Pattuglia - anno I - n. 8 - giugno 1942

LA condizione d\ute di Scipione è, o nostro, BY\'iso, più letlcraria che pittorica: e pili umana che Jetlcrnria. ~on si ,·uolc con ciò negare vnlorc artistico all'opera di lui nè tornare ulla storia dclln sua leggenda e alPindn~ine psicologica o psicopatica della sua vita (con SinisgolJi auspichiamo un nvvcnto, in proposito, di una critico serena); mn anzi. invoco, porre i limiti della « lcggon<lu », della « strnordinaria avventura». e <lolla suu retorica franchezza. L'uomo e l'apocalisse ci sembrano i termini in cui collocnre l'ispir<.1zionescipioncsca: termini tanto umani e lC'tternri quanto pittorici pcrchC nipprcscnlano il dramma interiore e universale dell'uomo destinnto alla morte, dramma che trova neWesprcssionc iigurativa il proprio fondmncnt!,lc e necessario rivelarsi. Scipione (u un malato e t:.il suo demonio ora il suo sesso (Sinisgnlli) •; ma, se ebbe pen•crt.imcnti sùdici, essi furono di pensiero non di azione. Nel neore non fu preda di masochismo ma di uno ricerca della verità che in sè non pote\•a trovare. Doppiamente romantico, quindi, sin pcrchè narrò il tormentQ della propria anima sin pcrchè ebbe per legge l'.,ssoluta indipendenza dell'opero d'arte. Il barocchismo e l'estetismo non sono semplice esperienza dei sensi bensì nuscono dnJl'nnsia di dar veste all'inqu.ietudine e upportcngono anch'essi, co• mc inevitabile compiacenza drammatica, n quella che il Murchiori chiama « ri- ('Crca d'immagini per mani(cstal'e uno stato tormentoso e non ri5o)to •· Perciò Scipione è esprcssionistu non per dichiornto settarismo di scuola ma per impulso interiore; appartiene nll'csprcssionismo in quanto esso è sturm und drang, più che per il gusto delJa deformazione, (inc n sè stessa, che in Jui diviene simbolo dell'uomo imperfclto e sfigu1·ato dal peccato e dnJ do• Jore; è esprc~sionistu in quanto « In poesia delle espressioni :. per ,rivelare H • proprio dramma nell'assoluto. Non rapprcscntnrc, esprimere; non piacere, rivelare: come il Greco. E alla storin ideale del Greco egli appartiene (si \ledano Jc pagine che sc.·risse su questo « romantico ante littermn » a cui si ispira pu1· non imitandolo di proposito). Tutti nomi fatti, di pittori e cli sc1·ittol'i, non formano una tavolozzn compi{1ccntc per il pennello di Sci1>ione ma sono idealmente rivissuti: contaminazioni (l'vfasciotta) cccitomenti e pretesti (Santangelo) e mo· mentunee parentele (Pucchioni: il quale indica fo più chiare parentele in Greco \lagnnsco e Coya); possiamo accol'dare affinitii con Kokoschka e Noldc, Chagall cd Ensor, Pascin e Ingres; anche con l'Aubcrjonois dell'Jcone in vetro cli S. Giuseppe •. tuU.avia, interiormente e figurativamente, Scipione muta il pretesto esteriore che l'ha pcrcol'so dL un bl'ivido. Giustamente il Masciottn dice: « Scipione, qunnclo riprende i motivi altrui, li rende Jnu·tccipi della proprin inquietudine, Ji piega agli stimoli delhl propria intelligenza». E alla sua febbre tullO riconduce, ul~'ardore d'incendio del suo sangue che tutto vorrebbe bruciare, all'odore del fuoco nell'aria e del putrefarsi dei e orpi ... La carne è crtl<l'.ae trascina intorno un fiato che confonde la terra con il oiclo •: scrive nella Civelle che gridano. Scipione sapevo di dover mo• rirc, si sentiva un uomo nell' apocalisse, sentiva fantasmi entro di sè: .. Le immagini vagano entro cli DH', In mia passione sta nel mio sangue e la porterò sotto terra::., scrisse a .l\•fofo1; e al padre: « li sangue è un incendio nelle mie vene e non vuole che bruciare, brucinrc ogni cosn •. Onde l'ansia di crcure per esprimere il suo progr.essivo annullarsi terreno, e la ricerca d'una quiete oltre il suo destino. JI Marchiori dice che c'era