll. L11G111- ~la c·è un progello . .\lon lo sapevo. MORELL- Appunto cosi. G1uD1CE- E questo progello ... LUGHI - Lasciatemi finire. Non mi oonYenivai più. .\lonELL - Questo progetto l'avevo studiato io; ma è come ... INQUISITORE- E quando? Quando l'avete studialo? MoRELL - Nella ~olle. ~la è una vecchia, cosa. Ne - avevo certo già parlato. INQUISITORE- E vi avevano dello che non si poteva rcalizzar_e. L11G111- Morcll ! MoRELL - Non è ,·ero. Si poteva. INQUISITORE- Già abbassando il livello slradale. · MonELL - E si sarebbe potuto .. INQUISITORE- .\la c·crano le acque del lago. .\lonELL - Insomma ... INQUISITORE- Insomma: Falso! falso I E lo sapevate! LUGHI - Morcll l Tu: questo? MoRELL - Ma, Lughi, bisogna veder chiaro. GIun1cE - Voi sapevate che il progcllo rifiutato una ,·olla non 1·avreste nemmeno proposto. ,\lonELu - E ìia casa allora avrebbe potuto abbatterla. G1<101cE- Ma intanto do,·eva i-innovare i contralti. .\loRELL - Per breve tempo. L'ho consigliato io stesso, per breve tempo. INQUISITORE- Già· e in questo bréve tempo ... LvGHI - Un inganno, .Morcll. Ma perchè? lNQu1s1-roRE - Chiru-o, signor Lughi, motto chiaro. La casa in piedi, Aller che se ne rn, Dianna abita qui: More1l costruisce per sè. ATSUE' - Alter non voleva piìi andare, Doveva restare. Era tullo per me. .MoRELL- .Per .Alter ogni cosa era finita. INQUISITORE- Non è vero: Comunqùe non stava a vÙi. . i\lonELL - ~la ci sono ancl1'fo, per me. G1uD1cE - Già, per voi solo. Ma Dia.una, Alsuè, Alter, Lught, Gi e quell'aJtro. l\IoRELL - Quale altro? G1uD1cÉ - Insomma voi siete entralo in 1oro. Nella loro vita. Abusivamente a cambiarla. G1 - Ma. per me; scusale, non capisco. INQUISITORE- Anche voi, signorina., anche voi. G1 - Ma in che modo? La casa? GIUDICE - No, Si parla di fuori.• INQUISITORE- Dell'altro, appunto. GÌ - Quale altro? INQUISITORE- Lo saprete. Insomma. Morell s'è buttato fra voi. Era tutto preciso. stabililo. MoRELL - Ma per me? (~lt"DICE Anche per mi. MORELL Con Dia.nnal GIUDICE Noi DIANNA- Con me? Morell sempre con me? MoRELL - Dianna, lullQ; ·per te. G1uD1CE- E gili altri? ', MoRELL - Ciascuno, capile, aveva se stesso. INQUISITORE- i\la come avete potuto? E 0011 quale diritto? E, ancora una mila, fino a che punto? MoRELL - Ma non posso sapere I GIUDICE - Atsuè deve piangere. E piange anche lei, viva, vera. Per questo capitemi, vi ho chiesto fino a che punto voi siete Morrcl. MOHELL>- Vi ho dello non si può sapere. LuGm - Signor Giudice, veramente non si può sapere. E poi non è limporlanle. INQUISITOHE-.Imporlanle. Importante. LuGH1 - E allora veiliamo. ilfonELL - Ma scusa, Lughi, non si può sa.pere. Tutto, mi sembra., e forse no. ATSUE' - Per me: tutto. Per me c'è Alter. Ancora, sempre. Alter che non se ne deve a,ndare. INQUISITORE - Signor Giudice, vediamo un pò, allora. Come se non fosse niente. l\'loRELL - !E anche come se fosse. GIUDICE - Vediamo. Ma badate, ogni cosa può .C'ssere e noll essere. Attenzione, quindi. MoHELL- QU/:!UO.cheio ho voluto. A'rsuE' - No! Pcrchè, Morcll? Per le è 'nulla ancora. per mc è i:(iàtulio. · G1vo1cE - Anche questo. Bisogna stabilire: per tutti. Canccllicrc, va bene. CANCELLIERE- (si al=a e \/}(I a chianwre servi rii scena). GIUDICE - Sì. Possono ancora . Possono sempre loro AhbassaLc i'l fondale. (Enlrnno urvi di scena si portano via il /avolo di giudi=io e le sedie. \/i,,ne abbassalo il fondale). ATSUE1 - P,cr mr, ccr·lo. ~on ~ mutato nulla. G11•01c1--: :-lo, badale, è mulalo lulto.

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