in lui l'acre , oluttà dell'onnientamento, Sìnisgalli che la vena funebre è più jnquisitoria che. romantica. Scipione fu lettore t:.fanu· tico • dell'Apocalisse; anch'essa trasfigurutu nelle immagini: sj pensi agli animali pieni d'occhi avanti e dietro, ;.1i quattro cavalli e cavalieri, agli an• geli con le t.rombe, uJla g'ran meretrice .Scipione: . /~e/~ea~ l'uomo e dell'apocalisse, appunto: del· lu « gçandc ,. ricerca umana, fra l'an• goscia del ciclo e della terra, d'una quiete che Ja trascenda e d'una ·chiara luce cli veritù neUa quiete. Il bìsogno morale sovrasta all'infuocato e oscuro ussillo della distruzione, al cieco sgomento della materia. e: Credeva all'arte• come a un'estasi piuttosto che a una stasi • avverte Si• nisgalli (e lo conferma il Pacchioni): e trnsfigurnvu il proprio tormento. Natura potentemente sensuale, d'una sensualità « ricca d'immagini », il prenierc delle dita sul pennello nel co~orirc e dar forma alle ,,isìoni gli era di compiacimento e incitamento alla crea• zionc. Nel biennio 1929-30 compose una cinquantina di opere: ora dunque, come dice il Masciotta, « il problema critico che l'arte di S. impone è cli stabilire se il suo romanticismo sia giunto alla stessa concretezza d'arte dclJc sue opere clas5·iche cioè cli pittura più chiusa e d.i sentimenti più definiti, o se sia 1•iJnosto un vano, se pur nobile, tentativo •· Poche, e polemicamente intese, Je pitture serene, di composto equilibrio: In Meticcia, il Ritratto di ragazza, la Pompeiana, Donna che si pettina., i duo ritratti della Madre, e i due di Parenti, il Pran:o del Lupo di mare (dove no• tiamo l'ironia che là, del pane, una maschera con naso bocca e un occhio argutamente socchiuso: e rimandiamo u un confronto col pesce del Sogno di Giacor(ii,10), l'arabescata charlotti3· na Natur" morta col tubino, e la Nlllurn morili coi fichi spaccali che si addita come il vertice della progressi.va chia- ' I. rificazione della rm\leria pittorica (Santangelo) in una sua luce quas,i assorbita (Tcslori) mn che ci sembra un riposo laccoto di voluta limpidezza. Nei Fichi spaccati la simbologia scs- ·suale è evidente; e gill in detto quadro scopriamo quèlla particolare cir· colariià delle Soglio/e e moneta, del Principe calfolico, dell'Asso di spac/11, della Piovra, pitture dove c'è l'immagine di morte: nella moneta ove appare un teschio (le sogliole son da riferire, in un certo senso, ai fichi) nelle bare scoperchiale che scmbrn scivolino verso il Principe, nella croce nel rosario nei guanti neri e nella benda, nel drappo. quasi piratesco su cui il pugnale s'oppone all'angiolcsca spada deJla corta dn gioco, (nelle teste d'animale è ricordo dell'Io e il mio -,illaggio <li ChngaJI). Nel flusso circolare della Piovra è rcsn più acuto Ja sensualità - una bella descrizione del dipinto dà Antonello Trombadori - e all'Asso ,li Spade e n]la Piovra il Masciottn acutamente commenta: c: ne rìcaviamo una misteriosa angoscia, che si oppone nl chiuso rigore di un giudizio stretta• mente Iormole •. La sensualità divampo e scmbru irridersi nelle figure corpose, idropiche si direbbe, della Sirena che si pettine, e della Cortigiana Romana, quadro dove lu parte migliore è la strada lutulenta mentre il resto è ironfoo barocchismo. E veniamo al « "ero ::. Scipio·- ne, vCro nel senso che nbbiamo cinto all'uomo e all'apocalisse, all'uomo che ghigna e si sfù alle angosciate visioni. li felicissimo mefistofelico ritratto di Ungaretti (Cecchi scrisse che S. credeva nel demonio) ci riporta agli P1brl'cf~zìdrRt1tèfflrnf1:- Forlì SCIPIONE:" RITRATTO DI A,NIANTE,, Uomirri che si voltano, così come gli Uomini sollo l'albero - spenti, spcrsonalizzuti, immersi nella natura - ci possono riportare ni dipinti per il Cordinnl IJcMnu. Gli Uomirli appartengono a una danza macnbra cli cui fan parte i tritoni buccinanti cli Pia==a Navom,, i pCrsonaggi della Seconda Apocalisse, le statue <li Ponte Sa11t'A11gelo, la ca• valcata del 1-'ro/eta verso Gerusalemme l'ra l'crl..i.:1 rada, le ossa e le biscic, il ciclo e la tcr-ra doloranti (a questo quudro ,a torse riferito il .seguente brano delle Cfoell<' c/rt.: griclmw:· « La lancia si sprofonda nelle reni dcli.i cuvnlln che corre e urla con la testa nel ciclo I') e al Cavallino, lungo da pnrcrc un preistorico sct·pentc di mare. Pia::a Ncwo,w è una visione « allucinata » (più nel bo:1,zct.to che nella stc• sura clcfinitivu) così come Ponte Sa11l'A11gelo: nero e rosso sono i colori dominanti, il sangue scorre, lo statue sarabàndano, come pipistrelli ncll'acr fosco. E le statue danzano, ancora, nel· Ja serie del Carditwl . Decauo, dipinti in cui l'arte di Scipione « ci si svela completamente nelle incoerenze sco• perle e nelle conquiste più durature (~li\sciottu) »: la maschera orientale pensosa di morte del primo studio, le strisce gi~11le grafriatc del secondo, la visione del quadro compiuto in cui le mani enormi e decomposte, la danza delle statue, la chiave pure enorme, il trasconerc Jivido del ciclo, le colonnette che paiono ceri accesi, parlano cli ~lortc. I~ Morte e nel disegno <lCI CC1rcli11al Vamwlelli sul letto j,mebrc. Facciamo nostre le parole di Piovcne: « nell'arte italiana modcrnu, quulc disegno ha la forz.a. dei due che rapprescntuno il Cardillnl Vannutclli mor 4 to? Con (1uel che di smunto, cli roso, con lo splendore atono delle candele, che a bianco e il nero rende con evidenza, i pìccli cosi abbandonali, come aono i piedi dei morti; la morte, <1uella morte, stampata nel volto magro, disegnata <la uno che forse ne a\le\·u l'angoscia. Son disegni veramente pieni <li morte ». E aggiungi,uno nnchc noi col 'fcslori - il quale parla di allucinante sinccritl\ dei disegni - che sono « addirittura la ~!orte •· Nel digno Scipione ha « scritto • pagine magnifiche: « i principali problemi, formali, che lo sollecitarono, furono ugitati e, vorrei dire,· discussi, col disc• gno • scrh•e il Snntangclo. Nel disc• gno Scipione studia: è lo Scipione che Sinigalli diceva Fattosi nei musei. Per Scipione il dramma interno d'impulso si è concretato sulla tela con un suo modo romantico Fisicamente c spiritualmente ben ddinito di bruciato simbolismo. I Cacciatori - è una delle più hcllc cornposi:1,ioni - vanno per un sentiero che si colora sempre più in rosso ,'erso l'orizzonte, verso unn \eritù cclcslc che non riescono a intravedere in b ... ~·ra; e l'Apocalisse farà tutto finire, ma l'uomo si salvcrù e rimarrù oltre per una nuon1 esistenza: Cristo gli toglie la vista del male e della brutalitù della materia, gli chiude gli oc<'hi pcrchè Ji riapl'u quando ogni cosa sarà calma e un'altra vi.{;n germincr:\. Allora gli uomini si volgeranno a un al b.:, sereni\ e i 101·0 corpi saranno perfetti pcrchè non contaminati dal peccato, e una castu grazia sottentrerà ui Fantasmi sensuali. li dramma di Sci• pione s'identifica, nel!' universo, con quello dell'uomo, ma ne rimune una delle più terribili prove. l~gli è 130nichi, Gino Bonichi; tubercolotico, e su di dover morire; e il sangue. gli tùrbina e sgorga in vampe d'apocalisse. \la, dentro, la suu corteccia è bianca come sono biancmnenle infantili le preghiere sussurrate a Dio. t u Dio è rivolta I' U/Jirrw preghier" che chiude, in an- !Siu di trasumanazione, l'esistenza tcr· rena: accenti stanchi e insieme dce;isi di biblicu commozione. E: l'invocazio· ne al riposo che vince ogni oscura inquietudine. LUCIANO SERRA I I

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